«…. non ci sono le risorse … per adesso stiamo anticipando lavoro gratuitamente» dice il Direttore scientifico dell’IIT. Eppure, il Governo ha stanziato, per Decreto Legge, 80 milioni a favore dell’istituto genovese. «Parliamo di questi 430 milioni di euro che sono piazzati da qualche parte? … Perché non l’avete spesi?» chiede Iacona. Ecco la risposta di Cingolani: sono in un conto infruttifero in Banca d’Italia: «lo Stato lo può utilizzare per la Ricerca, per gli esodati, per gli stadi, sono affari suoi. Io non posso accedere a quel fondo». Eppure risulta agli atti che IIT può pagare stipendi e fatture prelevando mensilmente. Sempre Iacona: «Perché non l’avete spesi?». Cingolani: «Ma veramente la gente pensa che io possa iniziare senza laboratori con 500 persone … il risparmio è stato fatto in dodici anni». Eppure, la tesi dei “risparmi dei primi anni” dopo la nascita di IIT nel 2003 non regge. Nel periodo 2010-2015, IIT deposita 115 milioni sul conto in Banca d’Italia e ha pure titoli e altri conti. Quel fondo «Non lo state utilizzando, sta lì … Guardando la situazione in cui lo Stato fa fatica a finanziare i PRIN … 100 milioni per tre anni …» incalza Iacona. Cingolani: «Rimane il fatto che è un risparmio di sana gestione». Chi ascolta questo botta e risposta non può fare a meno di domandarsi: chi e cosa detta l’agenda del più grande investimento in ricerca che si ricordi da almeno 10 anni?
Segnaliamo un interessante video che, punto per punto, evidenzia i punti lasciati aperti dalle risposte che il Direttore dell’IIT ha dato a Riccardo Iacona nel corso dell’intervista andata in onda nella puntata di Presa Diretta dedicata alla Ricerca Tradita.
Iacona: Ma perché l’ha richiesto a voi? Perché non l’ha richiesto al MIUR, perchè non lo
ha richiesto …
Cingolani: No, non ne ho la più pallida idea.
I: … cioè a un altro ente di ricerca, perché voi? No, perché questo è il primo punto della critica della procedura, sin dall’inizio.
C: La critica è infondata perché non ci sono le risorse.
C: E’ stata chiesta un’idea, quindi per adesso stiamo anticipando lavoro gratuitamente.
I: Ho capito, ma l’idea è tutto. Cioè chi ci garantisce, per esempio, che l’idea sua migliore di altre.
C: Viene valutata a livello internazionale dopo che è stata servita a chi l’ha chiesta.
I: Quindi lei avrebbe fatto così se fosse stato Ministro?
C: Se io fossi stato colui che governa mi sarei posto il problema cinque anni prima.
I: Se la cosa fosse stata pensata prima si poteva fare bene tutto?
C: Assolutamente.
I: Cioè lei avrebbe fatto, se fosse stato Martina …
C: Ma certamente. A tempo debito, sarebbe stato assolutamente normale fare una chiamata per idee.
C: L’ho messo in piedi io …
I: … perché le hanno chiesto così.
C: Perché mi hanno chiesto così.
I: Un po’ fatto “all’amatriciana” diciamo, perché c’era fretta. Posso dirlo almeno questo?
C: Allora, io non discuto la ricetta. Io posso dire che se mi chiedono di fare un progetto, io lo faccio
“to the best of my knowledge“. Ed è esattamente quello che ho fatto con l’IIT.
I: A lei l’hanno chiesto e lei l’ha fatto. Però la critica alla procedura adottata dal governo c’è e c’è tutta.
C: Se io avessi voluto fare il politico, mi sarei fatto votare. Non l’ho fatto, quindi francamente è una
responsabilità che volentieri non mi prendo.
I: Bravo.
C: Io sono un impiegato dello Stato, faccio quello che dice lo Stato. L’unica cosa su cui non mi convinceranno mai è il fatto che io debba fare l’obiettore di coscienza rispetto a chi mi paga lo stipendio. Questa è una boiata.
I: Parliamo di questi 430 milioni di euro che sono piazzati da qualche parte?
C: In Banca d’Italia. Tesoreria.
I: Nella Banca d’Italia? In un conto infruttifero?
C: Certo. In Banca d’Italia, non è nostro.
I: Ecco. Perché non l’avete spesi?
C: Adesso sono io che faccio una domanda: se avessi preso auto blu o investito in immobili …
I: No, poteva investirli nella ricerca però.
C: Ma non è … questa cosa che viene detta è tipica di chi non capisce come funziona la ricerca.
Ma veramente la gente pensa che io possa iniziare senza laboratori con 500 persone …
I: Ma sono passati anche dodici anni eh … il risparmio è stato fatto in dodici anni.
C: No, questo risparmio è stato fatto finché siamo andati a regime. E rimane in Banca d’Italia.
C: Quello lo Stato lo può utilizzare per la Ricerca, per gli esodati, per gli stadi, sono affari suoi. Io non posso accedere a quel fondo.
I: Non lo state utilizzando, sta lì.
C: No, io non lo utilizzo.
I: Guardando la situazione in cui lo Stato fa fatica a finanziare i PRIN …
C: Certo.
I: 100 milioni per tre anni …
C: Infatti secondo me dovrebbe prenderlo.
I: Oppure potrebbe dire, lo Stato, non do i 100 milioni all’anno per 4 anni ad IIT …
C: E’ diverso, perché… va benissimo, va bene anche questo. Va bene anche questo. Rimane il fatto che è
un risparmio di sana gestione.
NdR: I commenti nel video contengono un’inesattezza: al minuto 2.43 la citazione dal Corriere è del 26 gennaio 2015. Il resto, ahinoi, è tutto vero
L’ho imparato troopo tardi: vince la sfacciataggine e la furbizia. Non sono al best of my knowledge.
In cinque anni piu di 100 milioni…
Cingolani dice chiaramente che quei soldi possono essere utilizzati “per la ricerca” in generale e non li reclama come proprietà privata. Chiederei a voi di ROARS, che avete una certa autorevolezza, di provare a spingere sul governo affinché 200 di quei 400 e passa milioni di euro vengano rimessi nel circolo della ricerca nazionale finanziando i progetti PRIN meglio piazzati fra quelli che non sono stati finanziati. Sarebbe una bella boccata d’ossigeno (a costo zero: le valutazioni sono state già fatte) per molti gruppi di ricerca che sono rimasti all’asciutto nonostante le ottime valutazioni ottenute dai loro progetti.
PS.: so bene che 200M€ sono il doppio di quelli stanziati dal governo per il PRIN attuale, ma i progetti di buono e ottimo livello non finanziati sono stati tantissimi.
Sottoscrivo. 90 milioni di euro all’anno per finanziare i PRIN di tutti gli atenei sono troppo pochi.
Praticamente per essere finanziato bisogna prendere 15/15, il che vuol dire ottimo progetto + referee amici.
giustissimo. soprattutto in questo triste momento in cui i soliti ignoti strombazzano la fantasiosa “correlazione” tra nepotismo e fuga dei cervelli: la quale, come qualunque decerebrato capisce, è in primis frutto delle risorse inesistenti e di un sistema affamato e senza possibilità di programmare alcunchè.
chissà perché quello che vale in Università (i soldi non spesi vengono riassorbiti dal MIUR) non vale per IIT (il quale accantona liquidità nei forzieri di BankItalia).
inclusi quelli portati da fuori. così pure al CNR.