La settimana ROARS:
13 – 27 dicembre 2015.
Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso delle settimane appena concluse.
- «… lo sfregio finale è che lo sanno anche quelli di giurisprudenza [che non si possono sommare i percentili]. Il che, per gli ingegneri [dell’ANVUR], mi sembra che sia il colpo di grazia»: un video didattico vi svelerà gli arcani – ma anche gli errori – dei criteri bibliometrici della VQR 2011-2014 (Il sonno della ragione genera anamorfosi bibliometriche). Rimanendo in tema, Andrea Bellell, con un’ardita ma azzeccata metafora osserva che la «Vqr è stata e continua ad essere svolta (male) come se si valutassero mutande anziché Atenei» (Università, qualche perplessità sui metodi di valutazione). E secondo Matteo Renzi, «sono vent’anni che diciamo che le nostre università fanno schifo… cominciamo a premiare il merito». Ma il “premio” è una punizione generalizzata e la valutazione del merito stabilisce solo chi sarà punito di più e chi sarà punito di meno (Università: tutti d’accordo a premiare il merito. Meglio di no, grazie). Ma se la VQR piange, l’ASN non ride: lo scorso 30 luglio l’ANVUR aveva pubblicato le liste di riviste scientifiche e di classe A per l’ASN, ma – in conformità a quella che è ormai nota come “policy dei documenti a cucù” – le liste scomparvero a poche ore dalla pubblicazione, per riapparire solo dopo l’estate. Con quali cambiamenti? (L’ASN che verrà? Apparizioni e scomparse nelle liste di riviste ANVUR)
- Niente indennità di disoccupazione ai precari della ricerca (Legge di Stabilità 2016: lettera aperta del CRNSU al Ministro Giannini), ma intanto si elimina la supertassa sugli yacht (sopra i 14 metri) introdotta dal governo Monti. In estrema sintesi, bastano queste due misure per cogliere il segno della legge di stabilità (La cultura per Renzi: più yacht, meno ricercatori ). Ma anche se si esamina il dettaglio dei provvedimenti (Verso la legge di stabilità (parte 2)…), non si nota alcun cambio di verso (L’università nella legge di stabilità: si cambia direzione?) rispetto a quello che è stato il più grande disinvestimento nella formazione superiore, documentato dai dati choc del rapporto Res sugli atenei del Sud curato dall’economista Gianfranco Viesti (Università, l’Italia taglia, la Germania investe). Le voci, molteplici e concordi, che arrivano dal mondo degli atenei non trovano ascolto da parte del Governo (18 Dicembre – Montecitorio: “Per l’anno che verrà: non ci bastano i buoni propositi”). A completare il quadro, la decisione di dirottare ingenti risorse (mediante decretazione di urgenza!) a favore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, le cui zone d’ombra sono ben evidenziate dalle domande contenute in una lettera ricevuta dalla Redazione (Domande sull’Istituto Italiano di Tecnologia). E anche in Spagna lo scenario non è molto diverso, come testimoniato dalla lettera aperta che una scienziata emigrata, Amaya Moro-Martin, ha indirizzato al suo premier Mariano Rajoy (An open letter to the Spanish PM from an émigré researcher).
- Tutto sommato, per lavorare è meglio non laurearsi affatto. Una tesi che sarebbe fondata su alcuni dati emersi dall’edizione 2015 del rapporto OCSE Education at a Glance. Ma cosa dicono davvero i dati? (Ma quindi laurearsi non aiuta nel lavoro, giusto? Sbagliato) Nonostante i fattoidi e le leggende, l’istruzione universitaria rimane uno strumento di emancipazione civile ed economica. Ciò nonostante, chi proviene da un ambiente socialmente favorito continua ad essere avvantaggiato, oggi come negli anni ’50, epoca in cui si svolge la nostra “storiella di Natale” (Una storiella: quanto vale l’istruzione universitaria?).
- Per misurare la distanza tra gli intenti dichiarati e quelli realizzati, può essere utile sfogliare una risoluzione sugli enti pubblici di ricerca della VII commissione del Senato, risalente ad un anno fa (Risoluzione della VII Commissione Permanente del Senato in materia di Enti Pubblici di Ricerca). Sempre a proposito di enti di ricerca, segnaliamo la prima versione delle linee guida in materia di integrità nella ricerca elaborate dalla Commissione Etica del CNR (CNR: linee guida in materia di integrità nella ricerca).
- Segnaliamo anche che il termine per la presentazione dei progetti PRIN è stato prorogato al 15 gennaio, ore 15 (PRIN: arriva la proroga!).
- Pubblichiamo le slide della Opening lecture tenuta da Francesco Sylos Labini al meeting “Encontro de Cientistas 2015” tenutosi a Lisbona lo scorso Giugno 2015 (Science and The Economic Crisis).