Qualche mese fa la redazione di Roars ha posto dieci domande alla governance di IIT. Non abbiamo mai ricevuto risposta malgrado alcune di queste domande siano state discusse anche dal rapporto della Senatrice Cattaneo. In una intervista al sito Motherboard, che ha approfondito la questione Human Technopole, è stato chiesto di nuovo a IIT una risposta alle domande di Roars: così il giornalista racconta la replica di IIT
<<Ho chiesto a Stefano Amoroso, addetto alle pubbliche relazioni presso l’IIT, se fosse a conoscenza delle dieci domande di ROARS e la sua risposta è stata che “le risposte sono informazioni disponibili sul sito IIT.it. Alcune di esse sono senza ratio, oppure da rivolgere ai ministeri vigilanti.”>>
Poiché riteniamo che la risposte alle domande siano di interesse pubblico noi le stiamo ancora aspettando da IIT. Nel frattempo le riproponiamo.
- Perché IIT non applica le norme sulla trasparenza e integrità della pubblica amministrazione visto che la quasi totalità dei suoi fondi arrivano direttamente dal bilancio dello Stato? A cominciare dal fatto che i bilanci di IIT, a differenza di quelli delle università, non sono pubblici?
- Perché, a differenza di quanto avviene per le università, non sono pubblici i contratti, gli importi e le modalità di selezione dei consulenti e collaboratori di IIT?
- Perché, a differenza di quanto avviene per le università, non sono pubblici i dati relativi agli organi di indirizzo politico-amministrativo -ivi compresa la situazione patrimoniale- e degli incarichi amministrativi di vertice, comprensivi dei compensi? Quanto dura la carica di direttore scientifico, considerato che Cingolani è in carica dal 2005?
- Su che base e con quali procedure sono stabilizzati i ricercatori? Chi sceglie chi stabilizzare e chi lasciare nel precariato? Quanti sono i lavoratori che escono da IIT alla scadenza del contratto?
- Con quali criteri, da chi e con quali procedure sono stati scelti i responsabili dei centri in cui è organizzato IIT? Perché queste procedure non sono pubbliche come per le università?
- Con quali criteri e chi decide quali gruppi di ricerca universitaria finanziare? Che forma hanno e quanto costano le interazioni di IIT con le università italiane? Perché queste procedure non sono trasparenti e pubbliche come invece avviene per le linee di finanziamento del MIUR e dei maggiori centri di ricerca europei?
- Perché, a differenza di quanto avviene nelle università, i cittadini che finanziano IIT con le loro tasse non possono leggere né gli atti del Consiglio, né del Comitato Esecutivo, né gli atti che sottendono le decisioni prese dal Direttore Scientifico?
- A quanto si legge sul sito, IIT sembra svolgere una attività interna di valutazione. Chi sceglie i membri del board, con quali procedure e quale è il loro compenso? Come fa un organo nominato dagli organi di governo a valutare accuratamente? E, soprattutto, dove si possono leggere i rapporti di valutazione?
- A quanto ammonta il costo per articolo di IIT visto che sulla base di un semplice indicatore di produttività, il politecnico di Bari ha performance migliori di IIT? Quanti articoli sul totale sono pubblicati da personale che presenta doppia affiliazione (IIT ed una università italiana o straniera)?
- Nel progetto di IIT-Technopole chi ha scelto i sette poli e chi ha selezionato i direttori dei centri? Con quali procedure sono avvenute tali scelte?
Vertici IIT e “responsabile” dovrebbero imparare da zero cosa vuol dire “pubbliche relazioni”. Ma da persone così contigue al mondo politico italiano sarebbe difficile aspettarsi un atteggiamento meno arrogante.
ecco qua: http://video.repubblica.it/edizione/genova/iit-cingolani-costiamo-l-1-per-cento-e-produciamo-il-10-per-cento-della-ricerca/245298/245375?video
ma sarà vero? istintivamente ne dubiterei…
Il 10% della ricerca scientifica o il 10% della proprietà intellettuale ? Sono due cose molto diverse. Ma il riferimento ci lascerà nel dubbio…
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Comunque, un 10% della ricerca scientifica del Paese, mi suona poco verosimile (a parte che sarebbe da capire cosa viene messo in conto IIT solo perche’ “pagano” e quanto sia vera ricerca IIT).
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Sulla proprietà intellettuale poi il discorso è estremamete complesso. Tanto per cominciare, non è che l’ Italia brilli per brevetti. E poi, una sola domanda banale per tutte: quanto stanno fruttando i brevetti IIT (prodotti da ricercatori IIT) ?
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Ma vedo che la controffensiva mediatica è ormai in pieno svolgimento: proprio in questo momento (22:40 del 4/7) Voyager sta mandando in onda un servizio sulle “meraviglie tecnologiche dell’ IIT”. Di fronte a tanta tecnologia, bisogna essere i soliti “gufi” per non osannare all’ IIT!