La Senatrice Cattaneo ha presentato una interrogazione parlamentare in cui scrive “….di fatto si perde la tracciabilità della destinazione finale di questi fondi, in contraddizione con le dichiarazioni di IIT circa la trasparenza finanziaria dell’ente che sarebbe garantita dal sistema SIOPE (ed anche in contrasto con le finalità dichiarate del sistema). In particolare, dal 2009 al 2015, in questo modo si perde contezza della destinazione finale di 683.843.637,19 euro …” e chiede la trasparenza su questi fondi che a quanto pare IIT non ha finora ottemperato.
Atto SenatoInterrogazione a risposta scritta 4-07196
presentata da
giovedì 16 marzo 2017, seduta n.788
CATTANEO – Al Ministro dell’economia e delle finanze – Premesso che:
il 25 novembre 2015, con il decreto-legge n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 9 del 2016, recante “Misure urgenti per interventi nel territorio”, sono stati stanziati i primi fondi per Human Technopole (HT), il progetto lanciato il 10 novembre del medesimo anno dal Presidente del Consiglio dei ministri per un nuovo polo di ricerca da realizzarsi in parte delle aree ex Expo, per il quale “lo Stato è pronto a investire 150 milioni all’anno per i prossimi 10 anni”;
al comma 2, dell’art. 5, del decreto-legge si prevede che “è attribuito all’Istituto Italiano di tecnologia (IIT) un primo contributo di 80 milioni di euro per l’anno 2015 per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca, sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate” e che “IIT elabora un progetto esecutivo che è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze”;
l’iniziativa del Governo ha sollevato molte critiche da parte del mondo accademico e istituzionale proprio a causa del finanziamento destinato ad IIT, individuato dall’Esecutivo quale unico beneficiario dell’operazione in modo arbitrario e discrezionale, senza cioè alcuna selezione e competizione pubblica, libera e trasparente tra proposte di enti e ricercatori, affinché venisse selezionata la visione e la proposta progettuale migliore per il Paese;
a valle delle critiche richiamate, il Governo ha adottato il 16 settembre 2016 un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di parziale riarticolazione che ridisegna la governance del progetto: sarà creato un ente terzo, autonomo e “dotato di adeguato finanziamento”, incaricato di dare attuazione al progetto HT. Questo ente dovrà identificare con bandi internazionali i soggetti e gli enti che ne faranno parte. Saranno individuati tramite bandi internazionali anche la figura scientifica apicale di HT e i coordinatori delle aree scientifiche da svilupparsi all’interno del polo;
il dibattito che si è generato sul progetto Human Technopole, ha portato comunque ad un approfondimento istituzionale sull’IIT, al fine di identificare le motivazioni che hanno portato il Governo in prima battuta alla sua selezione quale ente beneficiario per HT;
il 4 agosto 2016 il Senato ha disposto l’esame di un affare assegnato alle Commissioni riunite 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 12ª (Igiene e sanità), annunciato nella seduta antimeridiana n. 675 del medesimo giorno, concernente la realizzazione del progetto per il nuovo polo di ricerca dopo Expo Milano 2015, denominato “Italia 2040 Human Technopole”;
nell’ambito del primo ciclo di sedute, che ha visto partecipi anche i Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali delegato all’Expo (20 ottobre 2016) e dell’università, dell’istruzione e della ricerca (17 novembre 2016), il 26 ottobre 2016 si è tenuta l’audizione di rappresentanti dell’IIT. A seguito di tale audizione, a partire dall’8 novembre si è sviluppato un carteggio con la dirigenza di tale Istituto, in merito ad un supplemento documentale finalizzato, tra l’altro, alla necessità di assicurare la disponibilità pubblica di tutti i bilanci di IIT (ad oggi inevasa) e ad avere esatta cognizione delle ragioni delle partite di giro di centinaia di milioni osservabili nella documentazione e banche dati pubbliche, sui conti intestati all’Istituto;
a seguito di tale istanza, il 1° marzo 2017 (resoconto sommario n. 428) è stata pubblicata sul sito del Senato, ulteriore documentazione inviata da parte dell’IIT e acquisita dalle commissioni fin dal 5 dicembre 2016;
ad integrazione di tali informazioni trasmesse e pubblicate, a seguito di puntuale analisi fattuale di quanto riportato, emergono le seguenti problematicità:
a) quanto alla pubblicazione dei bilanci, in primo luogo si osserva che non si forniscono, né si danno indicazioni circa la reperibilità dei bilanci dell’IIT, le cui sole ultime tre annualità, senza peraltro avere cognizione dei bilanci di previsione, sono risultati reperibili sul sito istituzionale (reperibilità solamente dal 7 giugno 2016, nonostante i numerosi interventi parlamentari che dalla nascita dell’ente ad oggi, sottolineavano la necessità di chiarezza circa le modalità operative dell’ente);
b) quanto al meccanismo di erogazione dei fondi dallo stato ad IIT, nella lettera del 5 dicembre 2016, in risposta alla presidenza della 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato circa un quesito sollevato relativo alle “partite di giro” compiute da IIT, l’Istituto produce una “Nota esplicativa”, contenente un diagramma di flusso che mostra come i fondi ricevuti dallo Stato siano contabilizzati prima dal proprio istituto cassiere, quindi da questi trasferiti attraverso una partita di giro al conto di Tesoreria e poi di volta in volta riportati da questo conto nuovamente all’istituto cassiere a fronte di idonea documentazione di spesa (mensile). Non è chiarito, ne è rinvenibile altrimenti in via implicita, quale sia la ragione di siffatto giro contabile (dallo stato all’istituto cassiere, quindi al conto di tesoreria, e finalmente di nuovo all’istituto cassiere). Peraltro, l’esempio numerico fornito da IIT (che permette il pareggio dei saldi, con 100 milioni trasferiti dallo stato, 80 milioni spesi e 20 accantonati in Banca d’Italia) non risulta reggere ad un’analisi in cui siano usati i numeri reali tratti dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE, il sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche). Qualora infatti ai numeri di esempio forniti da IIT nella “Nota esplicativa” si sostituiscano le cifre reali delle partite di giro documentate in SIOPE, si osserva che le somme in entrata differiscono dalla sommatoria di spese e accantonamenti; l’esempio semplificato fornito da IIT non è quindi idoneo a spiegare il reale andamento dei flussi finanziari come rilevati da SIOPE;
c) quanto alla tracciabilità finanziaria asseritamente garantita dai dati sui flussi di IIT documentati in SIOPE, l’analisi dei dati SIOPE evidenzia come una quantità molto rilevante di denaro sia spostata dall’istituto cassiere verso altri conti di IIT in altre banche utilizzando una voce generica (codice 8999, “altre partite di giro in uscita”). In taluni anni, queste particolari partite di giro eccedono il valore stesso del budget annuo erogato dallo Stato (sono cioè di molto superiori a 100 milioni). Poiché il sistema SIOPE monitora solo il conto presso l’istituto cassiere, e non quelli presso le altre banche di IIT, di fatto si perde la tracciabilità della destinazione finale di questi fondi, in contraddizione con le dichiarazioni di IIT circa la trasparenza finanziaria dell’ente che sarebbe garantita dal sistema SIOPE (ed anche in contrasto con le finalità dichiarate del sistema). In particolare, dal 2009 al 2015, in questo modo si perde contezza della destinazione finale di 683.843.637,19 euro (dati SIOPE). È da osservare inoltre che il bilancio di IIT, redatto in forma civilistica e che quindi non contiene un rendiconto finanziario, non consente di tracciare una corrispondenza tra le voci SIOPE corrispondenti a queste partite di giro e i corrispondenti impegni di spesa;
d) quanto allo sbilanciamento tra partite di giro in entrata e partite di giro in uscita, i codici SIOPE 4999 e 8999 corrispondono alla voce “altre partite di giro”, rispettivamente in entrata ed in uscita. IIT afferma, nella risposta alla presidenza della Commissione Igiene e Sanità del 5 dicembre 2016, che tali operazioni consistono rispettivamente in movimentazioni da altri conti di IIT verso il conto cassiere e da quest’ultimo ad altri conti di IIT (fuori perimetro SIOPE). La tipologia “altre partite di giro” appare completamente sbilanciata nei saldi, sia per quanto riguarda singoli anni (per esempio nel 2009 entrano 22.040.081,84 di euro ed escono 157.384.711,08 euro, cifra superiore al budget annuo), sia per quanto riguarda l’intero periodo di osservazione (dal 2009 al 2015 vi sono entrate per un totale 548.090.539,75 di euro a fronte di uscite pari ad un totale di 683.843.637,19 euro). Nel complesso, quindi, vi sono meno entrate di quanto non siano le uscite ed è difficile capirne la ratio in mancanza di espresse delucidazioni (anche considerato, giova ripeterlo, che il bilancio di IIT è di tipo civilistico quindi privo di rendiconto finanziario);
e) quanto alla giustificazione giuridica fornita per le partite di giro, nella risposta fornita alla presidenza della Commissione la dirigenza IIT afferma che il meccanismo di flusso finanziario che si evince dalla tracciatura SIOPE, e specificamente quello inerente alle partite di giro, deriverebbe dagli obblighi connessi all’emanazione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze di un decreto ministeriale del 16 giugno 2010, il n. 49506, peraltro non rinvenibile, né sul sito del Ministero, né in alcuna delle banche dati comunemente in uso. Tale osservazione sembra contraddetta dalla circostanza rinvenibile dai dati SIOPE che rivelano come l’uso delle partite di giro nella modalità descritta risalga almeno al 2009 (per i periodi precedenti non esistono dati SIOPE), precedente quindi alla disciplina richiamata;
f) quanto alle partite di giro in entrata, si osserva che la Corte dei conti, riunitasi il 20 dicembre 2016, con la determina n. 144/2016, depositata in segreteria il 9 gennaio 2017, ha innovato la sua attività pregressa, sia dal punto di vista procedurale adottando per la prima volta nella “storia” delle relazioni sull’IIT due determine nello stesso anno, sia apparentemente nel merito, con una scansione temporale successiva alla circostanza che della questione delle “partite di giro” avesse fatto esplicita menzione la firmataria del presente atto di sindacato ispettivo il 26 ottobre 2016 nell’ambito dei lavori dell’affare assegnato n. 827, trattando per la prima volta delle “partite di giro”. In tale relazione la Corte dei conti tratta del tema nei seguenti termini, lasciando comunque impregiudicate le criticità su esposte: “La peculiare configurazione del conto cassiere rispetto al conto di Tesoreria necessita di una particolare rilevazione ai fini SIOPE dei movimenti fra i suddetti conti. Il trasferimento dallo Stato a Banca d’Italia si configura come una reale entrata per la Fondazione e come tale viene rilevata ai fini SIOPE. Peraltro non essendo tale evento rilevato dal Cassiere, si opera tramite l’emissione di una reversale contestualmente compensata da un equivalente mandato di pagamento emesso nelle partite di giro che dà evidenza dell’appostazione di tali somme nel conto di Tesoreria e non sul Cassiere stesso. Parimenti, i trasferimenti effettuati nelle modalità sopra esposte, dal conto di Tesoreria al Cassiere non avendo connotazione di reale entrata sono contabilizzati ai fini SIOPE come partite di giro.” La Corte si riferisce evidentemente alle partite di giro in entrata, identificate come il veicolo attraverso cui le risorse dello Stato sono trasferite all’IIT; eppure tale meccanismo appare di anno in anno variare: in taluni esercizi finanziari le somme in entrata sono appostate come partite di giro in entrata (come nell’esercizio finanziario 2015 cui si riferisce l’ultima relazione, codice SIOPE 4999), mentre in altri anni, nonostante vi siano partite di giro sotto lo stesso codice, le somme ricevute dallo Stato sono contabilizzate più appropriatamente sotto la voce codice 1212 “Trasferimenti correnti dallo Stato senza vincolo di destinazione” (come nell’esercizio finanziario 2009, in cui la voce “altre partite di giro” 4999 è largamente inferiore ai fondi ricevuti), in altri anni ancora si osservano flussi finanziari in entrata di entità paragonabile a quanto ricevuto dallo Stato contabilizzati sotto entrambe le voci (“altre partite di giro in entrata” e “Trasferimenti correnti dallo Stato senza vincolo di destinazione”), con ciò rendendo scarsamente intellegibile la ricostruzione fornita nell’ultima determina della Corte;
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno adottare ogni misura idonea a:
chiarire, per il pregresso, la specifica e concreta destinazione dei fondi pubblici erogati dal 2009 al 2015, con particolare riguardo ai 683.843.637,19 euro contabilizzati come partite in uscita nel sistema SIOPE, della cui destinazione finale non è dato conoscere attingendo ai solo dati SIOPE;
chiarire definitivamente la necessità della pubblicazione di tutti i bilanci dell’ente IIT, preventivi e consuntivi;
chiarire definitivamente il meccanismo alla base della contabilizzazione delle partite di giro in entrata e in uscita di IIT e la ragione sottostante l’adozione di tale meccanismo per questo e non per altri enti e istituti sottoposti a tracciabilità SIOPE;
adottare modalità di erogazione, gestione e controllo dei flussi di denaro dal Ministero dell’economia e delle finanze all’IIT, diverse da quelle oggi in essere, in quanto non rispondenti all’esigenza di trasparenza e tracciabilità di risorse pubbliche, laddove, come richiamato in premessa, emergano irriducibili anomalie nella gestione delle risorse (ancor più evidenti se confrontate ad altre realtà di ricerca di analoghe dimensioni) che impediscano la concreta e effettiva conoscibilità, di fatto sottraendo tali risorse anche al tracciamento del sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE), quanto all’impiego effettivo, delle cospicue risorse pubbliche erogate continuativamente da oltre un decennio all’Istituto italiano di tecnologia.