Nel libro “I ricercatori non crescono sugli alberi” abbiamo scritto che
Nella figura a fianco riportiamo il confronto tra la distribuzione in età dei docenti universitari in fisica italiani (prof. ordinari + associati + ricercatori) e quelli francesi (*) (maitre de conference e prof.). Non c’è bisogno di un’acuta analisi statistica per capire dove sia il problema. In Francia ci sono i “giovani”, in Italia no, perché il 2% di cui sopra è semplicemente una percentuale senza senso. In Francia inoltre non c’è l’ enorme percentuale di ultrasessantenni presente in Italia. Di questa situazione ne abbiamo parlato a lungo non solo nel libro ma anche in una serie di articoli (vedi qui). Per iniziare a pensare a come riformare l’università è necessario partire da questa analisi perché in questo grafico vi si possono leggere tanti tra i problemi che affliggono il sistema italiano: precariato, assenza di giovani, baronie, gerontocrazie, ecc, ecc. Questo non implica che il problema della governance, tanto caro ai nostri amici in parlamento e tanto centrale nella riforma Gelmini ora in discussione, non sia poi importante. Ma il punto politico è saper capire la priorità nei problemi, e la gerarchia nelle soluzioni. Se non si identificano le cause dello sfascio attuale, i problemi si perpetueranno a prescindere dal fatto che ci sia o meno un consiglio di amministrazione al fianco (al di sopra) del Senato accademico.
(*) I dati francesi sono stati pubblicati da Francesco Lissoni, Jacques Mairesse, Fabio Montobbi, Michele Pezzoni nell’articolo “Scientific Productivity and Academic Promotion: A Study on French and Italian Physicists” (forthcoming su Industrial and Corporate Change) di cui consigliamo la lettura per il dettagliato studio.