Segnaliamo ai lettori la raccomandazione del CUN sul finanziamento alla ricerca universitaria di base liberamente proposta dai professori e dai ricercatori. Un tema particolarmente importante, visto che, a quanto pare, non saranno riproposti bandi PRIN per il prossimo anno. È giunto il momento, probabilmente, di ripensare il sistema di finanziamento della ricerca di base, se non si vuole che il Paese rinunci del tutto a partecipare alla competizione internazionale in quest’ambito.


All’On. MINISTRO

SEDE

OGGETTO: Raccomandazione sui finanziamenti alla ricerca

 

Adunanza del 20 novembre 2013

 

IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE

 

presa visione dei finanziamenti assegnati alle Università per i progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) presentati per il bando 2012;

osservato che il totale del finanziamento ammonta a € 38.259.894, cifra che corrisponde a una diminuzione del 55,1% rispetto al bando precedente e del 67,1% rispetto alla media annuale del periodo 2001-2011;

rilevato che, data l’esiguità dei finanziamenti disponibili, sono stati finanziati solo 141 progetti sui 1033 valutati di rilevante valore scientifico e interesse nazionale;

preso atto che nel bilancio preventivo dello Stato per il 2014, attualmente all’esame del Parlamento, l’intero stanziamento di competenza del MIUR per la missione 3.3 «Ricerca scientifica e tecnologica di base», depurato dal fondo di finanziamento ordinario degli enti pubblici di ricerca, è pari a € 136.478.480 di cui solo € 62.577.689  stanziati sul fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) su cui gravano i PRIN oltre ad altri programmi come FIRB, FIR;

notato che le previsioni per il 2015 e per il 2016 riguardo al FIRST presentano cifre ancora minori, eguali rispettivamente a € 60.803.041 e a € 58.803.041 con una diminuzione rispetto al 2014 del 2,8% e del 6%;

ricordato che l’articolo 1, comma 872, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge finanziaria 2007) stabiliva che nell’ambito del FIRST andava comunque garantito «il finanziamento di un programma nazionale di investimento nelle ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università ed enti pubblici di ricerca, valutate mediante procedure diffuse e condivise nelle comunità disciplinari internazionali interessate», ma che questa parte del comma è stata soppressa dall’articolo 32, comma 2, lettera a), del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 «Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo» convertito, con modificazioni,  dalla legge 4 aprile 2012, n. 35.

 

 

 

CONSIDERANDO

Che la ricerca di base in tutte le discipline, al di là del suo intrinseco valore, è la premessa irrinunciabile per la ricerca applicata e per ogni altra forma di ricerca, costituendo il nutrimento indispensabile per la crescita culturale, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo economico duraturo del nostro Paese;

Che preoccupa il crescente disimpegno finanziario dello Stato nella ricerca universitaria di base liberamente proposta dai ricercatori, soprattutto quando lo si raffronti con la salvaguardia dai tagli di spesa assicurata  agli investimenti in ricerca dagli altri maggiori Paesi europei;

Che l’impoverimento della ricerca universitaria, inevitabilmente conseguente a siffatte politiche di disimpegno finanziario, rischia di provocare in breve tempo il declino scientifico dell’Università italiana e un grave scadimento nella qualità della formazione, che pure è ancora oggi molto buona in tutti i confronti internazionali.

 

RACCOMANDA

Che si riconosca nella ricerca di base, di qualità e diffusa su tutto il territorio nazionale, una delle principali leve dello sviluppo economico e sociale del Paese, capace di accrescere la competitività e l’attrattività del sistema nazionale della ricerca anche in ambito internazionale;

Che i finanziamenti ministeriali per le ricerche liberamente proposte dalle Università siano banditi con regolarità e con dotazioni finanziarie adeguate, in linea almeno con le medie nazionali dell’ultimo decennio e, in prospettiva, con le medie europee.

 

AUSPICA

Che sia effettuata una ricognizione dei finanziamenti alla ricerca erogati dai diversi Ministeri al fine di razionalizzarne gli interventi e, ove possibile, recuperare risorse per progetti di ricerca liberamente proposti da professori e ricercatori universitari;

Che sia reintrodotta la previsione, già oggetto dell’art.1, comma 872, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in forza della quale,  nell’ambito del FIRST,  si garantiva comunque «il finanziamento di un programma nazionale di investimento nelle ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università ed enti pubblici di ricerca, valutate mediante procedure diffuse e condivise nelle comunità disciplinari internazionalmente interessate».

 

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9 Commenti

  1. Premesso che sono in un gruppo finanziato, devo dire che la lotteria dei referees, combinata alla scarsità di risorse ha generato una situazione in cui gruppi di livello incredibilmente alto sono stati tagliati per uno “zero virgola”. Sottolineare che tagliare la ricerca di base taglia lo sviluppo di lungo periodo dovrebbe essere come si diceva ai tempi di Renzo Arbore una ovvietà alla Catalano. Da un lato lo è ma dall’altro tendo a pensare che chi prende le decisioni non sia così sciocco, per cui questa politica probabilmente è parte di un disegno organico di smantellamento del sistema pubblico di istruzione e ricerca. Certamente gli attori del sistema attuale hanno molte colpe, compreso un uso per ricerche di livello non sempre adeguato, ma su questo si poteva e si può ancora intervenire con una valutazione “ex post” effettiva e non solo burocratica, certo e’ che con risorse così limitate il gioco non vale la candela. Quanto al CUN non voglio ripetere quanto già scritto, ma sono sicuro che il deliberato CUN al ministro da un orecchio entra e da uno esce….

  2. Concordo con Marcati. Anche un ragazzino si accorge che “Hanno scoperto l´acqua calda!!!” E che questa Raccomandazione (anche se ben venuta) risulta altamente demagogica, per intendersi….. tanto per pararsi con lo scudo per il futuro, nel qual caso qualcuno dicesse che il CUN non ha fatto niente. Quindi sì! questa situazione é determinata dalla contingente carenza di fondi nelle casse dello stato, che non ha più soldi per nessuno nemmeno per terremotati e diluviati, e dall´altra dalla incapacità gestionale dei pochi fondi rimasti.

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