Riceviamo e pubblichiamo un aggiornamento sul Fondo per il merito
Dopo l’istituzione nel 2010 del Fondo per il merito, grazie alla c.d. legge Gelmini [1], dopo la creazione nel 2011 della Fondazione per il merito attraverso il decreto-legge Semestre europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia [2] con il compito di gestire il Fondo, e dotata di 1 milione di euro per il suo funzionamento, ecco nel 2012 predisposto lo schema di decreto ministeriale recante i Criteri di accesso al «fondo» finalizzato a promuovere l’eccellenza e il merito fra gli studenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale
Un’altra pietra è stata posta sulla strada che condurrà all’accrescimento del livello qualitativo degli studenti ed in ultima analisi della formazione universitaria tutta, e quindi all’aumento del numero di laureati: questa era la finalità che il precedente governo aveva attribuito al Fondo.
Nello schema di decreto, tuttavia, si omette di specificare in cosa consistano gli interventi di valorizzazione del merito, ovvero i premi ed i buoni studio, sebbene si intuisca che questi ultimi siano dei prestiti là dove si afferma che la Fondazione ne determina l’ammontare massimo ed il tasso di interesse massimo.
Ma è plausibile che la prospettiva di un premio o addirittura del prestito, cui si accederà attraverso la macchinosa (e costosa) procedura di una prova nazionale standard, miglioreranno le performance accademiche degli studenti universitari italiani in termini di voti conseguiti e di tempi di conseguimento della laurea? Allora a che pro questo Fondo?
Nell’ottica per cui le istituzioni non offrono più nulla in cambio di nulla, si tratta comunque di una forma di sostegno. Lo so che direte che esistono le borse di studio, ma siete antichi (sto scherzando, ovviamente): nella nuova era post-Monti, tutti dobbiamo pagare tutto, e al massimo le istituzioni ci possono prestare le borse di studio.
Un milione di euro? Orpo! E’ quello che spendeva Fiorito per la manutenzione dei suoi immobili. Saranno avanzati adesso che lo hanno incarcerato. E hanno deciso di impiegarlo in attività pubblicitaria (perché solo di pubblicità-progresso si tratta).
A noi non interessa.
Quello che ci può interessare è l’altra parte del decreto merito di giugno, che è stato tolto la notte prima del Consiglio dei Ministri di giugno e che conteneva per gli RTD, una graduatoria di Ateneo, su macroaree, che ponesse fine ai bandi RTD attuali che sono AD PERSONAM, con la commissione nominata dal rettore su suggerimento del prof. interno che ha chiamato il concorso, con dei criteri ad personam (tra un pò scriveranno “bando riservato a chi è alto tra 1,80 e 1,84 m.).
Caro ROARS, promuoviamo la graduatoria per Ateneo o nazionale RTD che metta fine ai bandi ad personam attuali!
altrimenti uno rischia di essere fuori dall’abilitaizioni e fuori dagli RTD pur avendo un curriculum superiore a quello richiesto per RTD AD PERSONAM.
Sei d’accordo Roars?
grazie,
Anto