“… il fondo di finanziamento ordinario (Università) nel 2019 sarà pari a 7.450 milioni (era 7.318 milioni nella legge di bilancio 2018) e raggiungerà 7.679 milioni nel 2021, mentre il FOE (enti pubblici di ricerca vigilati dal MIUR) arriverà a 1.803 milioni (era pari a 1.697 milioni nel 2018), ed il fondo per le borse di studio (FIS) raggiungerà la cifra di 246 milioni (era pari a 236 milioni). Come sapete, abbiamo chiesto ed ottenuto alla Camera dei Deputati di approvare degli emendamenti che hanno incrementato per il 2019 il FFO di 40 milioni, il FOE di 40 milioni e il fondo per le borse di studio (FIS) di 10 milioni, per un totale di 90 milioni. […] Durante l’interlocuzione con la Commissione Europea, è stato chiesto di accantonare fino a luglio una cifra di 2 miliardi, che è stata ripartita tra tutti i ministeri. La quota spettante al capitolo università e ricerca corrisponde a 100 milioni, cifra che quasi coincide con gli aumenti previsti nella legge di bilancio approvata alla Camera. Ma non si tratta di tagli reali: allo stato attuale stiamo parlando di accantonamenti prudenziali, non di tagli, i quali fino a luglio non avranno alcun effetto sugli atenei ed enti di ricerca, perché la ripartizione di FOE, FFO e FIS arriva di norma nella seconda metà dell’anno. Al momento l’interesse prioritario è quello di evitare la procedura di infrazione, che produrrebbe l’obbligo di tagli ben maggiori per tutti i ministeri, dunque ci siamo mossi consci di questa grande limitazione, e non siamo riusciti ad ottenere di più con da subito, nella legge di bilancio, come avremmo voluto.”

Pubblichiamo la replica del vice-Ministro Fioramonti alla lettera degli studenti del CNSU.

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Cara Anna, cari studenti

vi ringrazio per la lettera.
Mi piacerebbe si facesse chiarezza su alcuni punti di realtà, benché la speranza mia e di tutto il gruppo del M5S che si occupa di Università e Ricerca è di poter assicurare ancora maggiori risorse e facilitazioni tramite leggi ordinarie.
Dalla legge di bilancio vediamo come il fondo di finanziamento ordinario (Università) nel 2019 sarà pari a 7.450 milioni (era 7.318 milioni nella legge di bilancio 2018) e raggiungerà 7.679 milioni nel 2021, mentre il FOE (enti pubblici di ricerca vigilati dal MIUR) arriverà a 1.803 milioni (era pari a 1.697 milioni nel 2018), ed il fondo per le borse di studio (FIS) raggiungerà la cifra di 246 milioni (era pari a 236 milioni).

Come sapete, abbiamo chiesto ed ottenuto alla Camera dei Deputati di approvare degli emendamenti che hanno incrementato per il 2019 il FFO di 40 milioni, il FOE di 40 milioni e il fondo per le borse di studio (FIS) di 10 milioni, per un totale di 90 milioni.  Questi dati sono rintracciabili qui.

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01084711.pdf

NdR GLI IMPORTI ESPOSTI SI RIFERISCONO RISPETTIVAMENTE AI RESIDUI (RS), ALLE PREVISIONI DI COMPETENZA (CP) E ALLE PREVISIONI DI CASSA (CS).

Relativamente al Fondo per il finanziamento ordinario delle università, la cifra di partenza pari a 7.382 MLN (Sezione II Previsioni) è la somma di 7.318 MLN (FFO 2018) + 64 MLN dovuti a incrementi in corso d’anno di cui, principalmente, il riversamento delle cattedre natta nell’FFO. L’incremento di 68 MLN (Sezione I Previsioni) è la somma di 20 MLN (piano RTDb), 8 MLN (Scuola Normale superiore meridionale), 40 MLN (“emendamento Bella”). Tale incremento, sommato a 7.382 MLN, restituisce 7.450 MLN  (FFO 2019 nell’ultima colonna Bilancio Integrato). Tenendo conto che all’incremento di 68 MLN contribuisce un ulteriore residuo delle Cattedre Natta, pari a 22 MLN, l’incremento reale è pari a 46 MLN, arrotondati per difetto a 40 MLN nella replica del viceministro Fioramonti).

Durante l’interlocuzione con la Commissione Europea, è stato chiesto di accantonare fino a luglio una cifra di 2 miliardi, che è stata ripartita tra tutti i ministeri. La quota spettante al capitolo università e ricerca corrisponde a 100 milioni, cifra che quasi coincide con gli aumenti previsti nella legge di bilancio approvata alla Camera. Ma non si tratta di tagli reali: allo stato attuale stiamo parlando di accantonamenti prudenziali, non di tagli, i quali fino a luglio non avranno alcun effetto sugli atenei ed enti di ricerca, perché la ripartizione di FOE, FFO e FIS arriva di norma nella seconda metà dell’anno.

Ovviamente, ci sarà tutto l’impegno da parte mia e del governo nel cercare di evitare che questi accantonamenti “obbligatori” previsti nella clausola di salvaguardia divengano effettivamente tagli, e se il nostro Paese saprà rispettare gli impegni presi, come tutti crediamo, quei soldi diverranno di nuovo disponibili e gli aumenti per FFO, FOE e FIS saranno pienamente godibili.

Al momento l’interesse prioritario è quello di evitare la procedura di infrazione, che produrrebbe l’obbligo di tagli ben maggiori per tutti i ministeri, dunque ci siamo mossi consci di questa grande limitazione, e non siamo riusciti ad ottenere di più con da subito, nella legge di bilancio, come avremmo voluto.

Continuerò a lavorare nella direzione discussa insieme nei nostri incontri, spiegando l’importanza di formazione e ricerca per lo sviluppo del Paese e di quale sia il ritorno degli investimenti in questo settore (con un fattore pari a 3,7, in base ai dati OCSE).

Inoltre continueremo a percorrere la strada della trasparenza, lavorando affinché qualunque processo decisionale riguardante Università e Ricerca diventi completamente trasparente e quanto più meritocratico possibile: anche su questo vi saranno novità importanti già a partire da Gennaio.

Un caro saluto e buone feste,
Lorenzo.

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Addendum (a cura della Redazione)

23 dicembre 2018 – LEGGE DI BILANCIO 2019 Quadro di sintesi degli interventi: download

Gli interventi menzionati nella replica del vice-Ministro sono riassunti a pag. 103-105

  • si incrementa il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) di € 20 mln nel 2019 e di € 58,63 mln annui dal 2020, per il conferimento di contratti di ricerca a tempo determinato di tipo B (articolo 24, comma 3, lett. b), L. 240/2010) a 1000 ricercatori (comma 400), nonché, per il 2019, di ulteriori € 40 mln (comma 979);

[…]

  • si prevede che l’università degli studi di Napoli Federico II istituisce sperimentalmente, per un triennio, a decorrere dall’a.a. 2019-2020, in propri locali, la Scuola superiore meridionale. Al termine della sperimentazione, la Scuola, previa valutazione positiva dell’ANVUR e reperimento di idonea copertura finanziaria, assume, con apposito provvedimento legislativo, carattere di stabilità. Per le attività della Scuola, si autorizza la spesa di € 8,209 mln per il 2019, € 21,21 mln per il 2020, € 18,944 mln per il 2021, € 17,825 per il 2022, € 14,631 mln per il 2023, € 9,386 mln per il 2024, € 3,501 mln per il 2025 (commi da 409 a 413);

[…]

  • si incrementa di € 10 mln, per il 2019, il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio universitarie (comma 981);

[…]

  • si riconosce un contributo straordinario di € 30 mln annui per 10 anni – dal 2019 al 2028 al Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) (comma 211);
  • si incrementa la dotazione del Fondo ordinario per il finanziamento degli enti e degli istituti di ricerca vigilati dal MIUR (FOE) di € 10 mln per il 2019 (comma 584);

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15 Commenti

  1. Ammesso che sia presentabile un aumento FFO modulo il fatto che “il nostro Paese saprà rispettare gli impegni presi, come (quasi) tutti crediamo” e ammesso che sia presentabile (ma non lo è) la correlazione tra vinicoli europei e azioni sull’università, si pone una domanda su:

    “Durante l’interlocuzione con la Commissione Europea, è stato chiesto di accantonare fino a luglio una cifra di 2 miliardi, che è stata ripartita tra tutti i ministeri. La quota spettante al capitolo università e ricerca corrisponde a 100 milioni, cifra che quasi coincide con gli aumenti previsti nella legge di bilancio approvata alla Camera. Ma non si tratta di tagli reali: allo stato attuale stiamo parlando di accantonamenti prudenziali, non di tagli, i quali fino a luglio non avranno alcun effetto sugli atenei ed enti di ricerca, perché la ripartizione di FOE, FFO e FIS arriva di norma nella seconda metà dell’anno.”

    La richiesta di accantonamento è ragionevolmente stata avanzata prima che fossero definite le attribuzioni (ancorché virtuali, definite nel dettaglio solo domenica scorsa) ai ministeri.
    Ora la quota di 100 milioni “spettante” al capitolo università e ricerca corrisponde ad una quota definita rispetto alla ripartizione tra ministeri nella finanziaria dello scorso anno ? o con quale altro criterio ?

    In altri termini come nasce la cifra di 100 M€ ? La quota è stata definita prima o dopo i citati 90 M€ “extra” (FFO di 40 milioni, il FOE di 40 milioni e il fondo per le borse di studio (FIS) di 10 milioni) ?
    Se fosse stata definita prima ci sarebbe il ragionevole dubbio che in realtà finirà con essere 190 M€….

  2. Fioravanti è ispirato da sani principi, il punto è capire come lui e 5S riusciranno a fare qualcosa di concreto di fronte ad uno spesso muro di gomma, come quello creato da tutti i partiti negli ultimi 10 anni. Un’ottima occasione per mostrare la sua incisività sta proprio nell’ultimo paragrafo:

    “…lavorando affinché qualunque processo decisionale riguardante Università e Ricerca diventi completamente trasparente e quanto più meritocratico possibile: anche su questo vi saranno novità importanti già a partire da Gennaio.”

    Ci aspettiamo quindi che già da Gennaio non sentiremo più parlare di amenità come valutazione bibliometrica, ANVUR, VQR e affini. Fondamentale è anche un taglio secco delle demenziali e costose burocrazie.

  3. 1. Faccio sommessamente rilevare che con i cattivi al governo nell’FFO 2018 (7318 + 64 MLN cattedre Natta)) si è osservato un incremento di 337 (+ 64 MLN Cattedre Natta) rispetto all’FF0 2017 (6981 MLN). Oggi, con la manovra espansiva (!!!) sono stati previsti + 68 MLN rispetto a quanto previsto nel 2018.. Questi sono i numeri, mi sembra, un pò pochino se si vuole investire in cultura e ricerca.
    2. Si prende atto dell’auspicio: “ci sarà tutto l’impegno nel cercare di evitare che questi accantonamenti “obbligatori” (100 MLN) previsti nella clausola di salvaguardia divengano effettivamente tagli”. Un po’ di preoccupazione è legittima se il governo prevede una crescita +1% contro un ultimo trimestre di crescita -0.1 %. Anche questi sono numeri, mi sembra.
    3. Poi se guardiano ai miliardi investiti nella revisione della legge Fornero le preoccupazione sono anche più forti. Credere che mandare indiscriminatamente in pensione prima qualche centinaia di migliaia di baby boomers (quelli che hanno potuto godere di stabilità lavorativa per una vita, che hanno conosciuto il tempo indeterminato, hanno riscatto anni di laurea con contributi poco più che figurativi) in un paese con meno di tre lavoratori oggi per pensionato (tra un pò 2 lavoratori ogni pensionato), con la spesa pensionistica più alta del mondo rispetto al PIL, con la contribuzione previdenziale altissima (oltre 32% per i dipendenti), con la media dell’età dei pensionati più bassa di Europa a 6 anni dalla vituperata legge Fornero, con il numero degli ultrasessantenni uguale ai numeri degli under trentenni oggi in Italia (prima volta nella storia della umanità e primo caso nel mondo nelle nazioni sviluppate) sia un fatto rivoluzionario e fautore di sviluppo mi lascia molto perplesso. Ancora peggio se mandi questi lavoratori in pensione con un assegno più basso rispetto a tre/quattro anni più tardi, finanziando il tutto con il blocco delle assunzioni nella PA e riducendo da subito per 3 anni l’aggiornamento degli assegni pensionistici (2,2 Miliardi in tre anni al netto dei 300 Milioni dalla pensioni d’oro). Certo qualche voto lo prendi, meglio lo mantieni, ma lo sviluppo è un’altra cosa.
    Nicola Ferrara

    • Non dimenticherei che dei +337 milioni del FFO 2018, 271 erano relativi ai cosiddetti ‘dipartimenti di eccellenza’. Dunque, il fatto che quel livello di finanziamento sia stato mantenuto e anzi aumentato di ulteriori 68 milioni a me non pare trascurabile, così come la definitiva sparizione delle famigerate cattedre Natta mi sembra un’ottima notizia. Non mi pare quindi che a livello di FFO complessivo si possano fare le pulci all’attuale governo; semmai, si potrebbe/dovrebbe parlare del mancato reintegro degli scatti e dell’anzianità dopo la mancetta scandalosa dell’anno scorso, della necessità di misure strutturali in termini di PRIN (un bando ogni tre anni non è certo sufficiente), di nuovi piani straordinari di assunzioni, di riforma del reclutamento… Di una serie di misure, insomma, che sarebbero state necessarie per iniziare a rimediare ai guasti dei disastrosi governi FI e PD che si sono succeduti nell’ultimo decennio (a proposito, non mi pare che quei partiti abbiano fatto alcuna autocritica in materia; in questo modo qualche voto lo mantieni, ma la gran maggioranza li hai persi per sempre).

  4. A quanto pareva, vi erano state anche manifestazioni di ringraziamento al Grande Fratello per aver aumentato la razione settimanale di cioccolato, portandola a venti grammi. Ma se appena ieri, pensò Winston, avevano annunciato che la razione di cioccolato doveva essere abbassata a venti grammi! Possibile che potessero mandar giù una balla simile a distanza di sole ventiquattr’ore? Sì, era possibile. Parson se l’era bevuta tranquillamente, con la stupidità di un animale.

    George Orwell, Nineteen Eighty-Four, 1949…e sempre attuale

  5. @fausto_proietti 1. i 271 MLN sono entrati nel sistema universitario in ogni caso, la logica della distribuzione ai cosiddetti “dipartimenti di eccellenza” può essere criticata, ma i numeri sono quelli a fronte dei 68 MLN attesi per il 2019. 2. vedo che non è preoccupato della clausola di salvaguardia (100 MLN), ne prendo atto. 3. sono d’accordo con lei per quanto attiene: a) mancato reintegro degli scatti e dell’anzianità ; b) necessità di misure strutturali in termini di PRIN. c) piani straordinari di assunzione. 4. in circa 40 anni ho visto numerose diverse e fantasiose forme di reclutamento, mi sono annoiato. Prendo atto che che c’è ancora chi crede che modificando per l’ennesima volta la forma del reclutamento si faccia un passo avanti nella sostanza.
    Nicola Ferrara

    • Anch’io ne ho viste molte di forme di reclutamento: quella attuale (concorsi locali con commissioni locali nominate dai consigli di dipartimento locali) mi pare francamente la più schifosa di tutte.

  6. @faustoproietti
    Prima del concorso locale c’e’ l’abilitazione che e’ per cosi’ dire “Nazionale”.
    Non ricorda i concorsi locali con due e finanche tre abilitati, poi tutti chiamati ?
    Cosa c’e’ di peggio ?

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