I decreti di ammissione al finanziamento PRIN 2017 sono fermi. Si dice a causa della notevole quantità di accesso agli atti e di ricorsi che hanno investito il MIUR. Gli Atenei si sono messi sulla difensiva: non c’è nessuna certezza di ricevere i finanziamenti indicati nelle graduatorie. Quindi fermi tutti! E nel frattempo il MIUR trova il tempo di scrivere un decreto per scoraggiare l’accesso agli atti.

La data ufficiale di avvio dei progetti PRIN è fissata al 90° giorno dopo l’emanazione del decreto di ammissione al finanziamento. E’ previsto che i soldi agli Atenei arrivino “in anticipo” (si fa per dire) cioè dopo 60 giorni dal decreto di ammissione al finanziamento. Che ne è dei decreti di ammissione?

Al momento di decreti di ammissione ne è uscito soltanto uno, quello per il settore PE4 che è stato pubblicato dopo 2 mesi e mezzo (7 marzo 2019) dalla approvazione della graduatoria (21 dicembre 2019). Ad oltre tre mesi di distanza dalla pubblicazione delle graduatorie dei settori LS8, SH6 e PE3, non ci sono notizie dei decreti di ammissione, e si moltiplicano le voci di accesso agli atti e ricorsi da parte delle unità che sono state escluse.

Gli Atenei si sono messi sulla difensiva: nessuna certezza di ricevere i finanziamenti indicati nelle graduatorie. Quindi fermi tutti!

Anche il MIUR si è messo sulla difensiva. Ovviamente i nomi dei Comitati di Selezione scelti dal CNGR continuano a restare segreti (meno che per gli amici degli amici). Ed il MIUR non ha trovato di meglio che emanare un decreto direttoriale che disincentiva le procedure di accesso agli atti, fissando le relative tariffe di accesso. Di particolare interesse la tariffa connessa alla notifica ai controinteressati: €12 per ciascun controinteressato (€2 per i controinteressati dipendenti del MIUR). Nel caso dei PRIN un accesso agli atti richiede la notifica a tutti i PI del settore, qualche centinaio.

Viene da sorridere pensando a quando La Repubblica celebrava la ministra Fedeli che aveva emanato il bando PRIN più sostanzioso di sempre.

Si dovrebbe celebrare semmai l’attesa più lunga di sempre degli unici finanziamenti disponibili per la ricerca di base italiana.

 

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12 Commenti

    • Concordo pienamente. È stato veramente frustrante essere stato escluso da qualsiasi valutazione sul progetto per via del CV. Avendo avuto 42 anni al momento della sottomissione sono rientrato nel calderone dei “senior”. Nonostante sia un editor per un rivista con IF 6, autore di 80 lavori e spesso invitato per seminari in varie parti del mondo il mio CV è stato valutato solo sulla base di un H index non normalizzato. Non mi sembra merito questo.

    • Mi sarei aspettato almeno che pubblicassero i risultati del primo stadio della selezione (o esclusione).

    • @Alex Costa: A me il tuo lamento appare fuori luogo: se ti piace questo modo di valutare la qualità (editor di rivista con IF = 6, generatore di tanti prodotti cartacei, etc. sono da te presentati come argomenti che dimostrerebbero la validità della proposta di progetto), adesso non ti lamentare per una banale non normalizzazione di un h index, qui su roars in passato abbiamo visto ben di peggio (ricordo ad esempio la combinazione di posizioni in classifica o le combinazioni di citazioni con IF). Ti tocca dedurre che la tua proposta non fosse abbastanza buona e che ti meriti proprio questo…

    • Colgo l’occasione per ricordare che la miglior normalizzazione bibliometrica attualmente disponibile è senza dubbio l’h-index medio. E posso dire, con un certo orgoglio, che è stata inventata in Italia (senza nulla togliere all’ISPD, l’indicatore standardizzato di performance dipartimentale, con cui è stata stilata la classifica dei dipartimenti di eccellenza). Un popolo di santi, poeti e normalizzatori (bibliometrici), insomma.
      ______________
      “all’Università della Calabria hanno inventato l’ “H-index medio per pubblicazione”. Il suo pregio? Essendo compreso tra zero e uno, è per sua natura già normalizzato a prescindere dall’area disciplinare. Ma il vero tocco di genio è un altro. Un premio Nobel con 400 di articoli e H-index pari a 80, avrà un H-index normalizzato di 80/400=0,2. Un traguardo difficilmente eguagliabile? Per nulla! Un giovane ricercatore alle prime armi che ha scritto un solo articolo che ha ricevuto una sola citazione, avrà un H-index normalizzato di 1/1=1, cinque volte più alto del premio Nobel.”
      https://www.roars.it/con-il-bricolage-bibliometrico-gli-ultimi-alloccorrenza-possono-diventare-primi/

  1. Tutto dovrebbe essere trasparente e, forse, per qualcuno lo è… I nomi dei peer reviewers per esempio dovrebbero essere anonimi per permettere che non vi siano ritorsioni … Succede questo? davvero nessuno li conosce fra i proponenti? Chi decide chi debbano essere i proponenti.
    Perché non scriviamo punto … a tutto?

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