Pubblichiamo di seguito le slide a cura del Team Economico @ Palazzo Chigi che riassumono gli interventi della Legge di stabilità 2017 relativi ai finanziamenti alla ricerca e all’università. Tra le novità, il “bonus ricercatori”: «Il 60 per cento dei ricercatori e il 20 per cento dei professori associati in università statali riceverà un nuovo fondo ricerca di 3.000 euro all’anno da gestire in autonomia, per un totale di 45 milioni all’anno». Ma anche il “torneo dei dipartimenti”: «un finanziamento aggiuntivo annuo di 270 milioni per i migliori 180 dipartimenti universitari statali (1,5 milioni a dipartimento). Almeno il 25% è vincolato all’assunzione di ricercatori di tipo B». Entrambi i provvedimenti fonderanno la distribuzione premiale sui risultati della VQR, la cui metodologia è notoriamente priva di basi scientifiche, come da tempo illustrato su Roars e anche nella letteratura scientometrica:
- Nei criteri VQR c’è un “fatal error” (noto da più di 20 anni)
- Do they agree? Bibliometric evaluation versus informed peer review in the Italian research assessment exercise
- The VQR, Italy’s second national research assessment: Methodological failures and ranking distortions
- Refrain from adopting the combination of citation and journal metrics to grade publications, as used in the Italian national research assessment exercise (VQR 2011–2014)
Inoltre: la dotazione dell’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR) viene incrementata di tre milioni annui (da 4 milioni passa a 7 milioni) nonostante gli sprechi denunciati da Gian Antonio Stella: L’agenzia che valuta l’università – Ogni delibera costa 100.000 euro; diventa strutturale la misura in materia di incentivi fiscali per il rientro di ricercatori e docenti dall’estero: nei primi 4 anni dal rientro si pagano le tasse solo sul 10 per cento del reddito imponibile; si avviano le procedure per le Cattedre Natta e si stanziano 20 milioni di euro all’anno per l’attrazione di vincitori ERC.
Cicero pro domo sua: non c’e’ nulla sugli Enti Pubblici di Ricerca ?
“Il migliore 60% dei ricercatori e il miglior 20% dei professori associati, così come individuati dall’ANVUR”…
ah bè! possiamo stare tranquilli.
Il 58% dei ricercatori, il 18% degli associati e 175 Dipartimenti saranno afferenti ad Atenei situati da Roma in su. Chi crede che questo sia il modo migliore di risolvere la questione meridionale, il 4 Dicembre voti Si al referendum. Ma convinto! Sulla base di un ragionamento personale che avalli una grande strategia sociopolitica che porterà questo paese ad essere leader nel mondo in pochissimi anni!
Il No al referendum non cambierà NULLA e continueranno a fare le cose che hanno sempre fatto, con la scusa che nessuno comanda e si devono fare compromessi. Renzi non si dimetterà, gliela chiesto Obama.
Il referendum non c’entra.
Resta come minimo (e sottolineo “come minimo”) una differenza, che non sottovaluterei, fra le due opzioni.
1) Mi bastonano (per di più figure di qualità desolante) e, benché creda che – anche se voto no – le suddette figure-figuri continueranno a bastonarmi alla stessa maniera, voto comunque no = ho un qualche amor proprio, una dignità che mi impone di non arrivare addirittura a contribuire alla rotondità del buon umore dei randellatori bensì di lasciar intendere col mio voto che ad essere bastonato non ci sto volentieri, che la mia volontà è che smettano anche perché sono bastonate che trovo ingiuste e date sgangheratamente;
2) Mi bastonano (per di più figure di qualità desolante) e, poiché credo che – anche se voto no – le suddette figure-figuri continueranno a bastonarmi alla stessa maniera, voto sì = sono non so se più indecorosamente vigliacco, cretino o masochista perché, mentre mi randellano, col mio voto do anche significazione al randellatore che mi va bene così, che per me è tutto ok, che ha ragione, che continui pure e che quasi gli sono riconoscente
Opzione 2: anche nota come tafazzismo
si o no, non cambia nulla per l’università, o meglio con il no non cambia NULLA, con il si non lo so.
l’osservazione di De Nicolao è molto acuta (è opzione 3 non 2): siamo noi che ci bastoniamo sugli zebedei da anni e continueremo a farlo chissà per quanto, visto che non cambierà NULLA!
Ottimo. Voti sì, e dopo, se anche grazie a lei il pupazzo vincerà, segua compiaciuto le tante, tante cose che cambieranno (in meglio, s’intende) per l’università italiana.
Non occorrono davvero menti superiori per capire quel che accadrà per l’università e nell’università dopo l’eventuale vittoria del sì: verrà, ammesso che sia possibile, ulteriormente radicalizzato il trend (scrivo nella lingua dell’impero, come ormai un ricercatore italiano ligio alla causa deve fare) di questi anni. Se tale trend le ha dato e le dà soddisfazione, l’eventuale dopo-vittoria del sì le riserverà gratificazioni anche maggiori
Tafazzi, quando si flagella gli zebedei, appare estremamente soddisfatto.
Ma certo, l’importante nella vita è poi quello: enjoy! (sempre parlando, con rispetto e giusta sottomissione, la lingua dell’impero)
Anche l’ombrello di Altan!
questi sono i soldi del mancato recupero dei nostri scatti stpendiali (naturalmente, per chi li meriterebbe
in base a valutazione, secondo la legge)
alla faccia del merito
sottraggono, sapendo di sottrarre (avrei usato piu’ volentieri un altro verbo)
Ma il lancio dei dadi non è più affidabile della VQR?
Se anche è solo parimenti affidabile, non costa un po’ meno? Anche volendo usare dadi di oro zecchino…
Non so se i dadi sarebbero in grado di darci risultati come questi:

Perché torneo e non palio?
La parola “torneo” è più corretta perché così si capisce subito l’origine intellettuale (si fa per dire) del provvedimento: qualche economista pavloviano di quelli di cui si è circondato il presidente del consiglio. Anche se (a pensarci bene) tutti i presidenti del consiglio (e ministri del MIUR) fanno sempre riferimento agli economisti pavloviani che girano intorno a un noto blog e che hanno occupato qualsiasi poltrona/poltroncina/sgabello che sia stato offerto loro dal politico di turno.
Premessa:
-a tutti i dipartimenti, PO, PA e RU è stato tolto un 20% dell’FFO;
FATTO:
Con la legge di stabilità 2017:
-l’FFO aumenta del 5% SOLO su base premiale;
– al 20% dei dipartimenti viene dato il premio miglior odalisca dell’anno;
-al 60% degli RU e al 20% dei PA verrà data la mancia di 3000 euro all’anno;
CONCLUSIONE
-cronico sottofinanziamento universitario (-15%) attraverso FFO;
-l’80% dei dipartimenti non riavrà nemmeno ciò che gli era stato tolto;
-il 40% degli RU, l’80% dei PA ed il 100% dei PO, sebbene abbia pagato come gli altri colleghi questi anni da paese sottosviluppato, è fatto di mezzetacche non “meritevoli” della paghetta lanciata dalla mano generosa del marchese.
Il tutto condito dalla più idiota delle strategie per finanziare chi ha già, grazie alle sue idee ottime, un considerevole finanziamento ERC e non dando nulla a chi (e sono i più) ha partecipato all’ERC con una altrettanto ottima idea ma non è stato finanziato.
Esattamente una politica da lucidi mentecatti che darà presto i suoi frutti in una società di Lumpenproletariat con titolo accademico.
A proposito l’OECD certifica una ulteriore diminuzione dei laureati italiani.
Ed ovviamente il corpo accademico accorre a frotte per spartirsi il boccone.
Cordialmente
l’FFO aumenta del 5% SOLO su base premiale;
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questa aspetto non mi è del tutto chiaro. Non è che è aumentata SOLO la quota premiale mantenendo i totali invariati, riducendo di conseguenza la quota ordinaria?
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Il tutto condito dalla più idiota delle strategie per finanziare chi ha già, grazie alle sue idee ottime, un considerevole finanziamento ERC e non dando nulla a chi (e sono i più) ha partecipato all’ERC con una altrettanto ottima idea ma non è stato finanziato.
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dalla lettura della presentazione a pag 11 (non ho trovato però dove si parli di questo punto specifico nella bozza della legge di stabilità) sembra che siano previsti anche fondi per chi ha presentato il progetto ma non è stato finanziato.
@ Marco Bella
se si riduce la quota ordinaria è anche peggio mi pare;
sembrerebbe che ci sia la possibilità di fondi anche per chi non è stato finanziato dagli ERC.
Resta l’idiozia di dare soldi (non si capisce quanto) a chi già prende un finanziamento di milioni di euro ERC.
In questo modo non viene perseguita la migliore strategia di aumentare il livello medio della qualità delal ricerca ma solo incrementare il gap tra pochi con tanti soldi e tanti con pochi soldi.
Un film già visto in altri ambiti sociali con conseguenze evidenti.
-al 60% degli RU e al 20% dei PA verrà data la mancia di 3000 euro all’anno;
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E’ un “di più” o un “di meno”? Non è che potrebbero sparire i fondi di ateneo (per intenderci gli ex 60%)? Vale a dire 40% di ricercatori (RTI verosimilmente), 80% di PA e 100% di PO senza fondi di ateneo. Spero di sbagliarmi.
Segnalo questo competente articolo sul solito corrsera:
http://www.corriere.it/scuola/medie/cards/ue-italia-pochi-laureati-piu-disoccupati/tasso-occupazione.shtml
possibile che vi siano tali incompetenti? Possibile che vi sia un giornale così schierato, di regime?
Credo che Nicolao Meraviglia non abbia più fiato in gola o energia ai polpastelli per confutare queste idiozie…
E poi che facciamo aspettiamo che Gas (Gian Antonio stella) si ravveda? Ha cominciato tra i primi a buttare mer.a nel ventilatore e rivolgerla verso Unipubblica. Che cosa se ne farà il Bomba delle 4/5000 firme raccolte da Ferraro…Renzik ha sempre ragione. Eviva roars
A voi non viene il dubbio che il bomba sia stupido? Senza dubbio è scaltro ma intelligente? Un esempio: considera l’italia una potenza mondiale come patrimonio artistico ma se le università non lo coltivano diffondendone la conoscenza e bellezza chi andrà a vederlo (san Galgano Toscana, unica spada nella roccia esistente al mondo che la va andrà a visitare?) (Arsenale di Venezia primo insediamento industriale moderno assemblaggio i serie, principi di gestione della qualità, ma qualcun o degli economisti bocconian pavloviani (Baccini) lo racconta ai suoi studenti? America: a votare per i democratici ci sono in particoalre le classi colte e laureate il bomba che fa? asfissia le università?! E’ furbo e stupido ad un tempo? boh viva roars :)
La metterei così: la furbizia/scaltrezza è la più bassa e volgare fra le forme d’intelligenza. Il pupazzo, esattamente come il suo faro politico-esistenziale, solo di quella è dotato. Quindi è sì intelligente, ma entro il netto limite precisato.
La furbizia-scaltrezza può anche bastare a rimanere a galla-in sella piuttosto a lungo, soprattutto se il suo portatore ha a che fare con un popolo incolto, superficiale e tutto sommato ammiratore dell’arte d’arrangiarsi delle canagliette che senza valore “ce la fanno” ed escono sempre più o meno indenni e impunite. Ma, appunto, PUO’ bastare; e non a tutti i solo furbi/scaltri la storia riserva lo stesso sorriso
“E’ giusto che anche chi ha lavorato nel pubblico facesse dei sacrifici quando saltavano posti di lavoro. Ma questo, proprio perchè il Paese sta ripartendo, è il momento di sbloccare quei contratti”. Queste le parole del premier intervenuto ieri all’inaugurazione del Pronto Soccorso dell’ospedale di Vaio a Fidenza.”
Ahahahahah, il paese sta ripartendo…
Arieccolo. L’ormai arcinoto pupazzo collezione autunno ’16/Santa Claus version: mancette, regaliuzze – o piuttosto mere buone novellette, essendo la sua credibilità pari a zero – più o meno per tutte le categorie del pueblo. Onde conservar le terga ove le poggia da quasi tre anni anche dopo il 4/12. Come si diceva, volgare furbizia, miserabile opportunismo. Che, essendo la levatura e l’integrità del pueblo di riferimento (in tutte le sue categorie) quelle che sono, ha già dato prova di poter bastare e avanzare per portare a casa il risultato. Tuttavia, pur essendo la storia atrocemente monotona, non necessariamente si ripete sempre uguale uguale
Mi sembra una gravissima perdita dell’autonomia delle università, sulla base di codicilli incomprensibili a noi, ma non a chi li ha scritti.
Cui prodest?
[…] Nella bozza dell’ultima legge di Bilancio ci sono alcuni provvedimenti interessanti riguardanti il mondo accademico, come la tassazione ridotta per i ricercatori provenienti dall’estero, il sostegno a chi ha presentato un progetto valutato positivamente ma non finanziato presso l’European Research Council e soprattutto un fondo di 3.000 euro all’anno per i singoli ricercatori. […]