Ha suscitato molte polemiche un articolo pubblicato su La Stampa secondo cui la Senatrice Elena Cattaneo sarebbe in conflitto di interessi perché nominata dalla ministra Lorenzin nella Commissione nazionale genomi italiani“. Tale commissione, dovrà occuparsi della «utilizzazione» e della «gestione»” del Fondo Progetto Genomi Italia istituito presso il ministero della Salute con un emendamento della legge di Stabilità (il 32 bis) firmato proprio dalla senatrice Cattaneo, insieme con i senatori Karl Zeller e Vittorio Fravezzi.
«Elena Cattaneo, che dunque in questa storia si trova a rivestire tanti ruoli: ha firmato l’emendamento che stanzia i fondi, 45 milioni in tutto; è adesso nominata nella Commissione che deciderà l’utilizzo di quei fondi; e è uno dei sei scienziati in un importante centro di ricerca, l’istituto nazionale di genomica molecolare (Ingm), che ha tutti i titoli per ricevere parte di questi fondi. Una situazione, secondo i suoi critici, di conflitto d’interessi.»
La Senatrice Cattaneo ha replicato su La Stampa per chiarire la questione, come aveva d’altra parte già fatto in precedenza. Il giornalista autore dell’articolo ha scritto una controreplica. Per chiarire facciamo un fact checking della controreplica del giornalista Iacopo Jacoboni. Scrive Jacoboni
«L’articolo 32 bis, comma 1, aggiunto all’articolo 32 della legge di stabilità 2016 approvata in Senato il 22 dicembre, e firmato da Elena Cattaneo e Karl Zeller, chiedeva di istituire un fondo denominato “Progetto genomi Italia’’, al quale è assegnata la somma di 15 milioni di euro per CIASCUNO degli anni 2016, 2017 e 2018. Lo riporto testualmente nel mio pezzo: 15 milioni per “ciascuno” dei tre anni. La legge di stabilità al comma 580 ne ha poi accolti 15 milioni in tre anni.»
Al contrario, e come scrive correttamente la Senatrice Cattaneo,
«Le risorse pubbliche destinate dalla legge di Stabilità 2016 per il Progetto Genomi Italia sono 15 milioni di euro in tre anni e non 45 come erroneamente riportato»
Nella legge di stabilità pubblicata in gazzetta ufficiale all’art 1 comma 580 si legge:
«Al fine di dotare il Paese di una infrastruttura dedicata ad un progetto nazionale di genomica applicata alla sanità pubblica, denominato “Progetto genomi Italia”, volto alla realizzazione di un piano nazionale di implementazione medico-sanitaria delle conoscenze e tecnologie genomiche con particolare riguardo al sequenziamento, all’analisi e alla valorizzazione scientifica delle sequenze genomiche della popolazione italiana, è istituito presso il Ministero della salute un fondo denominato “Progetto genomi Italia”, al quale è assegnata la somma di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018.»
Inoltre Jacoboni scrive che il conflitto di interessi ci sarebbe:
«Quanto alla definizione dei compiti della Commissione, cito dal documento del ministero, di cui La Stampa possiede copia in anteprima, all’articolo 1 comma 2: “La Commissione nazionale genomi italiani ha il compito di adottare gli atti e i provvedimenti concernenti l’utilizzazione del fondo ‘Progetto genomi Italia’, nonché la progettazione e la gestione del Progetto genomi Italia”.»
Anche qui una lettura (fact checking) attenta della norma primaria (la legge di stabilità) mostra che i compiti della commissione sono ben precisi. Nel comma 581 si legge.
«Gli atti e i provvedimenti concernenti l’utilizzazione del fondo, la progettazione e gestione del “Progetto genomi Italia”, di cui al comma 580, sono adottati da una Commissione, denominata “Commissione nazionale genomi italiani”, istituita con decreto di natura non regolamentare del Ministero della salute. La Commissione, di durata triennale, individua entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il soggetto o i soggetti, pubblici o privati, che si impegnano a cofinanziare il progetto, con lettera di intenti da acquisire entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nella misura non inferiore alle risorse destinate annualmente dallo Stato come individuate dal comma 580. Decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge senza l’individuazione di cofinanziatori del progetto, la Commissione di cui al presente comma cessa le proprie funzioni relazionando al Ministro della salute sulle circostanze che hanno impedito la realizzazione del progetto.»
Quindi la Commissione ha come compito principale di individuare cofinanziatori del progetto, ed ha sei mesi di tempo per raggiungere lo scopo. L’individuazione dei soggetti finanziati avverrà solo in seguito, e verrà svolta, secondo quanto dichiarato dalla senatrice Cattaneo, “demandando ad un bando pubblico e ad esperti, terzi e indipendenti, la selezione dei migliori progetti di ricerca negli ambiti individuati”. E la comunità scientifica dovrà vigilare che questo avvenga davvero.
Ci viene però un sospetto: non sarà che la Senatrice Cattaneo indossi calze turchesi come il giudice Raimondo Mesiano? O sono stati semplicemente accesi i ventilatori per le critiche fatte dalla Senatrice al progetto dello Human Technopole?
Un tempo si diceva “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca”.
La contro-replica di Jacoboni è notevole. Nel suo primo articolo ha scritto:
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“Nella legge di stabilità approvata in via definitiva al Senato il 22 dicembre scorso compare un emendamento – il 32 bis, firmato dai senatori Elena Cattaneo e Karl Zeller – che istituisce «presso il ministero della Salute un Fondo denominato “Progetto Genomi Italia”, al quale è assegnata la somma di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018»
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Non si capisce perché Jacoboni non abbia controllato la Gazzetta Ufficiale: la somma effettivamente assegnata sono 15 milioni in tutto. La Senatrice Cattaneo puntualizza e Jacoboni, invece di scusarsi, ha il coraggio di insistere:
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“«L’articolo 32 bis, comma 1, aggiunto all’articolo 32 della legge di stabilità 2016 approvata in Senato il 22 dicembre, e firmato da Elena Cattaneo e Karl Zeller, chiedeva di istituire un fondo denominato “Progetto genomi Italia’’, al quale è assegnata la somma di 15 milioni di euro per CIASCUNO degli anni 2016, 2017 e 2018. Lo riporto testualmente nel mio pezzo: 15 milioni per “ciascuno” dei tre anni. La legge di stabilità al comma 580 ne ha poi accolti 15 milioni in tre anni.»
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Ma nel suo articolo originale era tutt’altro che chiaro che i 45 milioni si riferivano solo a una proposta. Un qualsiasi lettore, di fronte all’uso dell’indicativo («istituisce «presso il ministero della Salute un Fondo denominato “Progetto Genomi Italia”, al quale è assegnata la somma di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018«) deduceva che al fondo *erano* stati assegnati 45 milioni in tre anni.
Sempre lungo la direzione del “pensar male”, sorge il sospetto che, a fronte di una segnalazione (magari proveniente da chi ha scopi diversi dal giornalismo), Jacoboni si sia fidato e abbia costruito il pezzo trascurando quelle verifiche che sono il pane quotidiano del giornalista di professione. Una volta pizzicato, la figura è talmente spiacevole che prova ad arrampicarsi sui vetri per non ammettere lo scivolone.
Fantagiornalismo? Può darsi, ma sono cose che capitano, quando gli interessi in gioco sono diversi da quello di informare.
La risposta finale sulla Stampa della Segreteria della Sen. Cattaneo su come la commissione gestira’ l’implementazione del progetto (peraltro assai pasticciato nelle sue linee generali) e’ molto poco chiara, per non dire che non si capisce niente. Si sarebbe potuto pensare all’inclusione di un membro estero, come per l’ASN. In ogni modo, avendo proposto l’emendamento, sarebbe stato opportuno che la Cattaneo si fosse tenuta fuori.
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Elena Cattaneo: «il Progetto Genomi- Italia, bisognerà renderlo innovativo anche nella regolamentazione dei bandi. Le erogazioni di soldi pubblici tramite “phone calls” (invece che “public calls”) o “ad personam” e senza competizione tra le idee sono pratiche inaccettabili. Chi le propone o ne trae vantaggio fa un danno al Paese. Per il bando è dunque previsto un comitato di esperti, terzi, indipendenti e competenti, ispirato a “politiche basate sulle prove d’efficacia”: con controlli e valutazioni in itinere si erogheranno fondi solo a risultati dimostrati.»
http://www.repubblica.it/salute/2015/12/15/news/progetto_genoma_made_in_italy-129522910/
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Questo è quanto Elena Cattaneo aveva scritto il 15 dicembre 2015 e che riporta virgolettato nella sua replica sulla Stampa. No a “phone calls” (e anche a email calls, presumo), ma “un comitato di esperti, terzi, indipendenti e competenti”. Sarà perché ho fatto il liceo classico, ma mi sembra un italiano comprensibile.
Ho fatto il Classico anch’io e, a mio modesto avviso, la risposta del capo della Segreteria della Senatrice (a cui mi riferivo), e’ molto fumosa. I “criteri” enumerati non sono criteri ma semplici buone intenzioni, di cui, come lei sapra’, e’ lastricata la strada dell’Inferno. Non le pare anomalo che la Cattaneo sia propositrice e co-presieda il comitato di gestione del Progetto? e che Novelli, legato a triplo filo alla Cattaneo su questo progetto, e gia’ membro di un super-comitato di consulenza del Ministro, sieda anche in questo di comitato? Mi sembrano conflitti e/o cumuli di cariche inopportuni assai. E come mai tutta l’esterofilia dell’ASN e’ andata a farsi benedire e non hanno pensato all’inclusione di un membro estero?
Sarà che il mio Classico era diverso, ma continuo a non vedere fumo quando leggo: “politiche basate sulle prove d’efficacia”: con controlli e valutazioni in itinere si erogheranno fondi solo a risultati dimostrati”. Come si dice? “Io dare moneta, ma tu dare cammello”. Come già osservato, conflitti simili (o più significativi) esisterebbero per il CNGR, il direttivo ANVUR e i coordinatori dei GEV. È pensabile (e opportuno) affidare tutto a commissari stranieri? Il punto chiave sono le procedure di valutazione dei progetti e di verifica dei risultati. Valutazione e verifica sono attività che, oltre a non essere (sperabilmente) svolte in prima persona da chi ne progetta l’architettura, devono prevedere la gestione (e la sterilizzazione) dei conflitti di interesse (un revisore non deve valutare il suo stesso ateneo, per esempio). Più che chiedere commissari al vertice caduti da Marte (e anche quelli stranieri possono avere le loro connessioni), il punto chiave è una corretta definizione delle regole e il loro rispetto.
Mi permetto di aggiungere che non ho assolutamente nulla contro la Cattaneo, delle cui buone intenzioni non dubito. Dispiace vedere che si sia lasciata coinvolgere in un’operazione ingarbugliata e poco trasparente.
Esattamente, la stampa del regime (=Stampa+Repubblica) è già al lavoro per diffamare con argomenti fasulli qualunque tipo di opposizione: qualcuno ricorda quando qualche anno fa la Repubblica pubblicò il paginone col titolo ‘i docenti universitari italiani sono i più pagati del mondo’?
Davvero non capisco che cosa avrebbe impedito di nominare commissari alternativi, evitando cosi’ conflitto di interessi (ovvio), cumulo di incarichi ed intreccio di connessioni molto forti e gia’ esistenti, tra commissari e tra questi e la Ministra. Un commissario estero ha meno probabilita’ di essere invischiato in faccende politico-accademiche nostrane, in genere di profilo non altissimo. Curioso che lei faccia fatica ad accettare questa obiezione, che era poi la ciccia dell’articolo sulla Stampa..
Per essere sicuri di evitare i conflitti di interesse, si sarebbero potuti nominare commissari privi di competenze in materia, una strada già percorsa dal MIUR per il gruppo di lavoro sui Big Data, non senza suscitare un po’ di ilarità:
https://www.roars.it/like-teenage-sex-lo-strano-gruppo-di-lavoro-miur-sui-big-data/
Alla luce della competenza ed esperienza della Senatrice Cattaneo, averla nella commissione che ha in carico progettazione e gestione del “Progetto genomi Italia” sembra una scelta del tutto ragionevole, dal punto di vista dell’interesse generale. Un compito impegnativo anche dal punto vista etico, non diversamente da quelli che gli scienziati di un certo rilievo sono abituati ad assumere quando entrano in comitati che gestiscono fondi di ricerca o nei comitati editoriali di riviste scientifiche.
La ciccia dell’articolo su La Stampa erano informazioni sbagliate come mostrato sopra, oltre che mettere sullo stesso piano la Commissione Genomi e Human Technopole cosa che è completamente sbagliata, poiché al contrario sono due operazioni completamente incommensurabili.
La sua risposta e’, con tutto il rispetto, molto debole. Non c’e’ bisogno di citare pessimi esempi, certo non da seguire, al solo scopo di ridicolizzare i più’ che legittimi dubbi sollevati riguardo la (scarsa) trasparenza dell’operazione. Trovare genetisti con ottima reputazione scientifica ed integrità’ etica, disposti a prendere la guida del Comitato, non sarebbe stato complicato. In Italia non c’e’ solo la Cattaneo, ne’ credo lei sia cosi’ ingenuo da pensare che sia cosi’. E’ un vero peccato che la Cattaneo si sia lasciata invischiare in logiche di potere che appartengono ad altri e non le fanno onore.
Non si capisce perché far parte di quel comitato significhi lasciarsi “invischiare in logiche di potere che appartengono ad altri e non le fanno onore”. E nemmeno si capisce dove sia “la (scarsa) trasparenza dell’operazione”. Sembra strano che un anonimo (!) rinfacci alla Cattaneo la scarsa trasparenza, quando la Senatrice risulta chiaramente esposta in prima persona, sia perché ci mette la faccia (firma sull’emendamento e assunzione di responsabilità nella commissione) sia per gli impegni di metodo che ha preso pubblicamente (no a “phone calls”, esperti terzi, fondi solo a risultati dimostrati) sia perché la commissione (per sua stessa indicazione) si scioglie se non trova i cofinanziatori. La forza delle risposte dipende dagli argomenti e anche dal coraggio di firmarsi, perché sappiamo bene che non tutti osano metterci la faccia, soprattutto quando tirano in ballo la trasparenza e l’onore … degli altri.
Certo che serve per screditare la senatrice Cattaneo in relazione alle sue prese di posizione sul post-expo. Il giornalista è stato imbeccato donde gli errori. Ma perché non se la prende anche col ministro che l’ha nominata? Però contemporaneamente Cingolani è amareggiato e la sua sensibilità lo spinge a mollare, e a mischiare l’inglese avanzato coll’italiano arretrato : “large-scale facility, creare grandi infrastrutture di scala, per il data storage, il sequenziamento, i big data, e quella della ricerca diffusa”. E dovrà intervenire Renzi ad asciugare le lacrime e a rincuorare. Anche la chiusa è bella: “l’Italia … lentamente si avvita su stessa e perde campo e posizioni nella ricerca” a causa di lotte baronali intestine. E dalle! Quanta retorica sprecata.
Tuttavia, proprio per questo, sarebbe stato forse più prudente non entrare in quella commissione. Quel titolo di quell’articolo il danno l’ha già fatto.
Bisognerebbe chiudersi in un monastero (e non basterebbe). Se vi è lo scopo di individuare “il soggetto o i soggetti, pubblici o privati, che si impegnano a cofinanziare il progetto” la presenza nella commissione della Senatrice Cattaneo qualche qualche utilità ce l’ha, in considerazione del suo ruolo pubblico e della visibilità politica e scientifica. Intanto, attendiamo con fiducia la risposta di IIT alle nostre 10 domande:
https://www.roars.it/domande-sullistituto-italiano-di-tecnologia/
Secondo me il MIUR dovrebbe esporre questo cartello:
“Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”
è tutto qui il problema. Certo che ci sono persone rispettabilissimi, che i conflitti di interesse rigurdano un po’ tutti etc … e allora la soluzione più semplice è: bandi arzigogolati e criteri numerici strampalati!
persone rispettabilissime :-) erano professori, poi sono diventate persone :-)
vabbè lasciamo perdere :-)
Mi perdoni, davvero secondo lei la presenza della Cattaneo nella commissione di gestione del Progetto aiuterebbe a trovare co-finanziamenti privati? e’ un argomento parecchio rischioso e, sono sicuro, neppure condiviso dalla Professoressa Senatrice. Che peraltro farebbe bene a non farsi Levi-Montalcinizzare; per quanto sia brava, non e’ ancora la Rita.
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Se non li trova, la commissione si scioglie:
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“Decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge senza l’individuazione di cofinanziatori del progetto, la Commissione di cui al presente comma cessa le proprie funzioni relazionando al Ministro della salute sulle circostanze che hanno impedito la realizzazione del progetto.” (comma 581 della legge di stabilità)
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Chi entra nella commissione ci mette la faccia e, se non riesce a trovare i cofinanziamenti, va a casa. Da notare che la clausola di scioglimento” era presente nell’emendamento CATTANEO, ZELLER, FRAVEZZI:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=17&id=945690&idoggetto=960292).
La piccola macchina del fango. Chissà chi l’ha ispirata: mistero.
Credo che le posizioni di IIT, il budget assegnatogli, il tesoretto improduttivo, il livello di produttività scientifica e le oggettive perplessità, molto serie, che sono seguite alla nota vicenda del dopo Expo ed alla nomina del prof. Cingolani siano state molto correttamente ed appropriatamente sollevate, discusse e criticate dalla comunità scientifica Italiana. In particolare la Senatrice ed illustre scienziata Elena Cattaneo in recenti interventi pubblici ha sollevato argomentazioni e critiche totalmente condivisibili sull’operazione e sulle modalità di pianificazione di Human Technopole.
Fatta questa premessa mi spiace constatare la situazione nella quale si è venuta a trovare la prof.ssa Cattaneo. Personalmente ritengo non fosse necessario accettare di far parte della Commissione che avrebbe dovuto, nel periodo stabilito, individuare i soggetti pubblici e privati che si sarebbero potuti impegnare a cofinanziare il progetto. La prof.ssa Cattaneo opera proprio nelle strutture di un possibile assegnatario ed al di là del ritenere assolutamente indiscutibile la sua rettitudine morale e la sua correttezza scietntifica ritengo non avrebbe dovuto accettare l’incarico proposto.
Sì, è un conflitto d’interesse e mi spiace molto constatarlo.
“Sì, è un conflitto d’interesse”
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Non più di quello di Giuseppe Novelli (Rettore di Roma Tor Vergata che siede nella stessa commissione) e di quello dei colleghi che siedono nel CNGR (che “nomina gli studiosi che fanno parte dei comitati di selezione” che valuteranno le loro stesse strutture), come pure i membri del Direttivo ANVUR (che valuta pure le università e i dipartimenti di provenienza dei consiglieri) e i componenti dei GEV (idem). A questo punto, facciamo valere le stesse regole ovunque e facciamo gestire tutto da stranieri (è praticabile?).
Questo processo alle intenzioni è assolutamente fuori luogo. Come abbiamo scritto nel post < <“demandando ad un bando pubblico e ad esperti, terzi e indipendenti, la selezione dei migliori progetti di ricerca negli ambiti individuati”. E la comunità scientifica dovrà vigilare che questo avvenga davvero.>> Ed è fuori luogo qualsiasi accostamento della commissione nazionale genomi a IIT-HT. La differenza è semplice: IIT esiste da 13 anni e si sa bene quali sono i suoi standard di trasparenza. HT è stato varato in qualche mese, e anche lì gli standard di trasparenza sono noti. Il resto sono chiacchere di una stampa (e non solo La Stampa) che presenta HT come “il progetto per l’uomo quasi immortale”.
Io non sono d’accordo con Sylos Labini quando critica la stampa (con la “s” minuscola) per come ha trattato il caso IIT-Technopole. Capirei, se avessero agitato il miraggio dell’immortalità tout court: roba da pifferai, come il tizio che prometteva di sconfiggere il cancro in tre anni. Aver aggiunto quel “quasi” all’aggettivo “immortale” è un chiaro segnale di serietà professionale, ci riporta sul piano di un understatement molto “British” e dissipa ogni dubbio sulla possibile natura propagandistica di quei servizi (credo sia il termine giusto) giornalistici.

Il conflitto di interesse riguarda anche il Prof. Giuseppe Novelli, membro del Consiglio Superiore di Sanita’, advisor del Ministro Lorenzin e magna pars nella proposta e “delineazione” del Progetto Genomi.
Certo è che se continuiamo a fare le politiche della ricerca mediante decreti-legge urgenti ed emendamenti alle leggi di stabilità, andremo presto allo sfascio del sistema. Questo vale per l’IIT ma anche per la Senatrice Cattaneo, mi dispiace dirlo. Ormai i fondi per università e ricerca sono oggetto di veri assalti alla diligenza.
“Metterci la faccia”…figuriamoci. Cerchiamo di non prenderci in giro per piacere, almeno questo. Per l’appunto, non siamo al liceo.
TAG: «“Metterci la faccia”…figuriamoci. Cerchiamo di non prenderci in giro per piacere, almeno questo»
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È stato TAG a suggerire che la presenza in commissione della Senatrice Cattaneo non aiutasse a trovare cofinanziamenti dichiarandosi sicuro che nemmeno la Senatrice ci credeva (“davvero secondo lei la presenza della Cattaneo nella commissione di gestione del Progetto aiuterebbe a trovare co-finanziamenti privati? e’ un argomento parecchio rischioso e, sono sicuro, neppure condiviso dalla Professoressa Senatrice”).
Io ho semplicemente mostrato che deve crederci, visto che è la Senatrice ad aver suggerito la clausola “tutti a casa” che scioglie la commissione nel caso non trovi i cofinanziatori entro sei mesi. Infatti, ho mostrato (dando il link) che la clausola “tutti a casa” è presa dall’emendamento cofirmato dalla Cattaneo. Mi sembra pure chiaro -anche per chi non ha fatto il Classico- che la clausola obbliga a metterci la faccia: se non si trovano i cofinanziatori, è fin troppo evidente chi ha fallito. A TAG potrà forse dispiacere che i dati di fatto contraddicano le sue certezze (“sono sicuro” aveva scritto), ma non ha ragione di sentirsi preso in giro da quelli che sono riscontri fattuali.
Sono sicuro che la Cattaneo non condivida l’idea di un ruolo di “golden girl” che con il suo prestigio convince il privato a sganciare quattrini. E’ una maniera un po’ caricaturale di rappresentare la realta’ e (soprattutto) non e’ cosi’ che si convincono le imprese a partecipare. Non le pare?
Ci mancava pure la “golden girl”. Un modo un po’ caricaturale di rappresentare la realtà, come giustamente riconosce TAG, che però è il primo e l’unico a usare le caricature. Ormai, siamo allo “straw man argument”.
Sono anonimo come molti dei partecipanti a questo forum che lei amministra. Non mi pare che per altri lei abbia sollevato eccezioni. Non le e’ chiaro perche’ l’intero procedimento sia poco trasparente e la composizione di parte della commissione discutibile? me ne dolgo per lei. “Metterci la faccia” e’ un’espressione in voga ma priva (questa si) di contenuto, cosi’ come sono molto impapocchiati e soprattutto vaghi i passaggi della risposta del Segretario della Senatrice, da lei selezionati e citati come esempi di chiarezza purissima. A me pare che lei sia impegnato in una difesa ad oltranza ed “a prescindere”, mi auguro non dettata da ragioni di opportunita’ politica, visto il “calibro” dei personaggi coinvolti. Buona Pasqua.
TAG: “Sono anonimo come molti dei partecipanti a questo forum che lei amministra. ”
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Certamente, ma non ci vuole molto a capire che non è il massimo della credibilità muovere (senza riscontri) accuse di scarsa trasparenza mediante un account anonimo. TAG si duole, parla di passaggi “impapocchiati” e “vaghi”, ma, a parte gli aggettivi a effetto, cosa dice? Finisce per inventarsi la “golden girl” per poi dire che è una rappresentazione caricaturale. E per non farsi mancare nulla, imputa all’interlocutore “ragioni di opportunita’ politica, visto il “calibro” dei personaggi coinvolti”. Non abbiamo nulla contro l’anonimato, ma quando ci si muove sul piano delle insinuazioni un bel nome e cognome denoterebbe il coraggio delle proprie convinzioni, quel “metterci la faccia” che non sembra così tanto in voga quando si tratta di prendersi la responsabilità di quello che si scrive.
Riveda le sue nozioni sullo “straw man argument”, che non c’entra assolutamente un fico secco.
TAG: “Riveda le sue nozioni sullo “straw man argument”, che non c’entra assolutamente un fico secco”
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“L’argomento fantoccio (dall’inglese straw man argument, o straw man fallacy, letteralmente «argomento dell’uomo di paglia»), è una fallacia logica che consiste nel confutare un argomento proponendone una rappresentazione errata o distorta”
https://it.wikipedia.org/wiki/Argomento_fantoccio
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TAG: “Sono sicuro che la Cattaneo non condivida l’idea [confutazione] di un ruolo di “golden girl” che con il suo prestigio convince il privato a sganciare quattrini. E’ una maniera un po’ caricaturale di rappresentare la realta’ [rappresentazione errata o distorta]”
Per Sylos Labini: a me pare che il succo fosse nell’evidenziare il conflitto di interessi eccetera, non tanto nell’ammontare del finanziamento. Questione di opinioni, ovviamente. Devo pero’ constatare che c’e’ un vizio di forma e di fondo nel dibattito aperto su questo forum, come si evince bene dal titolo e quel che ne consegue. Svarioni giornalistici su emendamento a parte (su cui c’e’ poco da dire), la vostra e’ una linea di schieramento netto, un fuoco di sbarramento che non ammette deroghe. Posizione legittima ma che io non condivido.
Ma il finanziamento di 1,5 miliardi c’è o non c’è?
La replica dell’IIt sul sole 24 ore di ieri 27/3 dice che non c’è nessun finanziamneto.
Boh?
C’è c’è. Come può non esserci visto che Renzi l’ha annunciato?
aahh, ho capito c’è ma non si vede :-) è una madrakata :-)
[…] Ha suscitato molte polemiche un articolo pubblicato su La Stampa secondo cui la Senatrice Elena Cattaneo sarebbe in conflitto di interessi perché nominata dalla ministra Lorenzin nella Commissione nazionale genomi italiani. Tale commissione dovrà occuparsi della «utilizzazione» e della «gestione» del Fondo Progetto Genomi Italia, istituito presso il ministero della Salute con un emendamento della legge di Stabilità firmato proprio dalla senatrice Cattaneo insieme con i senatori Karl Zeller e Vittorio Fravezzi. […]
La Commissione, di durata triennale, individua entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il soggetto o i soggetti, pubblici o privati, che si impegnano a cofinanziare il progetto, con lettera di intenti da acquisire entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nella misura non inferiore alle risorse destinate annualmente dallo Stato come individuate dal comma 580.
Questa norma è un barzelletta. Lettera di intenti ? Prima versassero una quota o almeno una fidejussione…..ah ah aah…..
Con le “lettere di intenti” si va mangia poco…il mio panettiere non le accetta come pagamento….
Per chi non lo avesse ancora chiaro, si prospetta un ennesimo trasferimento di denaro pubblico verso pool di privati e non viceversa.
Sara’ davvero interessante vedere chi saranno gli eventuali soggetti privati e se avranno qualche rapporto pregresso con membri della commissione che valuterà’ le “lettere di intenti”.