Non poco rumore ha fatto l’articolo del Sole 24 Ore che collocava Roberto Cingolani, direttore scientifico di IIT, fra i primi 10 scienziati al mondo nel settore delle “Material Science”, così come riportato da Google Scholar. Considerato che Scienze dei Materiali inglese è “MaterialS Science”, con quella s in più, Cingolani è fra i primi 10 al mondo nella “Scienza Materiale” (mentre invece è intorno alla posizione 2700 secondo la ben più affidabile classifica Clarivate nel più noto settore della Scienza dei Materiali). Però, grazie al Sole 24 Ore, ho scoperto che le graduatorie bibliometriche sono uno sport per tutti, ma proprio tutti; e ho voluto provare l’ebbrezza di scalare le classifiche mondiali in pochi minuti. Pubblico anch’io qualcosa in un “settore con la s”, vale a dire il popolatissimo settore della “Systems Biology”. Purtroppo, non sono tra gli “highly cited”. Così ho pensato: che stupido! Usiamo il “metodo Sole”! E ho tolto una piccola, insignificante “s”, autoqualificandomi come esperto in “System Biology” (senza la s). Ed ecco il miracolo! SONO NEI PRIMI 50 AL MONDO! Non pago, ho inserito un’altra keyword non molto usata: “Network Analytics”. Ed ecco, SONO TERZO AL MONDO IN NETWORK ANALYTICS! Naturalmente, tutte le mie pubblicazioni – pure quelle in analisi di dati paleontologici – concorrono con le loro citazioni. Che c’è di strano se le citazioni di un lavoro sui pesci fossili di Pietraroja mi fa scalare la classifica in “System Biology” o “Network Analytics”? E’ il mondo di Google Scholar, ragazzi …
Di classifiche petalose e lettere “s”
Non poco rumore ha fatto l’articolo del Sole 24 Ore che collocava Cingolani fra i primi 10 scienziati al mondo nel settore delle “Material Science”, così come riportato da Google Scholar. Considerato che l’area delle Scienze dei Materiali è in inglese “MaterialS Science”, con quella s in più, evidentemente ora grazie al Sole 24 Ore sappiamo dunque che, per Google Scholar, il nostro connazionale Cingolani è fra i primi 10 al mondo nella “Scienza Materiale” (mentre invece è intorno alla posizione 2700 secondo la ben più affidabile classifica Clarivate nel più noto settore della Scienza dei Materiali).
Soprattutto, però, grazie al Sole 24 Ore, ho scoperto che le graduatorie bibliometriche sono uno sport per tutti, ma proprio tutti; e ho voluto provare l’ebbrezza di scalare le classifiche mondiali in pochi minuti. Si dà il caso che anche io pubblichi qualcosa in un “settore con la s”, vale a dire il popolatissimo settore della “Systems Biology”. Tuttavia, oihbò, non sono nemmeno riuscito a trovare in quale remotissima posizione della classifica di Scholar io mi trovi. Così ho pensato: che stupido! Usiamo il “metodo Sole“! E ho tolto una piccola, insignificante “s”, autoqualificandomi come esperto in “System Biology” (senza la s). Ed ecco il miracolo! SONO NEI PRIMI 50 AL MONDO!
Non pago, ho deciso di ardire al podio. Ho inserito una keyword inventata (ma a quanto pare pur sempre usata): una fantomatica “Network Analytics”. Ed ecco raggiunto il podio, SONO TERZO AL MONDO IN NETWORK ANALYTICS!
Non ci credete? Controllate pure il mio profilo e seguite i collegamenti corrispondenti alle varie keywords …
Oh, naturalmente preciso: tutte le mie pubblicazioni – pure quelle in analisi di dati paleontologici – concorrono con le loro citazioni in ogni specialità, ci mancherebbe. Che c’è di strano se le citazioni di un lavoro sui pesci fossili di Pietraroja contribuisce alla mia posizione in “System Biology” o “Network Analytics”? E’ il mondo di Google Scholar, ragazzi …
PS: Vi prego, siate bravi e almeno per un po’ non usate le mie keywords, lasciatemi sul podio …
Anche su ROARS occorre un po’ di fact-checking?
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Siamo sicuri che il problema sia la “s” presente/assente su google scholars?
Dando un’occhiata ai colleghi di “Scienza Materiale” su Google Scholars vedo molti nomi di notissimi (almeno nel campo) studiosi stranieri, su molti dei quali avrei difficoltà ad ipotizzare una maliziosa eliminazione della s per un miglior piazzamento.
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Poi con una ricerca con google con la serie di keyword:
“material science” -materials site:.edu
(la “frase” “material science”, pagine che non contengano la variante materials e limitando a siti .edu, in pratica universita’ USA) vedo un totale di 44000 risultati. E’ vero che il contrario (“materials science” -material site:.edu) fornisce un conteggio di 1360000 risultati ma i 44000 mi sembrano un po’ troppi per essere tutti errori o maliziose omissioni di “s”.
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Piuttosto la domanda che mi faccio davanti ad una produzione come quella di Cingolani è “qual è il segreto di tanta produttività?”. I dati di Web of science direbbero che pochi anni fa ha avuto annate ciascuna con piu’ di 30 lavori. Nel 2011 sarebbero 57. Sono sinceramente ammirato per la capacità di produrre ricerca (per di più sperimentale) al ritmo di piu’ di un lavoro a settimana! E dire che non e’ neanche nelle mega-collaborazioni stile fisica delle alte energie dove il numero di autori di un lavoro si conta a migliaia…
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Non e’ che in questi ranking basati su citazioni/pubblicazioni per considerarne correttamente il significato sarebbe necessario normalizzare, rispetto alle risorse dsponibili, che non sono solo quelle finanziarie ma anche numero e livello dei collaboratori?
La questione della “s” ballerina era già stata sviscerata in un precedente post:

https://www.roars.it/vero-o-falso-per-il-sole-24-ore-cingolani-iit-e-uno-dei-dieci-scienziati-piu-citati-del-mondo-per-le-scienze-dei-materiali/
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Il caso di Material(s) Science è veramente parecchio simile a System(s) Biology. In entrambi i casi ci sono due dizioni, con la “s” e senza la “s”. In entrambi i casi, pur essendo usate entrambe le dizioni, una delle due è quella “canonica”.
Nel caso della Scienza dei Materiali, la dizione canonica è Materials Science. Nel post precedente, avevamo riportato questo riquadro che, oltre a spiegare perché è meglio usare la “s”, dà pure un’idea della diversa popolarità delle due dizioni:
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Nel caso della System(s) Biology, la dizione canonica è indubbiamente quella con la “s”.
In queste situazioni, è ovviamente più probabile che le “superstar” della disciplina usino la versione canonica (sarebbe strano che una superstar non sappia quale dizione va per la maggiore). Altrettanto probabile che a usare la dizione “non canonica” siano gli outsider, magari coloro la cui tematica di riferimento è un’altra, ma hanno pubblicato qualcosa che secondo loro rientra nella Systems Biology o nella Materials Science.
Ecco che può capitare di essere molto lontano dalla top 10 nella dizione canonica e di poter invece scalare l’Olimpo in quella “non canonica” che, non solo è meno affollata, ma anche disertata dalle superstar del settore.
Io stesso ho fatto una verifica del tutto simile per le mie discipline. Giocando con le “s” riesco pure io a entrare nella top 10 di una keyword che è utilizzata da un certo numero di utenti ma che, proprio perché simile ad una keyword più canonica, è disertata dalle superstar. Ad un certo punto avevamo anche pensato di mettere in atto una burla portando tutta o quasi tutta la redazione di Roars nell’Olimpo degli highly cited per poi chiedere al Sole 24 Ore di scrivere un articolo agiografico dedicato a “Roars il blog degli scienziati più citati nel mondo che cercano l’essenza delle bufale”.
Insomma, Bucci ha ragione:
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“le graduatorie bibliometriche sono uno sport per tutti, ma proprio tutti”.
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Se avete un profilo GS potete provarci immediatamente. Aggiungendo e togliendo qualche “s” avete ottime possibilità di raggiungere una posizione di prestigio. E se le “s” non bastano, potete sempre andare in cerca di una keyword abbastanza di nicchia da essere utilizzata da utenti che hanno più o meno le vostre citazioni. E ora:
BUONA CLASSIFICA A TUTTI!
Avevo letto il precedente articolo. Tuttavia, conoscendo il settore in quetione, insieme a Cingolani vedo, prima e dopo, le superstar. Il che potrebbe anche voler dire che una delle superstar ha sbagliato e ha omesso la s all’ inizio e diversi altri ci sono andati dietro.
Resta il fatto che l’arena di usa il tag Material Science è meno competitiva di quella di chi usa Materials Science. Esattamente come accade per System Biology, che è molto più scalabile di Systems Biology. Invito Pastore a cimentarsi anche lui con il giochino. Primeggiare in una classifica ti dà quel non so che di soddisfazione …
Ipotizzando che la questione della “s” sia adesso chiarita, resta comunque il molto interessante punto sollevato implicitamente da Pastore per il caso Cingolani, ma che trovo invece molto interessante in un’ottica più generale. L’argomento l’avevo notato quando Cingolani era diventato direttore dell’IIT: ai quei tempi, sentito il suo nome, che non conoscevo (lavoro in altra area), avevo cercato sul web ed avevo trovato la sua lista pubblicazioni. Si trattava di un numero al di là della mia immaginazione! Se ben ricordo circa 480 articoli. Pur diverse ipotesi sulla lunghezza della sua carriera venivano numeri di journal / anno come quelli indicati da Pastore, in gran parte su pubblicazioni IEEE. Nell’IEEE code of ethics c’è ben scritto che “honorary authorship is forbidden” e quindi, presumendo che almeno li abbia letti e commentati per i typos, ne viene comunque un impegno, considerando il resto della vita, da togliere il sonno, letteralmente.
Non sollevo la questione per la persona Cingolani, ma per definire cosa significa “bravo ricercatore” vs. “più bravo ricercatore”.
Corollario: dormire 8 ore per notte non sembra conciliabile con l’essere un bravo ricercatore, alle 02:00 si risponde alle email dei dottorandi, altro che dormire!
Pur avendo ormai superato i 50 anni, ho deciso di cimentarmi con le gare di velocità dell’atletica leggera. Ho scelto la distanza dei 99 metri. Contro ogni aspettativa, ho stabilito il record del mondo, con il mirabolante tempo di 18.35. Tra l’altro, detengo il 100 % delle migliori dieci prestazioni all-time. Solo chi osa può avere successo!