L’articolo 28 della Legge di stabilità istituisce l’Agenzia Nazionale della Ricerca (ANR) con direttivo in larga maggioranza di diretta nomina politica. Il Ministro del MIUR Fioramonti scrive che il progetto dell’Agenzia, la struttura della sua governance, cioè di fatto l’articolo 28 della legge finanziaria, sono stati “approntati da un paio di burocrati in un fine settimana“, evidentemente a sua insaputa. Il Ministro sconfessa quindi l’impianto complessivo dell’Agenzia (oltreché l’art. 29 della legge di stabilità), sostenendo che quei contenuti sono frutto di “manine” di burocrati. E ne auspica la modifica nel passaggio parlamentare. Di chi sono le manine? E il ministro decide qualcosa di quel che accade nel suo ministero? Dove, mentre il ministro twitta su Halloween, le norme più rilevanti sono scritte da manine più o meno anonime.

 

Due giorni fa abbiamo pubblicato l’articolo 28 della Legge di stabilità che contiene le norme istitutive della nuova Agenzia Nazionale della Ricerca (ANR).  La norma prevede che 2/3 del direttivo siano di diretta nomina politica, con buona pace per la libertà di ricerca. Ma la libertà di ricerca non può certo essere un elemento di preoccupazione per una certa élite accademica che per anni ha accarezzato il sogno di una tale Agenzia e delle relative poltrone.

Ma, ecco, questa sera il colpo di scena. Il Ministro del MIUR Fioramonti scrive che il progetto dell’Agenzia, la struttura della sua governance, cioè di fatto l’articolo 28 della legge finanziaria sono stati “approntati da un paio di burocrati in un fine settimana” evidentemente a sua insaputa”. Il Ministro sconfessa quindi l’impianto complessivo dell’Agenzia (oltreché dell’art. 29 della legge di stabilità) sostenendo che quei contenuti sono frutto di “manine” di burocrati. Ed auspica una modifca nel passaggio parlamentare.

Alle 15:50 il ministro Fioramonti twittava che l’art. 71 comma 3 “non è stato concordato con il MIUR” ma introdotto in legge di stabilità da delle “manine”.

Abbiamo così colto l’occasione per chiedere al ministro se l’Agenzia Nazionale fosse stata concordata o anche in questo caso si dovesse pensare all’intervento di “manine”.

A stretto giro di tweet la risposta del ministro: nessun coinvolgimento del MIUR nella norma relativa all’istituzione dell’Agenzia.

Su Facebook il ministro ribadisce: la norma sull’agenzia è stata “approntata da un paio di burocrati in un fine settimana”.

Siamo curiosi di sapere chi sono i burocrati che hanno vergato la norma con le loro “manine”. Ci pare che questa vicenda mostri che per Fioramonti il passaggio dalla poltrona di vice-ministro a quella di ministro non ha comportato un aumento significativo del potere decisionale negli affari che riguardano il suo ministero. Dove, mentre il ministro twitta su Halloween, le norme più rilevanti sono scritte da manine più o meno anonime.

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8 Commenti

  1. Che le direzioni generali del MIUR tendano a fare la “loro” politica non è una novità. Che una norma come quella che istituisce l’ANR venga “infilata’ nella legge di bilancio all’ insaputa del Ministro sembra estremamente grave, visto che poi la “faccia” ce la mette il ministro. In un paese normale il responsabile sarebbe moralmente tenuto a dare le dimissioni.
    Un dubbio viene anche sul funzionamento del Consiglio dei Ministri. Io mi aspetterei che prima della riunione che vara la legge di bilancio, ogni ministro non dico che legga tutto il documento ma almeno cerchi le parole-chiave che riguardano il proprio ministero. Altrimenti cosa approva?

  2. Non mi meraviglia nulla. Un ministro nominato per volontà popolare di punto in bianco che autorità politica potrà mai avere all’interno di un ministero del genere? I dipendenti del MIUR appena hanno capito chi era stato nominato hanno festeggiato.

    • Non capisco bene la “nomina per volontà popolare”. Chi? Fioramonti? Non mi risulta. Peraltro non mi sembra che nessuno dei ministri al MIUR negli ultimi tre lustri sia stato molto più della cinghia di trasmissione di progetti per l’Università nati altrove. Anche i ministri-ex-rettori.

  3. la non conoscenza della costituzione e dei meccanismi democratici stupisce. Che un accademico non sappia che la volontà popolare viene spesso manipolata né abbia il ricordo di tanti casi in cui ‘il popolo’ ha sbagliato ancor di più.
    Fioramonti dovrebbe studiare bene la soluzione e avere il coraggio di proporre regole semplici ed utili per tutti. Non bloccare il processo di democratizzazione, potenziando borse per gli studenti meritevoli, permettendo la progressione di carriera ai docenti, senza doversi svilire ad ossequi medioevali al barone di turno, investire sulle strutture, ma prima ancora sulle persone che di fatto, fra mille difficoltà, hanno voglia di imparare ed insegnare.

  4. Io sono un po’ all’antica, e la cosa mi sembra di una gravità straordinaria. In qualunque altro paese, verrebbe cacciato il responsabile di una tale assurdità. Cosa che si potrebbe fare anche in Italia, trattandosi verosimilmente di un dirigente. Naturalmente, vivendo in un Paese dove può accadere di tutto senza che qualcuno si indigni, non succederà nulla, se non i lamenti del povero Ministro.

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