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Davvero i media italiani, nel parlare di università, perseguono con fervore feticistico la narrazione dei baroni universitari a tutti i costi, disinteressandosi sistematicamente di tutte le notizie che non abbiano l’olezzo del nepotismo? Come Redazione di ROARS, non è un mistero, coviamo questo sospetto. Ma a quanto pare, non siamo i soli…

 

 

“Sono davvero disgustata e delusa”. Così tuona su facebook Roberta D’Alessandro, la ricercatrice salita agli onori delle cronache per il suo post contro la Giannini. Ma stavolta l’accusa è rivolta contro lo staff di Piazza Pulita, il programma di Corrado Formigli, che accusa di averle «fatto perdere tempo e fatica per fare quello che hanno giurato che non avrebbero mai fatto: dipingermi come una persona che urla e inveisce contro il proprio Paese e “spara a zero”».

Qui di seguito incolliamo il testo intero del suo post :

Ovviamente le ORE passate a spiegare quanto è importante finanziare la ricerca, quanto è importante investire sui giovani ricercatori, quanto è stata importante la mia formazione italiana, quanto straordinari sono stati i ricercatori in Italia che hanno ottenuto l’ERC partendo da posizioni svantaggiate, insomma: qualunque cosa che potesse risultare lontanamente in favore dell’Italia è stata tagliata. Perché bisognava creare la rabbia a tavolino.

Mi hanno fatto perdere tempo e fatica per fare quello che hanno giurato che non avrebbero mai fatto: dipingermi come una persona che urla e inveisce contro il proprio Paese e “spara a zero”, per citare le parole di una mia esimia collega, su tutti, senza fare distinzioni. Cosa che, per quanto sia banale dirlo, ovviamente non ho fatto.
Ho sorriso sempre: sono riusciti a trovare 3 secondi in cui ero seria. Mah.
Continuo a raccomandare a tutti di leggere l‘intervista di Marco Viola, che è stato finora davvero l’unico a non “ricamare” su quello che ho detto. O, in alternativa, guardare i video dell’Aria che tira o di Sky News 24, dove ho parlato in DIRETTA.
Sono davvero delusa. Questi sono i giornalisti che dicono di voler documentare. Gli onesti.

Buona notte a tutti.

PS [aggiunto in un secondo tempo] L’intervista sul TG3 regionale è stata invece molto bella e corretta. [Per vederla: nell’archivio del TG-R (qui), cercare il TG delle 19:30 di 18 febbraio, minuto 12:40]

formigli

(apparso originariamente su UniNews24, e leggermente modificato)

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20 Commenti

  1. Non voglio parlare ancora di questa ragazza che in momento di rabbia ha detto mezza parola forte e poi e’ stata strumentalizzata in modo indecoroso. Voglio parlare dei media e del loro comportamento.

    Certo che QUASI TUTTI i media italiani DETESTANO I MALEDETTI BARONI.

    Non solo quelli confindustriali che perseguono una agenda chiara oramai a tutti, ma anche quelli populisti come Fatto Quotidiano, Huffington Post e Libero che devono vedere per forza il marcio dappertutto. Cosa meglio dei baroni?
    Credo che ben poche categorie abbiano un consenso uniformemente negativo come lo hanno i docenti universitari.
    Ovviamente non mancano comportamenti censurabili, ma in una società come quella italiana, culturalmente corrotta, anche perché per motivi storici vi e’ una profonda mancanza di senso dello stato, perché i professori universitari dovrebbero essere diversi ?
    Ma sono peggiori degli altri? Direi di no.
    Certamente il livello di corruzione più alto e’ nella politica, ma categorie come i giornalisti sono sistematicamente dediti alla prostituzione delle opinioni e sono spesso, con le loro campagne di stampa complici di nefandezze, ricatti e truffe.
    Vogliamo parlare di professionisti e artigiani che evadono sistematicamente il fisco, di funzionari pubblici che intascano mazzette, di progettisti e direttori dei lavori corrotti e in malafede, di funzionari e dirigenti di banca che truffano i clienti. In molte realtà l’accesso alla sanità e’ collegato ad un passaggio oneroso dallo studio professionale privato del medico (magari a tempo pieno).
    Allora in questa società’ perche’solo l’ università dovrebbe essere immacolata? Pero’ a costo di essere smentito vorrei sostenere che
    – la grande maggioranza dei docenti universitari non chiede allo studente di prendere lezioni private per passare gli esami, come molti medici ospedalieri
    – non si fa pagare come molti giornalisti per attaccare a comando
    – molti fanno una ricerca dignitosa visti i dati comparativi con altri paesi del G8 e il rapporto con i finanziamenti
    – molti insegnano in maniera almeno adeguata se poi gli studenti italiani quando passano il confine diventano fulmineamente dei geni
    – molti lavorano più del dovuto senza prendere un soldo

    Comunque per fa cessare questa campagna dobbiamo smettere di essere remissivi nei confronti di altri pezzi della società. La presenza di mele marce (meno di altri) non legittima un processo di demolizione del sistema pubblico di istruzione superiore, il cui unico risultato finale può essere solo una limitazione di fatto degli accessi all’ istruzione agli strati più deboli della società.
    Personalmente sono convinto che il sistema pubblico possa convivere con qualità e meritocrazia senza compromessi, purché rimanga “centralista e statalista” e pagato sulla fiscalità generale.

    • “ma in una società come quella italiana, culturalmente corrotta, anche perché per motivi storici vi e’ una profonda mancanza di senso dello stato, perché i professori universitari dovrebbero essere diversi ?”
      ————————————–
      Invece che rallegrarsi che sia normale che i professori universitari non siano peggio degli altri, io auspicherei piuttosto che fossero il meglio della societa’ dato che il loro compito principale e’ educare.
      I professori universitari dovrebbero essere diversi dato che sono selezionati tramite un concorso, no?

    • Il popolo italiano, in tutti i suoi comparti, fa schifo come pochi altri (non già, come si sa, sul piano delle capacità-abilità, ma sotto il profilo etico-civile-umano) e fra i suoi comparti più bassi in assoluto ci sono quello dei politici e quello dei giornalisti (anche perché, in quei due comparti, la quasi totalità è costituita da figure-figuri pessimi anche sul piano delle capacità-abilità, oltre che su quello etico-civile-umano su cui casca la quasi totalità degl’italiani). Ebbene, proprio quei due comparti da molti anni attaccano, attristano e tormentano sistematicamente il comparto degli accademici, impedendogli di fare il più possibile indisturbato la sua parte di schifo. La smettano, anche perché nel comparto degli accademici non sono affatto rare le figure che presentano il meglio che possa venire da un italiano, ovvero la coesistenza, con l’immancabile e quasi genetica miseria o quasi-miseria etica-civica-umana, di apprezzabili o apprezzabilissime capacità-abilità.
      In quanto espressa da un accademico, potrebbe parere una posizione autoconsolatoria e autoassolutoria. La trovo invece seria perché aderente alla realtà, e quindi preferibile a risibili programmi di impossibili palingenesi o, peggio ancora, a fanfaronesche rivendicazioni di un inesistente “stacco” etico-civile-umano del comparto accademico rispetto agli altri del pueblo italico

    • Vado oltre. Vedo che la signorina che ha lavorato a google e microsoft, sta cavalcando la cresta dell’onda. evidentemente vuole lucrare dalla situazione. Che rimanga in Olanda. Possiamo farne a meno.

    • A me sembra una persona del tutto onesta che per uno scherzo del destino si è trovata sotto i riflettori (e non mi sembra che ci tenesse o ci tenga).

    • si sta sviluppando un nuovo settore: le chiacchiere /gossip/ giornalismo sulla ricerca e l’università. assorbe tempo. Assorbe tempo e denaro. In questa direzione va l’azione dell’ITT sul giornalismo di divulgazione scientifica: far lavorare la stampa i giornalisti e farsela amica, come sanno bene i poltici in Italia, per vivere bisogna comprare la stampa. Mi rifiuto di avvallare un simile sistema: non ci piace che la stampa la tv e altri si occupano malamente dei problemi; maglio non alimentare un settore ormai ipertrofico ed esploso con internet. Costoro vivono di gossip, servizi, pseudo informazione, alimentando il conflitto si alimenta loro. Numero chiuso a letter e scienze delal comunicazione come già a medicina e altrove.

  2. Roberta D’Alessandro, ben ti sta. Il sistema mediatico, specie quello di sinistra da cui naturalmente sei andata, ha la predisposizione genetica a strumentalizzare tutto e tutti. Ha strumentalizzato anche te e questo mi pare logico, perchè la tua vicenda è un ghiotto boccone per chi vuol spargere fango sull’Italia. D’altra parte, anche te, in un certo senso lo hai fatto. Ma credi proprio che un Grant come il tuo sia stato assegnato con tutti i crismi della trasparenza e non vi sia, nell’assegnazione, una componente di casualità o peggio. Credi che la ricerca e l’efficacia di un sistema di ricerca si possa raggiungere con finanziamenti a ‘spot’ dati all’i-esima parte dei ricercatori? Il sistema dei fondi Europei è la punta dell’Isberg del fallimento dell’Europa in ogni campo. Sfido chiunque a citare una ricerca Europea che abbia prodotto qualche risultato di rilievo, spendibile a livello economico sociale. Sfido chiunque a fare un nome, ti tutto il corpo dei partecipanti al sistema di definizione e referaggio dei programmi Europei che non abbia da tutelare interessi meramente corporativi. Se una critica si deve fare all’Italia è quella di assecondare un sistema di finanziamento Europeo della ricerca che non è funzionale ai nostri interessi e che, peraltro, distribuisce a noi solo le briciole.

    • Essendo stato da poco intervistato dalle Iene (e nel mio caso sono convinto che non sia andata male, tutt’altro), mi sento di solidarizzare con Roberta D’Alessandro. Come lei stessa spiega bene, se non sei in diretta ti trovi completamente nelle mani di chi monterà il servizio, che può “tradire” gli accordi presi in parola (e anche questo aspetto è spiegato bene dalla D’Alessandro). Sono anch’io molto critico nei confronti dei meccanismi di finanziamento europei (Roars ne ha scrittto e ne scriverà), ma non posso pretendere che ogni singolo studioso, impegnato a sopravvivere e a coltivare la sua legittima carriera, sia anche un esperto di politiche della ricerca. Sono pure convinto, che – per il suo stesso bene – sia necessario che non sia nemmeno uno sprovveduto in materia e qui entra in gioco il ruolo di un blog come Roars. Avendo letto questo post, trovo ingiusto prendersela con Roberta D’Alessandro che, a differenza di molti altri, mi è sembrata disposta ad ascoltare e capire anche al di là degli schematismi di facile consumo. E pure le sue osservazioni sulla strumentalizzazione operata da Piazza Pulita le fanno onore.

  3. Non bisogna fare i superiori ed arroccarsi in un mondo astratto di un’accademia che non si sporca con questo gossip. Bisogna invece prendere atto che siamo in una realtà fatta di immagine e comunicazione. Bisogna usare tutti i mezzi di comunicazione per far conoscere le proprie ragioni se ce ne viene dato la possibilità. Ovviamente bisogna stare attenti e non farsi abbindolare.

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