La Redazione di Roars ha inviato a un prorettore di un ateneo italiano [di cui non riportiamo il nome] la seguente lettera in cui lo preghiamo di cessare di attribuirci un errata interpretazione della classifica internazionale ARWU. Per evitare di attribuire al nostro blog un errore commesso da altri – e che proprio noi avevamo contribuito a correggere – sarebbe bastato controllare su Google.
Gentile Prof. [qui nome e cognome di un prorettore di un ateneo italiano],
le scriviamo per segnalarle un errore nelle sue dichiarazioni relative a quanto pubblicato nel nostro blog. Da quanto ci risulta, in più di un’occasione lei avrebbe sostenuto che Roars ha fornito un’errata interpretazione delle classifiche ARWU, errore dovuto al mancato riconoscimento della natura alfabetica dell’ordine con cui vengono pubblicate le posizioni dei blocchi di atenei che si collocano oltre la 100-ma posizione.
In realtà, già in due occasioni, è stato il nostro blog a segnalare questo tipo di errore commesso da altri. Nel 2014, vi era incorso il Prof. Dario Braga, allora Prorettore alla Ricerca dell’Ateneo di Bologna. L’errore era stato segnalato dal Prof. Marco Bella sul Fatto Quotidiano e, successivamente, anche da noi:
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Nel 2017, ad incorrere in quel tipo di errore è stata la Repubblica, insieme a buona parte degli organi stampa.
Anche in questo caso, abbiamo segnalato l’errore ai nostri lettori:
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Sia nel 2014 che nel 2017, le segnalazioni dell’errore sono comparse nella nostra rubrica “La bufala del giorno”.
La pregheremmo pertanto di non diffondere informazioni inesatte su quanto da noi pubblicato. Certi della sua collaborazione, le porgiamo
Distinti saluti
Redazione Roars
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Salve,
Il pacato pezzo sulla cantonata del prorettore italiano che sarebbe incorso in un richiamo del tutto inopportuno, è viziato dal timore che emerge, dall estensore del pezzo, di non pubblicare il nome del prorettore stesso.
Emana la cultura del non vidi non sentii non saccio. Per quale motivo? Il prorettore si è sbagliato? E un uomo anche lui ! Ammetterà il suo errore. O L estensore ha qualche motivo personale per non farne il nome? Questa omertá alimenta una ridda di sospetti e di ipotesi molto peggiori che se il nome fosse stato serenamente proferito.
Omnia Munda Mundis. Evidentemente, in questo caso non è cosí.
Luigi Piga
Non c’è nessuna omertà, semplicemente si è voluto stigmatizzare la cosa senza ricorrere alla gogna. L’errore, peraltro è stato ammesso.