A poche ore dalla pubblicazione del nostro articolo sui Competence Centers del Piano Industria 4.0 (Calenda affonda i Politecnici di Milano e Torino, ma anche Pisa, Sapienza e Federico II. Con l’aiuto di Anvur), il Ministro Carlo Calenda replica su Twitter
Notizia falsa derivante da una lettura superficiale del bando e di quella roba assurda che è la classifica Anvur. Sono pienamente legittimati a partecipare https://t.co/lJTyorB6yc
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 23 febbraio 2018
Calenda smentisce, senza per ora entrare nel merito. Tuttavia, non esita a definire la classifica Anvur come «quella roba assurda», uno sfogo che convalida il punto centrale del nostro articolo. Ovvero che, come ammesso dallo stesso Andrea Graziosi, ex-presidente dell’agenzia di valutazione, la graduatoria offerta dalle classifiche di Anvur “non deve essere impiegata in nessuna circostanza per rappresentare la reale posizione di un Ateneo”. Mentre attendiamo un chiarimento che entri nel merito dei numeri che abbiamo presentato, vorremmo rivolgere una domanda a Calenda: se lui stesso è convinto che le classifiche Anvur siano «roba assurda», per quale ragione il suo Ministero ha deciso di impiegarle per scremare gli atenei che faranno domanda per i finanziamenti destinati ai Competence Centers Industria 4.0?
P.S. Il costo di “quella roba assurda” è non meno di 150 milioni di Euro, una cifra quasi quattro volte maggiore dei 40 milioni stanziati per i Competence Centers.
“…se lui stesso è convinto che le classifiche Anvur siano «roba assurda», per quale ragione il suo Ministero ha deciso di impiegarle per scremare gli atenei che faranno domanda per i finanziamenti destinati ai Competence Centers Industria 4.0…”
Io una risposta l’avrei: tra un criterio errato che ad esempio scremerebbe in maniera errata nel 70% dei casi, meglio sceglierne uno più equo che nello scremare ci imbrocca aleatoriamente nel 50% dei casi…
Se così fosse però ci sarebbe da chiedere perché non usare un sistema più economico come un’estrazione a sorte invece di buttar via soldi nell’ANVUR?
L’atteggiamento di Calenda è lo stesso della maggior parte dei rettori, dei direttori di dipartimento e degli ordinari (con relativi lacchè): dichiarano che è “roba assurda” per salvarsi l’anima (o qualche altra cosa), ma accettano tutto senza fiatare, ostinandosi a rispettare tutte le regole e le scadenze ricattatorie di quello che somiglia sempre più a una sorta di minculpop del neoliberismo all’italiana… E, fra il tutto che si accetta, vorrei ricordare anche l’indegno mercimonio di crediti per l’insegnamento oggi in atto nelle università italiane, pubbliche e private (ma, nella fattispecie, non c’è differenza).
Il problema è che tutta questa “roba assurda” è, invece, del tutto “razionale” e “logica” dal punto di vista di chi ha progettato ormai da tempo la distruzione dell’università italiana ed europea (perché anche altrove non si sta messi proprio benissimo). E, dentro le università, tranne poche eccezioni, tutto tace e tutto si subisce.
Delle due l’una: o si interrompe questo processo, mobilitandosi collettivamente all’interno e al di fuori delle università, oppure (e parlo soprattutto degli atenei meridionali) ci sarà poco da fare, checché ne dica il Calenda di turno
Che l’Anvur abbia causato più danni degli eventuali vantaggi, è un parere quasi unanime. Un danno è la sua stessa esistenza costosa. Il secondo è il contributo allo screditamento delle istituzioni, a partire da se stesso.
[Mi è partito involontariamente] Il terzo à la confusione, il caos che ha creato, che da fuori non si vede ma che macina e fa deperire la vita universitaria. Il quarto è la promozione, anzi l’imposizione della competizione selvaggia e stupida e della produzione eccessiva, inutile, dannosa. Il quinto è la dimostrazione dell’inefficienza e insipienza della politica in materia di istruzione pubblica. Il sesto è l’ottundimento delle menti. E così via.
L’ANDU ne chiede il scioglimento con quanto ne consegue.
“… lo scioglimento …” Sorry. Anche se, secondo me, bisognerebbe oramai optare per un solo articolo maschile.
rispetto ai bulimici della valutazione bisogna dare atto a Calenda che è l’unico ad aver liquidato l’Anvur. Che lo abbia fatto a parole e non nei fatti è vero, ma non credo che dal suo ministero possa permettersi di più. Non potrebbe farlo nemmeno la ministra. Posto che lo volesse, immaginiamoci cosa scatenerebbe la torcida che si nutre di ideologia meritocratica, largamente egemone in tutte le formazioni politiche.
Non si capisce perché un bando del MISE relativo a Industria 4.0 debba far riferimento a classifiche VQR in cui non crede più nemmeno l’Anvur. A chi è tenuto a rispondere Calenda per sentirsi obbligato a piegarsi in questo modo a rituali valutativi assurdi?
Gli unici che dovrebbero “scatenarsi” sono studenti e docenti universitari, finendola una volta per tutte con questa subalternità nei confronti di ministri e opinione cosiddetta pubblica.
Nonostante la mia partecipazione anche al secondo sciopero non sia in discussione, penso sia arrivato il momento di non essere più accondiscendenti e di alzare il tiro, come hanno fatto i docenti UK per esempio.
Allargare la partecipazione al blocco totale dell’università anche alle altre realtà universitarie (studenti ed amministrativi) è d’obbligo se si vuole tentare di riacquisire dignità umana almeno nell’università, visto che gli altri ambiti sociali (sanità, scuola, etc) sembrano irrimediabilmente persi. Rivendicare, come viene fatto con il nuovo sciopero, oltre la questione economica anche il diritto allo studio è un piccolo passo in questo senso.
Ma in modo preliminare all’azione bisogna comprendere che le scelte politiche NON SONO “roba assurda” come scrive qualche sciatto neoliberista con la facciata da rivoluzionario, NON sono incidenti di percorso di un mirabile meccanismo, NON sono il residuo di imprevisti sulla tabella di marcia verso il sol dell’avvenire.
Si tratta di un sistema di decisioni politico-economiche che hanno come risultato -PREVEDIBILE, PREVISTO ed AUSPICABILE (per pochi)- questa “roba assurda” teorizzandola in modo chiaro fin dall’inizio.
I regolamenti ministeriali basati sulle classifiche anvuriane sono esattamente questo. La realizzazione in ambito di università e ricerca di tale teoria economica.
Per dirla alla M.Fisher al socialismo reale si è potuto sfuggire (e per fortuna di tanti) in quanto era dentro un sistema binario controbilanciato di valori. Al capitalismo neoliberista (senza mezzi termini, alla fottuta TINA) non si può sfuggire perché la sua logica disfunzionale ha pervaso le menti di ognuno di noi (anche dei docenti scioperanti, se si è riusciti a realizzare uno sciopero dei docenti dopo 40 anni solo coalizzandoli sull’aspetto economico del danno ricevuto). Non abbiamo più un ventaglio di valori diversi tra loro (su cui confrontarci e soprattutto DISSENTIRE) ma l’unico imposto dal neoliberismo: lo sfruttamento brutale, diretto ed inappellabile dell’essere umano che sia egli operaio, studente, docente, o appartenente a qualsiasi altra categoria si voglia.
Il capitalismo neoliberista ANCHE nell’università e nel suo ministero di riferimento ha come impianto base questo, e NON ALTRO.
Il resto è fuffa al quadrato per intortare gli individui e far fare alla catena un altro giro intorno alla caviglia.
Ma possiamo sempre svegliarci ogni giorno per prendere un calcio sui denti ed essere convinti che si tratta di una cosa buona e giusta perché…there is no alternative.
Calcio sui denti, meritocratico però.
Al primo della classifica, un calcio. Al secondo, due calci. E così via.
“…e di quella roba assurda che è la classifica Anvur…” Lo stesso si potrebbe dire “… e di quella roba assurda che è Industria 4.0…” Caro Calenda, come vede aver a che fare con l’idiozia burocratica ti mette in difficoltà, come potrebbero testimoniare chi è rimasto vittima della sua idiozia 4.0.
[…] più spettacolari“, NdR]. E se ci fosse invece qualcosa di “assurdo” in tutto questo, per dirla con un autorevole Ministro? E se ad essere assurda, oltre che pericolosa, fosse proprio l’ossessione per le classifiche e […]