Nell’ Allegato A al Decreto ministeriale n. 201 del 20 aprile 2020, nelle parti in cui si forniscono indicazioni sui “programmi concorsuali” relativi alle singole discipline, appare un’evidente svista in riferimento alle classi di concorso A-18 (Filosofia e Scienze umane) e A-19 (Filosofia e Storia). Laddove si scrive: «Al candidato è richiesta in particolare la conoscenza dei seguenti autori, correnti, sistemi e tematiche» segue un elenco coincidente con le tematiche più significative della disciplina.  Sorprende però che dopo il lungo elenco dedicato alla “filosofia moderna”, che va da Giordano Bruno a Hegel e che comprende ben 16 autori, si passi direttamente alla “Filosofia del Novecento” (dall’Empirismo logico fino a Heidegger). Totalmente assente risulta la seconda metà del XIX secolo. Escludiamo qualsiasi intenzione ideologica; viene sì ignorato Marx, ma risultano esclusi anche Schopenhauer, Kierkegaard, Comte, Mill e Nietzsche. Tutti nomi peraltro imprescindibili per poter affrontare con competenza personalità e tematiche previste per il periodo successivo (per. es. gli “sviluppi dle marxismo”). Un errore che sarebbe francamente necessario correggere, per rendere credibili tali programmi e lo stesso concorso.
Certo, una svista così clamorosa stupisce, se tale sbadataggine la confrontiamo con la minuziosità certosina della “Parte generale” del medesimo documento. Per quanto fortunatamente non sia mai stata avviata una sperimentazione relativa a una nuova strutturazione gerarchica dei lavoratori della scuola, quale denunciammo ai tempi con un doppio intervento proprio su ROARS, sembra che ciò che si richiede in via prioritaria ai nuovi docenti che dovranno entrare nella scuola pubblica sia la totale conoscenza dei nuovi dispositivi pedagogico-tecnocratici, sulla cui fallacia epistemologica ci siamo più volte espressi, anche negli interventi citati sopra. Oltre a richiedere una conoscenza di tutta la normativa che fa riferimento alla Legge 107 e a ciò che coerentemente la precede e la segue, e alla «conoscenza delle finalità di INVALSI e INDIRE», tutti i punti dall’1 al 6  prevedono che il docente padroneggi tutti i nuovi principi della didattica innovativa e le teorie pedagogico-psicologiche che ne costituirebbero il presupposto. Senza tenere minimamente conto del dibattito scientifico in corso sulla loro effettiva efficacia e sulla opportunità di utilizzarle in forma esclusiva. Ci piacerebbe sapere se sarà lecito al candidato–senza metterne in discussione un’eventuale valutazione positiva- relazionarsi a queste richieste negativamente, rivendicando l’indisponibilità di alcune discipline a essere declinate nelle modalità indicate in questi punti, o la criticità che si pone rispetto all’art.33 in una considerazione degli Organi collegiali rispetto ai quali al singolo docente non viene più riconosciuta una possibile iniziativa individuale.
La condizione del candidato –e di chi già ora deve sottomettersi ad alcune umilianti prescrizioni previste per l’anno di straordinariato, consapevole di quanto esse siano inutili rispetto al senso autentico della professione docente- fa venire in mente quella di Cartesio al collegio di La Flèche quando, ricordando ciò che i suoi docenti comunicavano quale indiscutibile verità, né svelava il carattere infondato [«non vi trovavo nulla su cui avere qualche certezza» … «palazzi ben superbi e ben magnifici che non siano costruiti su altro che sabbia e fango»]. Cartesio fornisce però anche  un esempio di libertà, un suggerimento per il docente quando potrà finalmente entrare senza condizionamenti nelle proprie classi: «Ecco perché, non appena l’età mi permise di uscire dalla tutela dei miei precettori, abbandonai lo studio […]» nel caso di Cartesio delle «lettere», identificate con un sapere privo di certe legittimazioni; nel caso degli insegnanti la “didattica per competenze” e tutte le pratiche tecnocratiche e uniformanti che finiscono per umiliare la capacità di pensare liberamente. Se tale atto di libertà sarà ancora possibile.
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9 Commenti

  1. Concordo completamente con Carosotti. Dimenticarsi in un documento ufficiale mezzo secolo di filosofia dà l’idea del livello culturale dello staff che dirige l’istruzione. Rimpiango Croce e, al punto in cui siamo arrivati, anche Gentile, autore di una riforma della scuola che se lasciata ancora ai giorni nostri, sarebbe molto più efficace delle scemenze psico pedagogiche fatte entrare a forza nella scuola italiana, che puntando su “metodologie innovative” insegnano solo a non imparare, producendo generazioni di ignoranti. Resto convinto – ho insegnato nella secondaria una quindicina d’anni – che il docente di qualsiasi materia debba attenersi ai programmi ministeriali (in storia non si può insegnare la conquista della Gallia in ultima classe di liceo o le guerre mondiali in prima); ma i metodi dell’insegnamento devono restare una proprietà del docente, vero professionista nel suo ambito. Di solito chi più sa meglio insegna; e chi insegna si fa capire dai discenti e instilla in loro interesse/amore per la materia grazie alla sua personalità, e non certo alle stupidaggini pedagogico didattiche che i poveri abilitandi, spesso seri studiosi nelle loro discipline, sono costretti a subire per potere ambire a una cattedra.

  2. Non hanno davvero senso del ridicolo quando chiedono ai futuri docenti della scuola della Repubblica di conoscere le finalità di quelle esimie istituzioni, benemerite, davvero fondamentali per il futuro del paese, con le loro scartoffie e piattaforme da grande fratello, capaci di spegnere la capacità e l’entusiasmo di docenti giovani ed esperti; e non solo, nella parte generale segnalata da Carosotti, udite, udite!, chiedono il dominio dei contenuti delle discipline di insegnamento e dei loro fondamenti epistemologici,
    COME INDIVIDUATI DALLE INDICAZIONI NAZIONALI E DALLE LINEE GUIDA VIGENTI, in un delirio che confonde la storia del sapere e l’arena della cultura con ordinamenti ufficiali, ecco la Bibbia dei corridoio ministeriali, lasciate perdere la fisica e la filosofia, la storia e le scienze naturali, l’arte e lo sport, le biblioteche, gli archivi e i laboratori, studiate sopratutto le indicazioni nazionali e siate proni all’Invalsi e all’Indire.

  3. Sull’argomento ho avuto un singolare carteggio con due alti funzionari del MIUR. Il funzionario più alto in grado ha ammesso che c’è stato davvero un errore materiale, e piuttosto cospicuo, ma poi ha messo le mani avanti invocando degli appigli procedurali contrari che ne sconsiglierebbero la correzione. E si noti che non si tratta di un testo legislativo, ma di un allegato a un semplice decreto ministeriale, per la cui correzione basterebbe un altro piccolo decreto. Ma in Italia quando la macchina amministrativa è partita, risulta poi difficile fermarla….

    Nello scambio di mail scrivevo in una prima comunicazione:

    mi permetto di inoltrare anche a lei, in qualità delle sue competenze specifiche, una lettera indirizzata al Capo dipartimento xxxxxxxxxxx, relativa a un probabile “refuso” contenuto nei programmi degli imminenti concorsi a cattedra. La mia preoccupazione consiste nel fatto che, se una commissione di concorso (di cui potrei fare parte) all’orale interrogasse un candidato su Schopenhauer o Nietzsche con esito poco brillante, costui potrebbe ricorrere sostenendo che detti autori “non sono in programma”…

    e in una seconda comunicazione

    mi permetto di scriverle (come feci peraltro più volte in passato, confidando nella sua cortesia e sensibilità istituzionale),
    perché vorrei permettermi di farle notare che nel testo dell’Allegato A dei programmi dei nuovi concorsi a cattedre è presente un’evidente lacuna (forse derivante da un refuso) per le Classi di concorso A-18, Filosofia e scienze umane e A-19, Filosofia e storia (si tratta dell’allegato al Decreto Ministeriale n. 201 del 20 aprile 2020):
    https://www.miur.gov.it/documents/20182/2432359/Allegato+A+Programmi+concorso+secondaria+02022020+uv-signed.pdf/b813a133-7ab9-cfd9-6421-f18440af328a?version=1.0&t=1587564350930 ).

    Infatti, vi si legge:
    “Filosofia moderna (rivoluzione scientifica, Bruno, Campanella, Bacone, Galilei, Cartesio, Spinoza, Pascal, Locke, Hobbes, Leibniz, Hume, Rousseau, Kant, Fichte, Schelling, Hegel); Filosofia del Novecento (l’Empirismo logico e gli sviluppi della riflessione epistemologica, Wittgenstein, Husserl e la fenomenologia, Heidegger), la filosofia dell’esistenza (Jaspers e Sartre), Bergson, James, Freud e la psicanalisi, Maritain e il personalismo, il neoidealismo italiano, interpretazioni e sviluppi del marxismo, Gadamer e l’ermeneutica, Filosofia analitica e Filosofia continentale, Lévinas e il dibattito sull’etica, l’epistemologia post-neopositivistica e i suoi sviluppi”.
    Ora, mi sembra singolare che si passi da Hegel al Novecento in modo improvviso e “desultorio”: è lecito ipotizzare che in sede di digitazione finale del testo possa essere scomparsa qualche riga in cui verosimilmente venivano citati i filosofi della seconda metà dell’Ottocento (Feuerbach, Marx, Schopenhauer, Kierkegaard, il positivismo, Comte, Mill, Darwin, Brentano, Nietzsche, Mach, Rosmini, Peirce, Frege, Poincaré, Weber, il neokantismo, ecc.).
    Ben conoscendo la sua precisione e attenzione per i dettagli, vorrei pregarla di verificare e nel caso di provvedere affinché siano rettificati i programmi, prima che vengano emanati i bandi di concorso.

    Mi veniva risposto

    ritengo che quanto lei segnali sia evidentemente un errore materiale e involontario di composizione del testo, dato che autori e temi quali quelli da lei citati sono comunque compresi nelle Indicazioni Nazionali, anzi Schopenhauer, Kierkegaard, Marx e Nietzsche come imprescindibili. Ne auspico pertanto come l’emendazione in tempi utili.

    e ancora

    grazie della segnalazione. Ovviamente è un refuso, purtroppo non so a chi imputabile, dovuto agli innumerevoli passaggi nei testi (di cui anche xxxxxx è stato testimone: l’inciso era ben presente nella copia che gli avevo mandato). Purtroppo non è possibile una modifica espressa (stiamo comunque verificando), per evitare ritardi o appigli procedurali. Ma, anche rispetto alla prima riga dei programmi, che copre la conoscenza dell’arco della storia della Filosofia, ci sarà una nota a chiarimento.

    La conferma dell’errore mi giunge dalla bozza che c’era sul sito orizzonte scuola:
    https://www.orizzontescuola.it/…/2020/02/Allegato-A-2.pdf
    Filosofia moderna (rivoluzione scientifica, Bruno, Campanella, Bacone,
    Galilei, Cartesio, Spinoza, Pascal, Locke, Hobbes, Leibniz, Hume, Rousseau, Kant, Fichte,
    Shelling, Hegel); Filosofia posthegeliana (Schopenhauer, Kierkegaard, Positivismo, Marx, J.S.
    Mills, Nieztsche); Filosofia del Novecento (il Neopositivismo logico, Wittgenstein, Husserl e la
    fenomenologia, Heidegger e la filosofia dell’esistenza, Bergson, James, Freud e la psicanalisi,
    Maritain e il personalismo, il neoidealismo italiano, interpretazioni e sviluppi del marxismo,
    Gadamer e l’ermeneutica, Filosofia analitica e Filosofia continentale, Lévinas e il dibattito
    sull’etica.

    Noterete però la grafia erronea di Schelling e di Mill. A questo punto la mia ipotesi è semplice: l’impiegato del MIUR che ha digitato la versione finale è andato a correggere gli erronei *Shelling e *Mills. A quel punto avrà premuto per sbaglio un altro tasto e ha cancellato un’intera riga. Ma possibile che una banalità del genere non si possa rettificare con una circolare integrativa?

  4. Grazie Teodosio. Vorrei aggiungere una cosa, e offrire un commento sulla procedura adottata.

    Mi e’ capitato di partecipare ad un convegno organizzato dalla Societa’ Italiana di Astronomia
    http://sait2018.oa-abruzzo.inaf.it/
    In questa cornice venne inserito un interessante corso tenuto da due dirigenti MIUR
    – Massimo Esposito: “Le idee, le storie, le sfide dell’astronomia: spunti per percorsi didattici”
    – Franco Gallo: “Occasioni per la didattica della filosofia: Indicazioni nazionali, epistemologia e astronomia”
    http://193.204.1.30/SAIT2018_corso_di_formazione.pdf
    che non mancarono di evidenziare l’importanza del contributo di Giovanni Vailati e Federigo Enrigues (il primo,
    che fu tra l’altro una delle persone principali a dar sostanza alla Commissione Reale del 1905, il secondo
    riconosciutissimo dai membri del positivismo logico, del circolo di Vienna, ecc).

    Mi sono trovato d’accordo con loro e sono contento che un bel manuale scolastico come il Reale Antiseri sia della stessa opinione.
    Ma mi sembra siano scomparsi entrambi, o almeno siano stati messi in ombra nelle direttive che leggo qua sopra.
    Non so se anche questo sia parte del refuso, ma

    1) resto convinto sarebbe opportuno frequentare di piu’ il pensiero di questi due nostri filosofi
    https://www.linkedin.com/posts/francesco-vissani-phd-881539b2_quaderni-di-cultura-scientifica-vol1-nov-activity-6617474655684972544-1aPc

    2) credo che bisognerebbe evitare di interferire con il lavoro dei docenti, che a questo punto dell’anno e’ stato svolto e con la preparazione degli studenti, a cui aveva senso dare indicazioni particolare – ma all’inizio dell’anno, non a ridosso dell’esame!

    • @ Francesco Vissani: salve. Vorrei far notare che xxxxxx, forse l’unico ispettore ministeriale che abbia insegnato filosofia (ed è uno dei coautori di un leggendario manuale edito dalla Bruno Mondadori), è uno degli interlocutori del carteggio con il ministero che ho postato supra. Ovviamente, essendo io appassionato di tematiche logico-analitiche, concorso sulla decisiva importanza di Vailati ed Enriques (a cui aggiungerei anche Vito Volterra) per la storia dei rapporti tra filosofia e scienza in Italia. Ma il prevalere del clima neo-idealistico non giovò a quell’affermazione che pure avrebbero meritato. In ogni caso, i programma dei concorsi a cattedra devono essere piuttosto generalisti, sicché includere anche Vailati ed Enriques sarebbe stato forse eccessivo. Pensi che personalmente deploro che dell’Ottocento non siano stati inclusi, neppure nelle bozze poi ricopiate malamente, filosofi come Bolzano, Brentano, Peirce e Frege. Per me sono importantissimi, ma oggettivamente: chi li fa al liceo? Quasi nessuno, mentre tutti trattano Schopenhauer e Nietzsche.
      Al punto 2 rispondo: attenzione a non fraintendere. Quei programmi non hanno NULLA a che fare con il lavoro dei docenti, che a questo punto dell’anno è stato svolto: non sono infatti i programmi dell’esame di maturità, ma del concorso a cattedra. Anzi, avremmo il paradosso per cui gli studenti di liceo dovranno portare all’esame Marx, Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche, mentre i candidati al concorso, se non interverrà una rettifica, non saranno tenuti a conoscere tali autori!

    • Grazie moltissime Teodosio avevo davvero frainteso: respiro! E grazie anche per la menzione di Volterra, eroe dimenticato della nostra patria. Ma non mi volevo riferire tanto all’interfaccia tra scienza e filosofia (che sarebbe pur essenziale riconoscere a mio avviso – e non lo si fa) quanto principalmente proprio alla filosofia.

      Vorrei garbatamente osservare che se nei programmi di filosofia per i docenti si chiede una preparazione sull'”Empirismo logico”, corrente cui Enriques e’ uno dei precursori riconosciuti, o sulla epistemologia post-neopositivistica, ignorare Enriques non sia una posizione del tutto condivisibile. (A meno che non si riconosca che le acquisizioni ottenute fuori Italia abbiano piu’ valore di quelle ottenute in patria)

      Il fatto storico innegabile che lei cita, riguardo al “clima neo-idealistico non giovò a quell’affermazione che pure avrebbero meritato” non implica a mio avviso che dobbiamo continuare a praticare delle cesure che non avrebbero ragione di esistere, a meno che non conveniamo che la storia e’ la verita’ (o meglio, chi vince ha ragione. E’ questo che vogliamo?)

      Ancora, e’ certo vero quello che lei dice “ma oggettivamente: chi li fa al liceo? Quasi nessuno” ma e’ un buon argomento per dire che non andrebbero insegnati? Ne dubito.

      Invece non ho la minima obiezione (si immagini!) sull’assurdita’ di non aver incluso Schopenhauer e Nietzsche!!! Ma mi e’ anche troppo facile farle notare che se c’era qualcuno che aveva in ubbia Schopenhauer erano i due epigoni hegeliani che hanno diretto il ministero dell’istruzione https://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/view/8805/8786
      e che forse trovano ancora ascolto. Insomma, magari anche questo e’ un frutto del “clima neo-idealistico” :)

  5. @Francesco Vissani: scientificamente avresti ragione su tutto. Ma in un’ottica “pragmatica” (non “pragmatista”, ché appunto il pragmatismo non è citato neppur esso nei programmi, né quello di Peirce e James, né quello del nostro Vailati) richiedere che semplicemente si emani una rettifica dei programmi di concorso integrandoli con gli autori consueti, inclusi anche nei programmi o indicazioni nazionali per gli esami di maturità (ossia Marx, Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche) è l’unica cosa che realisticamente si possa fare. Il resto quando si potrà ripensare tutta la materia e magari restituire all’università la formazione degli insegnanti, come il governo Renzi stava facendo e come invece il governo Lega-M5S abrogò, con quella testa pensante di Bussetti…Nello specifico, comunque, faccio notare che vengono sì citati l’empirismo logico e l’epistemologia post-neopositivistica, ma senza menzionare autori specifici, sicché si può benissimo ipotizzare che il candidato debba studiare Enriques accanto a Carnap, Neurath, Popper, Lakatos e Feyerabend. Non penso comunque che il refuso relativo a Schopenhauer e Nietzsche abbia nulla a che fare con il giudizio di Croce sui due filosofi e meno che mai con quell’antica stroncatura sulla Critica. Semmai si può dire che merito di Croce e Gentile, quando furono ministri della Pubblica istruzione, fu di aver previsto lo studio della filosofia attraverso i testi dei filosofi. Testi che, soprattutto per merito di Croce, più cosmopolita ed esterofilo, dovevano comprendere gran parte del pensiero occidentale. Se fosse dipeso solo da Gentile, temo che Galluppi avrebbe prevalso su Locke, Rosmini su Kant e Gioberti su Hegel.

  6. Grazie Teodosio sono d’accordo su tutto e mi scusi per le piccole provocazioni, stavo solo cercando di far venire fuori dei punti che come avra’ capito mi premono molto. Grazie anche per le preziose chiose.

    La cosa importante e’ pero’ quella che lei giustamente evidenzia. Credo che il ministero o i suoi funzionari darebbero prova di intelligenza a correggere quell’assurdo errore. La sua iniziativa e’ lodabile e degna di successo.

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