Cosa succede? Chiedo esterrefatta alla mia vicina che mi risponde a voce bassa e ansimante
Sono le ispettrici del NEV, sono venute a vedere se il punteggio del RAV è equo, rientra tutto nel PDM!
NEV, RAV, PDM?
Pronta per l’intervista?
Un argomento monopolizza le attenzioni della funzionaria INVALSI: il passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla primaria:
Quali sono le attività pratiche che la scuola propone ai bambini per aiutarli a passare dalla scuola primaria alla scuola secondaria?
Mi scusi: attività pratiche in che senso?
Cioè, per esempio, la scuola dell’infanzia, al termine del percorso, le ha mai dato un portfolio delle competenze dei suoi figli? La scuola primaria le ha poi mai chiesto la documentazione rilasciata dalla scuola dell’infanzia in merito alle competenze acquisite dai bambini?
Di quali competenze parla dottoressa? Vuole sapere se i miei figli nel giardino della scuola materna erano bravi a giocare a nascondino?
Dal confronto fra i quesiti posti ai genitori e quelli rivolti agli alunni si desume l’orientamento delle Emissarie del Progresso inviate da INVALSI: un modello di Scuola basato sul FARE, sulla certificazione delle competenze, fino all’adorazione feticistica del DATO, sulla didattica digitale, da effettuarsi anche con ‘dispositivi propri’, anche se i piccoli ‘utenti’ in questione sono bambini di dieci anni.

Quelli precedenti sono alcuni estratti del resoconto dell’incontro individuale con il NEV, il Nucleo Esterno di Valutazione INVALSI, inviatoci dal genitore di una bambina frequentante la classe quinta di una scuola primaria.

Un genitore di una bambina frequentante la classe quinta di una scuola primaria è stato convocato dalla Scuola della figlia per un incontro individuale con il NEV, il Nucleo Esterno di Valutazione INVALSI.

Di seguito il resoconto.

Nel giorno e nell’ora stabiliti per la convocazione in oggetto, sono presenti a scuola anche studenti, insegnanti, personale Assistente, tecnico e amministrativo e lo stesso dirigente scolastico.

– Cosa succede?- Chiedo esterrefatta alla mia vicina che mi risponde a voce bassa e ansimante:

– Sono le ispettrici del NEV, sono venute a vedere se il punteggio del RAV è equo, rientra tutto nel PDM!”

NEV, RAV, PDM?  

Pape Satàn, pape Satàn aleppe!”

Babele o Inferno?

Vaccini o suoni onomatopeici di un idioma globale che impone il suo imperialismo? “Bar Bar”, così i Greci di Leonida canzonavano  il bla bla dei Persiani che pretendevano la genuflessione dell’uomo libero al cospetto del Gran Re!

Interrogo Apollo delfico, questo il responso:

– NEV, RAV,PDM non sono vaccini, ma potenti antidoti contro la libertà di insegnamento, gabbie di omologazione, pollai del pensiero.

Poi una voce femminile mi desta dal delfico torpore:

– Pronta per l’intervista?

Una donna mi accompagna nell’aula preposta alle “interviste” con i genitori.

 Mi dice di essere una psicologa, appositamente formata da INVALSI per svolgere funzioni inerenti al NEV, il Nucleo Esterno di Valutazione che ha lo scopo di valutare se la scuola si attribuisce un punteggio adeguato nel RAV (Rapporto di Autovalutazione).  L’ispettrice mi spiega che in seguito alle valutazione del NEV talvolta il punteggio risulta equo, altre volte persino basso, perché la scuola non valorizza adeguatamente le risorse umane, spesso invece è troppo alto perché il problema delle scuole è che non “certificano adeguatamente il lavoro svolto”.

Se non si certifica non si può dimostrare nulla e non si può ottenere un punteggio alto: IL DATO E’ TUTTO!”

In seguito, la sacerdotessa del DATO mi mostra il loro “lavoro capillare” in cui “nulla è lasciato al caso”, un prospetto molto articolato che individua tutte le “aree indagate o attività” che verranno esaminate dalle tre ispettrici in termini di valutazione, nel corso di tre giorni di interviste a tutto il personale della scuola, studenti e genitori:

Curricolo, progettazione e valutazione

Ambiente di apprendimento

Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Sviluppo delle risorse umane

Inclusione e differenziazione

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie.

Le interviste ai genitori, mi dice, rientrano in quest’ultimo ambito, compito del NEV è valutare quanto i genitori “vengano coinvolti nelle varie attività scolastiche”.

Ed è proprio la parola attività, con tutta la sua vibrante polisemìa, a costituire il ritornello di questa cantilenante intervista che ha lo scopo di certificare il ‘prodotto finito’.

Di seguito le domande:

INTERVISTA GENITORI

Che tipo di attività svolge la scuola?

‘Attività’ in che senso?- Chiedo,la domanda mi sembra un po’ generica.

– Si riferisce ai progetti o alle attività curriculari?- Le chiedo

Ad entrambi.

– Se mi parla genericamente di ‘attività’, io le posso dire che mia figlia ha apprezzato molto quelle legate alla didattica curriculare, lei ama leggere e scrivere, immaginare, pensare, emozionarsi! Queste sono le ‘attività’ che preferisce! Le faccio un esempio: mia figlia mi ha confessato che da quando ha studiato gli ecosistemi le piace ancora di più andare nel bosco!Si possono certificare pensieri, emozioni,ricordi, conoscenza e vita?

Benissimo!– Esclama (senza rispondere).

Poi quattro domande a raffica con la parola chiave rituale:

–  Voi genitori venite coinvolti nella realizzazione di attività con i vostri figli?

Lei è mai andata dal dirigente scolastico a proporre delle attività per la scuola?

Ha mai provato a proporre delle attività alle maestre?

Esistono delle occasioni formali o informali di confronto fra genitori e insegnanti in merito ad eventuali attività da svolgere a scuola? 

– No! Non mi è mai venuto in mente niente di tutto ciò! La Scuola, non è un servizio da erogare a clienti che scelgono il prodotto più consono alle loro esigenze, ma è un’istituzione che ha l’arduo compito di formare esseri umani!

Sono perfettamente d’accordo con lei! – Afferma l’ispettrice.

Poi quattro domande su un argomento che monopolizza le attenzioni della funzionaria INVALSI: il passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla primaria e dalla primaria alla secondaria con eventuali relative certificazioni delle competenze:

-Quali sono le attività pratiche che la scuola propone ai bambini per aiutarli a passare dalla scuola primaria alla scuola secondaria o quelle che i suoi figli hanno effettuato come attività di raccordo dalla scuola dell’infanzia alla primaria?

 Mi scusi: attività pratiche in che senso?

Cioè, per esempio, la scuola dell’infanzia, al termine del percorso,  le ha mai dato un portfolio delle competenze dei suoi figli?

La scuola primaria le ha poi mai chiesto la documentazione rilasciata dalla scuola dell’infanzia in merito alle competenze acquisite dai bambini?

– Di quali competenze parla dottoressa? Bambini di cinque anni possono essere competenti? Vuole sapere se i miei figli nel giardino della scuola materna erano bravi a giocare a nascondino?

Ma la dottoressa taglia corto:

– Punti di forza e punti di debolezza della scuola?

– Punti di forza: le maestre e il loro centro di gravità permanente, a dispetto degli stimoli disgregatori provenienti dall’esterno. Punti di  debolezza: troppi progetti, i test INVALSI e le verifiche parallele che trasformano la scuola in un testificio standardizzato.

Infine qualche domanda sulle strategie adottate dalla scuola per l’integrazione dei disabili, poi la dottoressa mi congeda con queste parole:

Noi siamo dalla vostra parte, dalla parte della scuola che è una comunità educante in tutte le sue componenti, siamo qui per un confronto costruttivo.

Qualche giorno prima le ispettrici INVALSI hanno intervistato anche mia figlia, insieme ad altri nove bambini, provenienti da diverse classi, tutti frequentanti, come si è detto, la quinta primaria.

Durante l’intervista collettiva, durata un’ora e mezza circa, i bambini e tutte e tre le ispettrici, erano seduti circolarmente.

Solo un’ispettrice poneva le domande, le altre due prendevano nota.

Si riportano di seguito solo le domande che risultano riferite in modo quasi del tutto analogo dai bambini intervistati a noi mamme che li attendevamo all’uscita.

INTERVISTA  ALUNNI

Quali progetti avete svolto?

I genitori partecipano alle attività che propone la Scuola?

I bambini rispondono che alcune mamme hanno prodotto artigianalmente delle coperte e che in generale i genitori sono sempre molto disponibili nel seguire a casa i figli nella realizzazione di lavori di gruppo.

I vostri genitori sono mai venuti qui a scuola a fare lezione?

Qui sembra che i bambini abbiano risposto con un -No- secco.

Altre domande: – Vi capita di litigare in classe? In tal caso, quando non vi comportate in modo adeguato, quali punizioni vi danno le maestre?

Avete svolto lavori di gruppo in classe?

Quali?

Le maestre vi invitano ad aiutare i compagni in difficoltà?

Quali laboratori svolgete? Cosa imparate da questi progetti che svolgete?

–  Vi piace la vostra scuola?

Fate CLIL?

Come funziona la biblioteca?

Poi è il momento della didattica digitale:

Usate spesso i dispositivi digitali in classe?

– Li portare a scuola?

In quali materie li usate?

Risposta: – Sì in Scienze

In Italiano non andate in aula informatica?

Perché?

Le lezioni sono pratiche, con mezzi digitali e quindi piacevoli, oppure sono le solite lezioni frontali?

Dal confronto fra i quesiti posti ai genitori e quelli rivolti agli alunni si desume l’orientamento delle Emissarie del Progresso inviate da INVALSI:  un modello di Scuola basato sul FARE, sulla certificazione delle competenze, fino all’adorazione feticistica del DATO, sul coinvolgimento dei genitori nelle attività curriculari ed extracurriculari che la scuola propone, sulla didattica digitale, da effettuarsi anche con ‘dispositivi propri’, anche se i piccoli ‘utenti’ in questione sono bambini di dieci anni.

Il modello scolastico aziendalistico che emerge da questo scenario è evidente e supportato anche da parte della scuola che in un lasso di tempo coincidente a quello della visita del NEV, ha fatto compilare ai genitori on line sul proprio sito istituzionale, un questionario di gradimento famiglie che ha lo scopo di  migliorare il “servizio” da erogare,  da leggere qui. 

Di seguito, alcune tra le domande proposte.

INSOMMA…

Cari genitori, i ‘prodotti’ scolastici sono di vostro ‘gradimento’?

Avete proposte per il dirigente scolastico e per gli insegnanti?

Volete venire voi “a fare lezione a scuola”?

Troppi compiti a casa?

Chi si è permesso?

Qualcuno rimprovera vostro figlio perché non studia?

Il servizio al consumatore va migliorato!

Fate attenzione ai ‘prodotti in scadenza’, come le istituzioni, sono altamente nocive per i clienti, ma hanno il tempo contato!

E non dimenticate: IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE!

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7 Commenti

  1. 1. Perché i genitori si prestano a questi interrogatori? 2. Perchė permettono che bambini piccoli e ragazzini siano interrogati in loro assenza? Tutta questa invalsiade dagli sviluppi imprevedibili (ne inventano una , come minimo , ogni anno che passa, dal momento che anche gli invalsini devono dimostrare la loro produttività, efficienza ecc.) assomiglia sempre di piu al metodo Bedaux https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sistema_Bedaux di cui apprendo in questi giorni, dal momento che ero ferma al fordismo e alla catena di montaggio. Misurazione a tutti i costi, anche dell’immisurabile, la globalizzazione è solo competizione dove il singolo privo di potere e/o indifeso subisce a basta. E se soccombe sono cavoli suoi, per essere educati, se l’è meritato!!!

  2. Se ROARS non pubblicasse articoli così superficiali e basati su n’unica testimonianza, forse potrebbe essere considerato un periodico serio. Meno male che i suoi direttori sono dei ricercatori che dovrebbero sapere quali siano le modalità e gli strumenti per non pubblicare fake o comunque documenti devianti e infondati…

    • Ma lei, con perfect timing, ogni volta che si pubblica un post su invalsi ci viene a dire che siamo degli ignoranti, propagatori di fake news, documenti devianti e infondati, e però non è capace a mettere un minimo argomento logico-consequenziale. Cosa è un nuovo sport olimpico il suo ? Che si vince ?

  3. Sì, in effetti un minimo di argomentazione occorrerebbe e forse gioverebbe al confronto, Valentina.Grion. Questo poi è un articolo, perché non accettare un’unica testimonianza dato che si esplicita che è così?
    Marinella Lorinczi, la mia sensazione, più che sensazione, è che si tenda a un sistema tipo quello inglese, che immagino la dottoressa Grion consideri fra i più avanzati sistemi di valutazione. Per fortuna è costoso (tanto quanto… tossico: https://teacherhead.com/2019/05/05/ofsted-inadequate-the-emblem-of-our-toxic-system/) e ci limitiamo per ora al 4% circa delle scuole inNEVate.

    • Niente sapevo dell’Ofsted. Spiegato ai bambini in Simple English (livello A1) la descrizione è questa (immagino scritta dallo stesso Ofsted): The Office for Standards in Education, Children’s Services and Skills (Ofsted) inspects all state schools in England. It writes reports about how good they are. It is funded by the government. It is organised under the Education (Schools) Act 1992. Michael Wilshaw is the head. It hires Additional Inspectors (AI) who do most of the inspections. It also hires Her Majesty’s Inspectors (HMI) who come to 6-7% of inspections.
      Cioè, se capisco bene, il grosso del lavoro valutativo lo fanno degli ‘ispettori’ precari. “Rent an inspector.” Ho capito bene?

  4. Che il sistema inglese e in genere anglosassone sia il modello cui si tende, senza discontinuità, da L. Berlinguer in qua è cosa risaputa. Si può cercare in rete a esempio Renzi Oftsted.
    Su quello che è il sistema inglese, beh, c’è di che scegliere per inorridire (percentuale di insegnanti che lascia, ora anche dopo il primo anno, aumento di suicidi e malattie professionali – del benessere degli insegnanti ora si occupa l’Ofsted stesso com’è ironicamente corretto – classifiche fra le scuole anche elementari, io qui ho pianto concrete lacrime, chiusura delle scuole che non raggiungono gli standard. E tutto questo senza pare miglioramenti dagli anni ’90). Se interessa si possono ascoltare le semplici ma vissute parole della professoressa Rosa Antolini Archer dell’Università di Manchester: http://crf.uniroma2.it/seminari/invalsi
    La professoressa Valentina Grion si è eclissata, naturalmente non è un obbligo per nessuno argomentare o intervenire su richiesta.
    Non so se L. Berlinguer abbia pronunciato la frase del titolo https://www.corriere.it/sette/politica/19_luglio_12/luigi-berlinguer-cari-docenti-dovete-lasciarvi-giudicare-9b4a5cf0-a302-11e9-a4d9-199f0357bdd6.shtml un paternalismo sconfinato, che lascia senza parole.

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