Egregio Signor Presidente del Consiglio,

 mi permetto di scriverLe per raccontarLe una storia. Non le ruberà che cinque minuti e mi auguro che abbia tempo di leggerla. La storia ha per soggetto la politica per il Diritto allo Studio, la sorella minore di tante sorelle importanti (la Giustizia e la Sanità, per citarne due).

La politica per il DSU è spesso trascurata – talvolta bistrattata – e soffre di alcuni mali a cui non si è ha mai posto rimedio. Ad esempio, non è mai stata debellata la figura dell’idoneo non beneficiario, così nel 2011/12 su 177.000 studenti universitari aventi diritto alla borsa, quasi 60.000 non l’hanno percepita. Questo vuol dire che, in media, il 68% degli idonei ha ricevuto la borsa ma in alcune regioni la percentuale è stata significativamente più bassa del valore medio, con un picco minimo del 30% (in altre parole, il 70%, pur rispettando i requisiti di merito ed economici, non ne ha beneficiato). E non che la platea degli idonei sia ampia, tutt’altro: su un totale di circa 1,8 milioni di iscritti, il 10% è avente diritto alla borsa.

Infine, le si destinano sempre poche, pochissime risorse: nel 2010 e 2011, meno di 100 milioni di euro, nel 2012, 162 milioni, nel 2013, sono stati stanziati 151 milioni e nel 2014 sono previsti 12,5 milioni.

Sapesse come guarda con invidia e ammirazione alle benestanti cugine francese e tedesca, tanto benestanti da sembrare immaginarie. La prima conta 593.000 studenti borsisti, pari al 30% degli iscritti, la seconda 418.000, ovvero circa uno studente su quattro beneficia di supporto. In entrambi i casi, il finanziamento di cui dispongono supera i 2 miliardi di euro. Cifre astronomiche.

Di fronte a questo stato di cose, la politica per il DSU si augura sempre che chi governa intervenga per migliorarla – aspirando a raggiungere le cugine più fortunate – facendo seguito alle dichiarazioni che pongono i giovani al vertice dell’agenda politica. Più di frequente, è lasciata immutata, in specie nell’ultima dozzina d’anni. C’è una terza via, forse un po’ bizzarra, che non aveva mai preso in considerazione, che fosse creata un’altra politica per il DSU, a lei parallela, cui si attribuissero più risorse. Un po’ come se il sistema giudiziario non funzionasse, e anziché riformarlo, se ne creasse uno alternativo, con una duplicazione di funzioni e finanziamenti (scarsi), per cui i cittadini non saprebbero se rivolgersi all’uno o all’altro. E qui finisce la storia, che la Storia dirà come andrà a finire.

Fuor di metafora, esimio Signor Presidente, ciò è quello che viene fatto nel Decreto del Fare all’art. 59-bis [vedi sotto] con la previsione del Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli. In tale Programma nazionale ci sono diversi elementi innovativi, in particolare: l’acquisizione della domanda di borsa per via telematica, con uno stesso punto d’accesso per tutti gli studenti, come accade in Inghilterra e Francia, già nel corso dell’ultimo anno delle superiori; l’assegnazione della borsa prima dell’inizio dell’anno accademico, mentre attualmente i tempi sono lunghissimi, talvolta l’erogazione della 2° rata avviene l’anno seguente; la previsione di un limite ISEE valevole su tutto il territorio, ponendo fine ad un’altra anomalia tutta italiana di un requisito economico di accesso alla borsa diverso nelle diverse sedi universitarie1, a volte situate all’interno di una stessa regione o in quella confinante; quindi il reperimento di finanziamenti ulteriori (magari non è la scelta ottimale quella di sottrarle al fondo premiale per le Università, storicamente sottofinanziate, ma forse, sottolineo forse, potrebbero acconsentire che la quota spannometricamente stimata di 260 milioni di euro fosse destinata ad incrementare il Fondo statale integrativo).

Tutte queste novità potrebbero e dovrebbero essere inserite nell’inattuato decreto attuativo che completerebbe l’opera di riforma del DSU avviata dal d.lgs. 68/2012 Revisione della normativa di principio in materia di diritto allo studio e valorizzazione dei collegi universitari legalmente riconosciuti, in attuazione della legge 30 dicembre 2010, n. 240. A che pro, invece, creare un altro sistema DSU anziché modificare l’esistente, per il quale la strada è già intrapresa? Perché SI…PUÒ…FAREEEE (senza Frankenstein).

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1 In base alla normativa vigente l’ISEE è fissato dalle Regioni entro un range, che nel 2012/13 era tra i 15.093 euro e i 20.125 euro. La conseguenza è, ad esempio, che in Umbria hanno avuto diritto alla borsa gli studenti con un ISEE inferiore a 20.125 euro e nelle Marche, quelli con un ISEE minore di 18.300 euro.

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DDL n. 974

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia

Articolo 59-bis.

(Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci
e meritevoli)

1. A decorrere dall’anno 2014 è istituito un Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli, suddiviso per le lauree, le lauree magistrali e i dottorati di ricerca.

2. Il Programma nazionale di cui al comma 1 è adottato con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in attuazione dei seguenti indirizzi:

a) le borse di studio per l’iscrizione e la frequenza a corsi universitari di laurea, di laurea magistrale e di dottorato di ricerca sono assegnate entro il 31 marzo di ogni anno e sono riservate a studenti meritevoli che frequentano rispettivamente l’ultimo anno della scuola secondaria, di un corso di laurea o di un corso di laurea magistrale appartenenti alle famiglie il cui indicatore della situazione economica equivalente, ai sensi della normativa vigente, risulta inferiore al valore fissato nel bando;

b) i candidati ammessi ai sensi della lettera a) sono posti, per ciascuna tipologia, in un’unica graduatoria nazionale di merito sulla base della carriera scolastica o universitaria pregressa, attraverso meccanismi di valutazione uniforme su base nazionale ovvero attraverso la valutazione della media scolastica o dei voti universitari rapportate alla media di tutti gli studenti iscritti allo stesso istituto o allo stesso corso, in tempo utile per consentire loro di scegliere l’ateneo e il corso di studio;

c) l’importo della borsa di studio è graduato in relazione al reddito e al patrimonio della famiglia d’origine, ed è comunque intero per coloro che si trovano al di sotto del livello dell’indicatore della situazione economica equivalente di cui alla lettera a) e decrescente fino ad azzerarsi al superamento di un livello massimo fissato dal decreto di cui al presente comma;

d) gli studenti appartenenti a famiglie il cui indicatore della situazione economica equivalente, ai sensi della normativa vigente, risulta superiore al valore fissato nel bando, hanno la facoltà di richiedere l’attribuzione di un’ulteriore quota di finanziamento agli studi in forma di prestito d’onore da rimborsare nel corso della vita lavorativa con una percentuale fissa sul reddito;

e) l’importo della borsa di studio è maggiorato per coloro che scelgono di studiare presso università che hanno sede in regioni diverse da quella di residenza;

f) le borse di studio sono assegnate, nell’ordine della graduatoria di merito, entro il 31 agosto di ogni anno e sono versate allo studente in una prima rata semestrale al momento della comunicazione dell’avvenuta iscrizione a un corso di studio di un’università scelto dallo studente, fermo restando il superamento degli esami di ammissione, se previsti, e in una seconda rata semestrale il 1° marzo dell’anno successivo. Le borse di studio sono confermate negli anni successivi, per un massimo complessivo di sette rate semestrali per i corsi di laurea e per i corsi di dottorato di ricerca, e di cinque rate semestrali per i corsi di laurea magistrale, qualora lo studente, al 31 agosto, abbia superato esami di corsi di insegnamento corrispondenti ad almeno 30 crediti nel primo anno, ad almeno 90 crediti nel secondo anno e ad almeno 150 crediti nel terzo anno, ovvero abbia superato positivamente le prove previste dall’ordinamento didattico del corso di dottorato di ricerca per ciascun anno di corso;

g) lo studente borsista è tenuto a versare le tasse e i contributi previsti dall’università di appartenenza e può optare per usufruire dei servizi offerti dalle aziende regionali per il diritto allo studio al costo stabilito da ciascuna azienda;

h) il numero e l’importo annuale delle borse di studio è stabilito nel bando;

i) le borse di studio di cui al presente articolo sono incompatibili con ogni altra borsa di studio ad eccezione di quelle destinate a sostenere finanziariamente lo studente borsista per soggiorni di studio o di ricerca all’estero;

l) alle borse di studio di cui al presente articolo si applicano, in materia fiscale, le disposizioni dell’articolo 4 della legge 13 agosto 1984, n. 476.

3. Il Programma nazionale di cui al comma 1 del presente articolo è realizzato attraverso la Fondazione di cui all’articolo 9, comma 3, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, che assume la denominazione di «Fondazione per il merito e il diritto allo studio».

4. Il Programma nazionale di cui al comma 1 del presente articolo è finanziato attraverso l’utilizzazione di una quota pari al 20 per cento del fondo di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1, e successive modificazioni, come definito negli appositi decreti ministeriali di ripartizione per il triennio di competenza 2013-2015.

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1 commento

  1. Ottimo commento alla Cenerentola del sistema di istruzione nazionale: il diritto alla studio.

    Che questo governo, al di la’ degli slogan, non abbia molto piu’ a cuore dei precedenti il sistema dell’ universita’ statale e’ dimostrato anche da quella completa distonia tra i toni enfatici di proclami e commenti di Governo ed esponenti del PD, e l’analisi della copertura economica del “decreto del fare”: 7,6 milioni di Euro proverranno infatti dal fondo di finanziamento ordinario dell’ universita’ (art. 12). Certo, una piccola cifra rispetto a quelle messe in gioco globalmente. Ma un grande segnale di continuita’ col passato.

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