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5 Commenti

  1. Mi scuso per l’off topic (quasi) totale e a maggior ragione ringrazio chi sapesse e volesse rispondermi.
    Che fine ha fatto il primo piano straordinario di reclutamento, lanciato (unitamente ai tre che lo seguiranno) dalla legge di bilancio di Draghi? I soldi sono stati ripartiti fra le sedi con un decreto ministeriale della ex ministra risalente ai primi di giugno, e io avevo capito che si potesse-dovesse bandire grazie a essi a partire dall’ottobre scorso; ma vedo che non è ancora stato bandito un solo concorso rientrante nel suddetto piano straordinario. Perché? Forse perché i soldi sono stati sì ripartiti ma in concreto alle sedi non è ancora arrivato un euro? O perché si dovrebbe trattare, almeno nelle intenzioni del decisore politico, di tornate di concorsi che offrano finalmente qualche chance reale di vittoria agli esterni, e questo non garba alle sedi?

  2. Sono già ripartiti agli Atenei, e per quanto ne so, almeno in parte anche ai Dipartimenti e i bandi potrebbero già partire. Per il primo piano straordinario (ricordo che sono 4, due iniziali con il grosso del budget, e poi due code) il tempo per le prese di servizio arriva all’autunno 2024, il che implica una fretta non eccessiva. Inoltre, gioca a sfavore il turbinoso e affannato lavoro attorno al PNRR e al relativo reclutamento (non staff). Le chances per gli esterni immagino che siano le solite di sempre, il 20% delle posizioni da PO e PA… da dove trasparivano queste nobili intenzioni del decisore politico?

  3. Grazie a Giacomo Bonnoli per la sua risposta e per le preziose precisazioni che contiene. In effetti le “nobili intenzioni” del decisore politico sono state, tanto per cambiare, molto più dichiarate che tradotte in atto, perché l’obbligo per le sedi di riservare agli esterni (almeno) un quinto dei concorsi che bandiranno rimane poco, troppo poco. C’è però da dire che, negli 8-9 anni trascorsi dalla pubblicazione dei primi risultati dell’ASN (le tornate andate in archivio sono ben 16), moltissimi dei ricercatori a tempo indeterminato muniti di abilitazione ad associato (penso quasi tutti) sono ormai saliti di grado e quindi, volenti o nolenti, le sedi dovranno accettare la vittoria di elementi esterni, fra i quali anche alcuni non strutturati, in un certo numero di concorsi di seconda fascia. A meno che risolvano non bandendo proprio… Ma mi sembra che la legge glielo impedisca

    • Se non erro (ma andrebbe ricontrollato) le risorse assegnate e non impegnate alla scadenza indicata dal Ministero vengono redistribuite tra gli atenei diligenti che le hanno usate tutte; questo dovrebbe scongiurare comportamenti “ostruzionistici”. Quindi i bandi ci saranno, di questo non dubiterei. In teoria dovrebbero essere bandi distribuiti su tutte le fasce della docenza (PO,PA, RTDb) e anche sui ruoli tecnici, amministrativi, biblioteche e CEL, non meno sofferenti. Almeno, nella relazione tecnica che accompagnava la legge di bilancio erano valutate quote di tutte le categorie, anche se non mi rendo conto di quanto questo sia cogente per gli Atenei che immagino siano liberi di orientare la programmazione in autonomia.

      Per quanto riguarda gli RTI, ho fatto un controllino “fast and furious” qui https://cercauniversita.cineca.it/php5/docenti/cerca.php cercando “Ricercatori” per ciascuna Area CUN e facendo una somma a spanne. Si va un po’ sopra i 5k RTI in ruolo ad oggi.
      Non so circoscrivere il numero degli abilitati, e nemmeno valutare la frazione di RTI abbastanza vicini alla pensione da non essere più interessati a un passaggio ad associato indipendentemente dal possesso della abilitazione (si, la dinamica tutta italiana – e patologica – della obliterazione della anzianità di carriera induce comportamenti apparentemente paradossali, anche se perfettamente razionali nel contesto dato).
      Ma immagino che la frazione residua sia comunque sufficiente a fornire candidati interni più che validi per gran parte degli imminenti concorsi ex art 18 c.1 (concorsi aperti a tutti) da PA e talvolta persino da PO. Restano sicuramente svincolati dalla asimmetria interni/esterni propria dei concorsi aperti a tutti (asimmetria che vede gli esterni sfavoriti per molte ragioni “strutturali” su cui non mi soffermo) invece i concorsi riservati agli esterni (ex art 18 c.4), appunto per legge banditi in misura non inferiore al 20% del totale; anche se su come si faccia questo conto persistono ambiguità varie.

  4. Ho avuto per tanto tempo due lavori: per ‘entrare all’università’ era necessario avere maestri potenti. Ancor oggi non so come sia riuscita con tanti che ambivano al mio posto. Poi ho fatto gavetta. Ho aspettato che tutti quelli del mio settore passassero di grado. Poi l’ASN. Con persone non in commissione a votare per la mia ‘morte’, senza che sappia perché. Ora chi era ieri l’altro dottorando mi ha già superato, grazie ai percorsi privilegiati creati per i giovani. Non abbiate paura (o peggio) di guardare a tutto il quadro.

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