Thomas Mackinson dà notizia sul Fatto quotidiano del 30 marzo 2016 della nomina come direttore di CINECA di David Vannozzi.
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Come si è arrivati a questa scelta? Quali erano le alternative? Quali sono stati i criteri per la selezione? Come mai il gigante dell’informatica di Stato, un colosso che fattura 120 milioni l’anno, è rimasto per quasi un intero anno senza Direttore? Ma soprattutto, come mai la regola che vale anche per il più semplice impiegato del Cineca (e per tutti i dipendenti pubblici), cioè quella di non aver carichi pendenti, non vale per la sua posizione apicale? Come si spostano gli equilibri di potere ora che al vertice c’è il candidato indicato dal MIUR?
Circa un anno fa, a fine aprile è scaduto il contratto del Direttore storico di Cineca, Marco Lanzarini. Il contratto di consulenza non è stato rinnovato e quindi si è proceduto per individuare una nuova figura di direttore. Per fare ciò Cineca emana il 2 di aprile un bando al fine di individuare una società che “selezioni una risorsa quale Direttore Generale del Gruppo Cineca”.
Il bando aveva scadenza 9 maggio 2015. A dicembre esce finalmente il bando e le candidature sono oltre 400. Il 23 marzo 2016 viene designato il Direttore fra oltre 400 candidati. Secondo quanto leggiamo nell’articolo di Mackinson, la società sembra abbia individuato comunque una rosa di 5 candidati, di cui non conosciamo i nomi. Il Consiglio consortile, formato dai rappresentanti dei 70 atenei che formano il consorzio, il 23 marzo avrebbe scelto come Direttore del consorzio David Vannozzi. 44 voti a favore e 11 astenuti.
In questa ricostruzione manca però un passaggio. Secondo la Statuto del Cineca (art. 8 lettera d), il Consiglio consortile, “nomina il Direttore su proposta del Consiglio di Amministrazione“. Quindi dovrebbe essere stato il Consiglio di amministrazione di CINECA a proporre al consiglio consortile la nomina di Vannozzi. Vannozzi era membro del CdA del Cineca in rappresentanza del MIUR (ripescata da waybackmachine al 17/10/2015).
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Sulla homepage del Cineca, fra le news appare quella della designazione del nuovo Direttore e del suo curriculum.
“Laureato in Economia all’Università degli Studi di Firenze, David Vannozzi, 48 anni, lascerà l’attuale incarico di Direttore Generale dell’Associazione Industriale Bresciana, ricoperto dopo precedenti importanti esperienze, in particolare come Direttore amministrativo dell’Azienda Sanitaria di Firenze, e come Direttore Generale della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa [nominato dalla rettrice poi ministra Carrozza ndr].”
Secondo quanto scrive il FQ, “il 6 marzo scorso a Firenze si è celebrata la prima udienza di un processo che lo vede imputato per una storia di immobili acquistati dalla azienda sanitaria a costi e condizioni che agli inquirenti fanno ipotizzare i reati di falso in atto pubblico, truffa aggravata, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Il processo però va verso la prescrizione…”(FQ 30 marzo 2016)
Il compenso previsto per questo incarico è di 240mila euro l’anno.
Nell’area Amministrazione trasparente di Cineca alla voce bandi troviamo quanto segue:
“Per partecipare alle selezioni o candidarsi per accedere alle borse di studio è necessario inviare il proprio CV al Cineca nelle modalità specificate nella sezione Opportunità di Lavoro o Borse di Studio nel menù di sinistra, allegando la propria carta di identità e l’autocertificazione in cui il compilante dichiara, sotto propria responsabilità, di godere dei diritti civili e politici e di non avere carichi penali pendenti. “
A questo punto sorgono una serie di considerazioni:
- Il CDA di CINECA ha proposta la nomina di Vannozzi al Consiglio consortile? Se sì, in quale composizione?
- Chi sono gli altri quattro selezionati scartati? E chi li ha scartati?
- Come mai c’è voluto così tanto tempo a designare il direttore? Chi e come ha gestito il consorzio in questo periodo così delicato per gli atenei (VQR)?
- Quali criteri si è dato il Consiglio consortile per scegliere questo candidato?
- Come cambieranno gli equilibri del Consorzio ora che il rappresentante del MIUR è diventato direttore?
- Il Consiglio consortile, cioè i rappresentanti delle università, erano al corrente dei carichi penali pendenti del direttore che andavano a nominare?
- I rettori sono stati informati dai loro rappresentanti nel consiglio consortile dei carichi pendenti del direttore che andavano a nominare?
- Risulta dalla documentazione pervenuta a CINECA da parte di Vannozzi la dichiarazione relativa ai carichi pendenti?
Ed infine una ultima considerazione. Provate a fare un giro sulla parte amministrazione trasparente del Consorzio CINECA. In particolare nella sezione che riguarda la Performance ed i premi ai dirigenti. Vi apparirà sistematicamente questa incredibile schermata:
Suggeriamo altresì di provare a scaricare i bilanci del Consorzio. Troverete un piccolo prospetto riassuntivo, stile IIT.
Negli anni, si è creato un mondo parallelo nelle università, fatto di enti, partecipate, fondazioni. Data la natura privatistica dei contratti di lavoro, qui i cda hanno carta bianca. Per cui corrono stipendi in “linea con il mercato”. Il Cineca è uno di questi. Per cui il direttore è andato a guadagnare più di un direttore amministrativo di una università e molto più di alcuni rettori (a Bologna indennità rettore 16.000 euro a Roma 100.000). Forse è il momento che qualcuno dia una regolata a un settore fuori controllo. Idem nelle università alcuna dirigenza guadagna più di un professore .
CINECA: Continuano Imperterriti Nell’Esasperazione della Comunità Accademica
Potreste fare una richiesta di accesso ai compensi dei dirigenti e alle altre informazioni di trasparenza del Cineca ai sensi dell’art. 5 decreto 33/2013!
Poi vederemo se ve gli diamo ah ah ah
Complimenti per l’analisi. Qualche precisazione.
– Vannozzi e’ stato uno dei cinque membri del cda dal 2013 fino a MARZO 2016: in pratica ha deciso la modalita’ di selezione, la societa’ incaricata, i candidati da portare in finale, ha valutato se stesso e poi ha lasciato l’incarico nel cda.
– Se e’ vero che ci sono state irregolarita’ in passato, Vannozzi (che era nel cda dal 2013) non e’ responsabile? Dove era?
– Lo statuto del Cineca, per evitare la vancanza del direttore, prevederebbbe la nomina del successore un anno prima della scadenza. Perche’ e’ stato ignorato questo criterio? Quanti e quali danni ha causato al Cineca e ai consorziati? Probabilmente la Corte di Conti dovrebbe analizzare la cosa.
– Le selezioni di Cineca prevedono “inesistenza di carichi penali pendenti”; evidentemente questo requisito vale per il programmatore neolaureato ma non per chi deve gestire milioni di euro.
Mi permetto anche una nota personale. La vicenda evidenzia come alla gran parte dei rappresentanti del Consiglio Consortile basta ratificare le proposte del cda. Non hanno capito che in questo modo stanno mettendo in crisi un ente strategico per il sistema universitario.
P.S. Il commento di “Serena Cineca” e’, con molta probabilita’, del dirigente che dovrebbe garantire la trasparenza dell’ente e che ognuno puo’ valutare come svolge “bene” il proprio lavoro.
Non conosco i dettagli di questa storia CINECA ma la fonte giornalistica non e’ certo un esempio di giornalismo anglosassone, con i fatti separati dalle opinioni. Si tratta di fatto un organo di partito (M5S) quindi in mancanza di un riscontro terzo e più attendibile, tendenzialmente lo considero una fonte di notizie molto distorta in cui la propaganda prevale sulla’ informazione (lo stesso vale anche per molti altri giornali di colore diverso). Avendo per parecchi anni diretto un centro di Calcolo di Ateneo ricordo il mercato delle vacche degli applicativi gestionali che venivano dal privato, i continui tentativi di offerte improbabili e molto costose da parte del “privato” accompagnate spesso da curiose offerte di inviti all included a convegni in alberghi a 5 stelle in posti esotici (cui non sono ovviamente mai andato).
Per cui l’intervento della mano pubblica ( o parapubblica) in un settore di produzione di software iper specializzato lo ho sempre visto come il modo di fornire alle università un prodotto a costi comunque contenuti rispetto al libero mercato, che soddisfacessero almeno dei livelli minimi di qualità e compatibilità. T
eniamo presente che spesso il cliente università non ha a necessaria robustezza di cultura tecnica per non essere vittima di imbrogli.
Quando poi non si creino lobbies accademico affaristiche, per esempio negli anni 90 un famoso rettore (di quelli ventennali) del Nord si fece promotore di un package di applicativi di un nota multinazionale a costi assolutamente proibitivi, riuscendo a convincere (sa lui come) non pochi colleghi.
In questo quadro a me e non solo a me lo spostamento del CINECA (consorzio nato per il calcolo scientifico) verso il mercato degli applicativi gestionali e’ parso il male minore.
Come tutti i consorzi di natura pubblica e’ necessario che venga vigilato con rigore e se ci sono irregolarità deve intervenire chi di dovere, ma non vorrei che tutto questo Can Can contro il Cineca sia solo funzionale a rimettere in piedi un mercato privato il cui malaffare era di dimensioni assolutamente superiori a quanto viene contestato oggi a CINECA.
Quanto poi al FATTO QUOTIDIANO vorrei essere sicuro che il loro interesse, non da ora, verso il CINECA sia solo giornalismo di inchiesta e non vi sia un qualche collegamento con interessi di altra natura che intrecciano la interessante struttura societaria/pubblicitaria del giornale. Naturalmente e’ una domanda per cui non ho una risposta.
Fino ad ora, non è arrivata nessuna smentita che riguardasse il processo e le imputazioni a carico di David Vannozzi, la cui nomina desta qualche giustificata perplessità. Se poi ne avessero parlato anche il Corriere della Sera e Repubblica, saremmo stati lieti di riprendere anche i loro pezzi, ma, per quanto mi è dato sapere, non se ne sono occupati. Non credo che la nomina di chi è sotto processo “per truffa e falso” diventi meno anomala se la notizia viene da un quotidiano imputato di essere un organo M5S (sembra quasi un criterio anvuriano per cui non conta più se le notizie sono vere o false, ma conta la sede di pubblicazione – e il FQ non è in classe A, per quanto ne capisco).
A questa stregua, Miccoli sarebbe stato prima fortunato, perché criticato da M5S (le loro critiche non contano molto, visto che sono contro “a prescindere”), poi sfortunato perché criticato da G.A. Stella (e invece il Corriere “pesa”) e poi di nuovo fortunato perché pizzicato dalle Iene (troppo “trash” per contare davvero). Forse, bisogna ricominciare a ragionare sulla sostanza dei fatti, a prescindere da chi li denuncia.
@ DeNicolao Il processo lo fa la magistratura e l’articolo mischia fatti veri con opinioni tutte da dimostrare. Il mio intervento ha solo il senso di mettere in guardia a non buttare il bambino con l’acqua sporca, anche perché gli interessi in gioco sono tanti e non sempre trasparenti.
Per quanto mi riguarda non considero G. Stella e soci più attendibile del FQ, il criterio non e’ l’autorevolezza della fonte (chi lo decide ?) ma in genere la possibilità di mediare tra più fonti, ciascuna distorta modo suo. Stella e Rizzo denunciarono con “la casta” certamente dei fatti eclatanti, ma molto spesso loro e i padroni del loro giornale sono stati “stranamente” distratti su ciò che li riguardava da vicino. La stampa italiana e’ mediamente assoldata a degli interessi oscuri e le fonti di informazione sono mediamente più inquinate che in altri paesi, il giornalismo di opposizione non fa eccezione. Per rimanere in ambito universitario ancora devo vedere un qualche giornale che non cada nel solito qualunquismo sui baroni sporchi, brutti e cattivi, su quanto sono geni incompresi gli italiani all’ estero e su come non appena prendi servizio in Italia diventi mafioso e cretino.
Mackinson non parla di baroni e i fatti (l’esistenza di un processo con quelle imputazioni) non sono stati smentiti. Noi segnaliamo la notizia, con qualche osservazione – documentata – e nemmeno noi siamo stati smentiti. Riguardo al bambino e all’acqua sporca, non credo che la nomina di un direttore indagato per falso e per truffa sia necessaria per tenere in vita il CINECA. Anzi, potrebbe essere vero il contrario. Tra tutti i possibili indagati, proprio uno sotto processo doveva essere selezionato? Non avere carichi pendenti vale solo per i comuni mortali e non per i manager al vertice?
A me non interessa nulla di difendere Vannozzi che neanche conosco, ci penseranno i suoi avvocati, mi preoccupa invece l’attacco continuo ad un consorzio che comunque io ritengo svolga una funzione importante. La privatizzazione completa di queste attività mi lascerebbe meno tranquillo.
Ricordo che gli organi statutari del CINECA sono espressione dei membri del consorzio ( 70 università, 5 enti di ricerca e il MIUR), dal 2013 per decisione del ministro Profumo ha incorporato CILEA e CASPUR. La stragrande maggioranza dei membri dei vari organi sono universitari, quindi se la scelta di Vannozzi e’ sbagliata forse sono i rettori dei 70 atenei che dovrebbero dare qualche spiegazione, o sono tutte anime belle?
Le domande 6 e 7 del post che sta commentando sono le seguenti:
“6. Il Consiglio consortile, cioè i rappresentanti delle università, erano al corrente dei carichi penali pendenti del direttore che andavano a nominare?
7. I rettori sono stati informati dai loro rappresentanti nel consiglio consortile dei carichi pendenti del direttore che andavano a nominare?”
Un processo in corso mi sembra decisamente un fatto separato dalle opinioni.
Qui ci sono otto domande belle chiare a cui non verrà data risposta.
P.S.
Qui non vedo nessun male minore, ma i soliti intrallazzi.
Da notare anche la provenienza geopoliticoindustriale di certi personaggi, di cui tutto si può dire tranne che conoscano l’università, lo studio, la ricerca.
Oportet ut scandala eveniant.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/09/19/immobili-comprati-e-mai-usati-a-processo-lex-direttore-della-aslFirenze09.html
Ed ora c’è una interrogazione parlamentare al riguardo.
Interrogazione al MIUR a prima firma Francesco D’Uva (M5S):
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2016/04/universita-giannini-deve-chiarire-nomina-ad-cineca-indagato.html
Grazie della segnalazione il blog di grillo non appartiene alle mie letture. Questa interrogazione appare più una mossa politica che una cosa di sostanza infatti ha lo scopo di collegare il governo alla nomina, ma sul piano formale il MIUR avrà gioco forza a dire mica lo nomino io, ci sono 70 università’…
D’altra parte ci potrebbero invece essere responsabilità legali non politiche di chi ha gestito la selezione se ha nascosto i carichi pendenti.
Comunque l’idea che Renzi si sia messo al telefono chiamando 70 rettori per mr. Vannozzi mi fa un po ridere, credo più a qualche lobby interna al sistema universitario
“Comunque l’idea che Renzi si sia messo al telefono chiamando 70 rettori per mr. Vannozzi mi fa un po ridere”. Direi che fa ridere chiunque. Dubito però che questo sia il contenuto dell’interrogazione.
p. marcati considera quelli del M5S dei pupazzi. Li fa oggetto di una chiara avversione. Forse non spinta fino al punto di votare il (vero) pupazzo. Forse
se avesse fatto pipì su un cespuglio allora sì che avrebbe avuto la vita difficile. Sono quelli i reati da estirpare fra i dipendenti della P.A.
Se i protagonisti dell’informatica italiana hanno ancora [dopo 47 anni!] un pallottoliere come logo ….
La missione di un Consorzio che è cresciuto da 12 a 70 Università è rimasta il “far di conto elettronico” dei tempi delle schede perforate.
E una visione?
Ha mai potuto esserci un visione per il CINECA?
Invece di parlarne tramite un sito “divulgativo” che si chiama Return On Academic ReSearch in ITaly [ROARS.IT]
ci vorrebbe un brainstorming tramite un sito “operativo” del tipo Return On “A”cademic Recovery of [postmortem] Strategic European Undertakings [ROARS.EU]
…. dove la “A” dovrebbe avere un significato multidisciplinare/culturale …
da espandere [somewhere over the rainbow]