Segnaliamo il contributo in 5 parti di Andrea Mariuzzo apparso nel suo Blog, intorno ai problemi dell’Università italiana nel contesto internazionale.
Si legge nella prima parte:
ogni tentativo di “introduzione di titoli comparabili”, di “sistema di crediti basato sul carico di lavoro” e di “approccio condiviso all’assicurazione della qualità” ha finito per trasformarsi in una deriva dirigista, in cui l’assoluta necessità di istituire regole comuni per tutti porta a quantificare ogni elemento della valutazione in modo assoluto e univoco, dando spazio a un unico criterio e di fatto impedendo, attraverso l’imposizione di parametri unificati, di raggiungere il grande obiettivo per cui lo Spazio europeo dell’Istruzione superiore avrebbe dovuto fondarsi “sulla libertà accademica, l’autonomia istituzionale e la partecipazione di docenti e studenti al [suo] governo”.
L’autore dimostra di voler ripercorrere luoghi comuni già battuti e arati da certi quartieri accademici, tipicamente poco informati o volutamente disinformanti.
Buona fortuna, comunque.
fortunatamente nell’errore sono in una compagnia decisamente migliore di quella che mi garantirebbe l’osservanza dell’ortodossia.
http://www.uni-bielefeld.de/soz/forschung/orgsoz/Stefan_Kuehl/pdf/esna-bulletin_134_444.pdf
E’ sempre possibile trovare opinioni di segno critico al Processo di Bologna in tutti i Paesi, quindi anche farne una “antologia” non è così complicato.
Il difficile rimane confrontarsi con quelle (opinioni) che, in questi anni, hanno largamente sostenuto la riforma, magari – eventualmente – denunciando le carenze di chi doveva applicarla (e qui possiamo metterci dentro anche dei Ministeri, beninteso).
[…] che si sta portando avanti in questi anni. Ripreso in sedi abbastanza seguite e autorevoli, come il sito d’informazione e discussione sulle politiche universitarie ROARS e European Higher Education News, magazine di informazione accademica redatto […]