Poco più di un anno fa mi ero candidato, insieme ad altri due redattori di Roars, per entrare nella rosa dei candidati tra cui il ministro sceglierà i prossimi membri del consiglio direttivo dell’ANVUR. Nel corso dell’audizione, avevo illustrato i principi a cui mi sarei ispirato se fossi stato scelto per far parte del direttivo. Poco dopo essere stato selezionato nella rosa, li avevo resi pubblici in forma sintetica:
Essendo recentemente giunto alla conclusione che non esistano le condizioni per operare nelle direzioni e secondo le linee guida a cui avevo dichiarato che mi sarei ispirato, ho valutato che un eventuale impegno nel Direttivo Anvur non avrebbe ragione di essere anteposto alle esigenze famigliari e ai compiti di didattica e di ricerca.
Per tale ragione, il 2 dicembre 2019 ho comunicato preventivamente al Ministro Fioramonti, tramite PEC, la mia indisponibilità ad accettare un’eventuale nomina a Consigliere Anvur.
Giuseppe De Nicolao
Mi dispiace. Questo tempo è confuso
Caro Giuseppe,
la ringrazio di essersi candidato. La sua presenza nell’ANVUR aveva la potenzialità di imprimere nuovi indirizzi, quindi una missione profondamente diversa, ad un ente le cui finalità lei e i colleghi di ROARS avete analizzato in dettaglio e che non coincidono con le necessità della ricerca italiana. Se la sua valutazione è che le condizioni del suo operare nell’ANVUR sarebbero quelle in cui tale cambiamento di direzione sarebbe inattuabile, penso che lei abbia fatto una scelta ragionevole, dato che avrebbe corso il rischio di divenire foglia di fico di un sistema il cui fine e struttura rimangono gli stessi. A questo punto è forse più utile continuare a costruire una opposizione ancor più forte alle pratiche da esso messe in atto all’esterno per smantellarlo da una posizione di maggior forza. Mi rendo conto che queste sono scelte difficili e la ringrazio del suo impegno continuo. Le auguro on 2020 ricco di buoni frutti!
Grazie.
Qualche dettaglio tecnico: quando, circa un anno fa, è terminata la selezione era vacante il posto lasciato libero da Graziosi che è stato rimpiazzato da Uricchio, uno dei 15 selezionati. Adesso, quattro dei rimanenti 14 dovrebbero essere scelti per prendere il posto di Checchi, Miccoli, Rumiati, Terracini. Nel 2020 si liberano altri due posti. Il compenso è di 178.500 Euro annui.
Grande rispetto per la decisione. Però le cose si cambiano dal di dentro; altrimenti rimane l’operazione Roars, meritoria, ma con una capacità di incidere inferiore rispetto a quella possibile dal “di dentro” dell’ANVUR.
Di esperti di cambiamento “dal di dentro” l’accademia italiana non ha mai avuto penuria. Per fare aggiustamenti e un po’ di riduzione del danno, qualcuno lo si trova comunque, soprattutto a 178.500 Euro all’anno (ma anche gratis se c’è da comandare sui colleghi). Spiegare come e perché abbiamo imboccato un vicolo cieco è un’attività che ha meno pretendenti. Se non si incide prima sulle coscienze, è illusorio pensare di cambiare le cose infiltrando qualche sparuto volenteroso nelle stanze dei bottoni.
Infine, come diceva qualcuno,
“They sentenced me to twenty years of boredom
For tryin’ to change the system from within”
Mi associo al ringraziamento espresso da fspano e condivido anche la considerazione sulla maggiore difficoltà di creare una coscienza collettiva vs. “agire dall’interno”. Non so se possibile, ma sarei interessato a sapere come si sia formata la sensazione di impossibilità di perseguire le linee guida presentate in audizione. Anche nessuna risposta comunque è ok. Cari saluti.
L’assenza di una linea politica in quella direzione era evidente. Quando poi “spunta” nella legge di bilancio l’istituzione di una Agenzia per la ricerca senza che il ministro ne sappia nulla, è difficile pensare che sia possibile una qualche traiettoria di revisione su temi critici se le decisioni importanti sono prese altrove.
Caro Giuseppe, penso che tu abbia fatto bene a ritirare la tua candidatura. Una cosa che ho imparato nella mia breve esperienza in organi di coordinamento (non nell’ANVUR) è che non è possibile cambiare le cose dall’interno di questi organi. L’ANVUR, come altri organi di coordinamento, è com’è non per caso per per decisione deliberata di chi lo ha costruito e di chi ha accettato di parteciparvi, e chi entra per cercare di cambiarlo dall’interno si trova poi costretto dal contesto a fare le operazioni che al di fuori del contesto criticherebbe. Per cambiare le cose dall’interno occorrerebbe riuscire a fare entrare una maggioranza di membri costituita da oppositori del sistema. E’ più plausibile cercare di ottenere il cambiamento con una protesta organizzata svolta dall’esterno.
[…] Direttivo Anvur: preferisco di no! […]
Nonostante in questo post io abbia chiaramente indicato la data del 2 dicembre 2019, circolano voci non fondate sulla data in cui avrei comunicato la mia indisponibilità *preventiva* ad accettare un’eventuale nomina a Consigliere Anvur. Riproduco qui sotto la ricevuta della pec da me inviata al Ministro Fioramonti, evidenziando in rosso la data.